Una delle cose che più ci è mancata secondo un sondaggio nel periodo di quarantena è stato , sicuramente il caffè ma a vincere la sfida è stato il cappuccino al bar piazzatosi tra le prime dieci cose. Il profumo del latte caldo e di caffè che ti investe quando entri nel bar la mattina presto, il sibilo del caffè che esce dalla macchina, lo sbuffare del beccuccio che lo schiuma… Il cappuccino ci è mancato, sì. Ma cosa succede al corpo quando beviamo un cappuccino, ora che avevamo perso l’abitudine di farlo? “La prima cosa che è venuta a mancare durante il lockdown, riguardo al nostro cappuccino, è l’abitudine L’abitudine di andare al bar, la socialità, il rituale mattutino che ci aiuta a svegliarci. Quindi non dobbiamo parlarne solo da un punto di vista nutrizionale: è stato un pezzo di vita importante che ci è mancato. Ma che succede al nostro corpo ora che ricominciamo a bere il cappuccino? In realtà il cappuccino, ossia latte più caffè, non è un abbinamento dei migliori, spiega la dottoressa Vincenzo, perché l’unione di questi due ingredienti produce il tannato di albumina, che è una sostanza non facile da digerire. Quindi può essere che in questi due mesi, chi ha rinunciato ad abbinare latte e caffè perché se non schiumati come al bar non li beve, potrebbe aver visto la pancia appiattirsi un po’. Tornando a berlo la mattina, potrebbe riscontrare il ritorno di qualche piccola difficoltà digestiva. Chi addirittura non ha bevuto affatto il latte in questi due mesi, sempre perché era abituato a berlo solo al bar in cappuccino, potrebbe avere qualche problema di intolleranza che dovrebbe sparire nei prossimi giorni, per un processo di disabituare/riabituare. Quali sono le conclusioni che possiamo trarre? Il cappuccino non è proprio l’alimento più sano della nostra alimentazione giornaliera, averne fatto a meno per un po’, se così è stato, non è stato poi così male. Ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciarci perché i benefici psicologici che apporta quel rituale quotidiano bilanciano tutto. E ci sta aiutando a tornare alla normalità”.
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M’illumino di meno
Raggiungere grazie a migliaia di adesioni in Italia e all’estero, dagli Usa alla Thailandia, dal Messico all’Australia, di cittadini, istituzioni, aziende, scuole, i 555 milioni di passi necessari per arrivare simbolicamente dalla Terra alla Luna. E’ l’obiettivo della 14/a edizione di ‘M’Illumino di Meno’, la grande campagna di sensibilizzazione sui temi degli stili di vita sostenibili, promossa, per il 23 febbraio, la ‘Giornata del risparmio energetico’. Dal 2005, ogni anno, una trasmissione di Radio2, Caterpillar, chiede ai suoi ascoltatori di spegnere tutte le luci che non sono proprio indispensabili alle 18 di venerdì 23 Festeggiamo il compleanno del Protocollo di Kyoto, il tentativo dell’umanità di salvare la Terra dalla distruzione indotta dai cambiamenti climatici. Al centro di un’iniziativa diventata nel tempo coinvolgente e popolare c’è il risparmio inteso non come sacrificio ma come orgoglio dell’ottimizzazione intelligente e del rispetto del pianeta. Un’iniziativa simbolica e concreta – spegnere le luci e testimoniare il proprio interesse al futuro dell’umanità Al consueto impegno per la riduzione dei consumi si ‘spegneranno’ per l’occasione fra gli altri, decine di monumenti, musei e siti archeologici, e istituzioni, dal Colosseo all’Arena di Verona, dal Convento di Assisi alla Galleria degli Uffizi, dal Senato alla Camera. In decine di Musei si organizzano visite guidate a bassa luminosità, nelle scuole si discute di efficienza energetica, in tanti ristoranti si cena a lume di candela, in piazza si fa osservazione astronomica sfruttando la riduzione dell’inquinamento luminoso, si unisce il tema di quest’anno, la bellezza del camminare e dell’andare a piedi, perché sotto i nostri piedi c’è la Terra e per salvarla bisogna cambiare passo spiegano i realizzatori. Ecco il decalogo di ‘M’Illumino di Meno’, per cominciare subito da noi stessi: spegnere le luci quando non servono,non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici, sbrinare frequentemente il frigorifero, mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola,se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre, ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria,non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni, utilizzare l’automobile il meno possibile, condividerla con chi fa lo stesso tragitto. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti in città.