Molte volte è davvero difficile riconoscere una borsa di marca da un’imitazione. Hanno la stessa forma, lo stesso colore, la stessa trama, la stessa dimensione e a volte l’etichetta della marca totalmente uguale. Però ci sono piccoli dettagli che la smascherano con il passar del tempo. Le borse d’imitazione si distinguono quando vengono bagnate o esposte al sole, perché, ad esempio, si consumano all’interno, oppure perché la loro tracolla dopo poco diventa scomoda. E cosa fate? Anche se si rovinano le continuate a portare perché vi dispiace buttarle oppure perché sono “belle da vedere”, anche se dopo aver scoperto che non sono originali non gli darete più la stessa importanza. Lo stesso succede nelle relazioni con i falsi amici. Sembrano perfetti per voi e per le circostanze, anche se non vi spiegate per quale strana ragione con il passare del tempo, queste persone vi deludono e causano più problemi di quelle che dovrebbero delle persone con le quali dovreste condividere delle conversazioni interessanti. Sembrano scolorirsi con il tempo. Inizia a sembrarvi strano discutere per delle stupidaggini e sentirvi tesi per determinate reazioni. Quando vi succede ci pensate parecchio. Il suo comportamento lascia a desiderare, però voi non volete aprire gli occhi del tutto, del resto, eliminare amici dalla propria vita non fa piacere a nessuno figuriamoci gli “amici del cuore”
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La vita è breve
La vita è breve. Rompi le regole, perdona velocemente, bacia lentamente, ama profondamente, ridi senza controllo, balla sulla spiaggia, corri in montagna, trova persone sincere e non rimpiangere mai ciò che ti ha fatto sorridere.
La curiosità
La curiosità è un istinto che nasce dal desiderio di sapere. Per molto tempo è stata considerata un comportamento negativo. Eva viene cacciata dal paradiso terrestre per la sua curiosità, Psiche perde Amore per la curiosità di guardarlo in viso. Oggi, la curiosità è considerata un segno di intelligenza. Dal punto di vista scientifico, la curiosità rappresenta l’istinto che guida alla ricerca di nuove informazioni e conoscenze. Albert Einstein non riteneva di essere una persona speciale, soltanto un appassionato curioso. Non troverai un grande scienziato, artista, creativo, imprenditore innovativo che non sia affamato di risposte e conoscenza. La molla del loro successo è proprio la curiosità, che li spinge lontani dall’ordinario.Il pensiero creativo ha bisogno di curiosità, ed ecco alcuni consigli per coltivarla. Leggere libri e riviste, cercando di coglierne il senso più profondo, ci apre un mondo di possibilità. incontrare persone, posti e idee che non conosciamo. Se è vero che leggere è importante, è però anche vero che per stimolare la curiosità bisogna variare le proprie letture cambiando genere letterario, testata, argomento, ecc.E’ un modo molto economico, eppure efficace, per La via per la comprensione e la consapevolezza. La curiosità è il carburante della scienza e delle discipline dello studio umano. La curiosità è entusiasmo per ciò che è sconosciuto. È fame per il nuovo e per ciò che è diverso. Ma soprattutto, è l’unica vera cura contro l’invecchiamento,la vecchiaia inizia quando perdiamo la curiosità. Quindi: quanti anni hai oggi?
La crisi è una brutta bestia: può tirare fuori il meglio e il peggio.
Stiamo imparando a risparmiare. Facendo una breve indagine con amici e amiche abbienti e insospettabili, ho scoperto che tutti, dico tutti, hanno fatto recentemente una visita approfondita ai propri armadi e cassettiere con altri occhi, concludendo che tutto sommato hanno vestiti e scarpe abbastanza per i prossimi 5 anni. Senza esagerare troppo e a parte casi limite che confermano la regola, stiamo diventando più sobri, più saggi e tutto sommato consapevoli che fin qui abbiamo forse accumulato qualcosina di troppo che ora può venire utile in vista di tempi di magra. In questi comportamenti previdenti e risparmiosi siamo del tutto uguali a infinite specie animali che la saggezza e il non spreco ce l’hanno nel DNA. La vera notizia è che non hanno solo questo. Un recente studio condotto a quattro mani dall’etologo Marc Bekoff e dalla filosofa Jessica Pierce. La vita morale degli animali, dimostra che molti dei comportamenti migliori che caratterizzano una società evoluta, sono messi in pratica in maniera automatica da tante specie diverse di animali.Questo accade, sottolinea lo studio di Berkoff e Pierce, quando in una specie animale sono presenti tre caratteristiche: comportamenti empatici,la capacità di sentire la sofferenza dell’altro, cooperativi quando c’è altruismo, reciprocità, fiducia e concernenti la giustizia quando si sa valutare la correttezza dei comportamenti altrui, e si hanno aspettative nei confronti di ciò che si merita.A questo punto viene seriamente da chiedersi l’uomo a quale specie animale appartiene. È probabile che appartenga a tutte. Alla luce di quanto sopra infatti non è vero che discendiamo tutti dalle scimmie….
La generosità dipende dall’alimentazione
Sentiamo frequentemente dire che siamo ciò che mangiamo, indubbiamente ciò è vero dato che un’alimentazione sana è fondamentale per la nostra salute. Non abbiamo mai pensato, però, che ciò che mangiamo è in grado di influenzare anche la nostra personalità. Una ricerca scientifica ha infatti dimostrato che la generosità è strettamente legata ai piatti che mangiamo. Per essere precisi è il livello di serotonina a condizionare questo aspetto del nostro comportamento. Questo neurotrasmettitore è legato alle sensazioni di benessere. I ricercatori hanno somministrato ad alcuni volontari un integratore di serotonina, ad altri, invece, è stata somministrata una sostanza neutra. Tutti i partecipanti quindi venivano monitorati in situazioni in cui si poteva donare del denaro, verificando se e quanto donavano. Chi aveva ricevuto l’integratore risultava essere più generoso delle persone a cui era stato somministrato il placebo. Questo potrebbe aprire un nuovo filone di ricerche sulla relazione,tra cibo e personalità.
Soffrire per amore
L’amicizia è uno dei sentimenti più belli e puri che esistano. Un amico è una figura presente nel momento del vero bisogno. Esso non ti giudicherà mai, ti mostrerà rispetto, ti farà sorridere nelle giornate più tristi e ti accetterà per quello che sei e non per quello che hai. Tra i segnali che dimostrano la profondità di una amicizia, c’è la capacità di saper consolare. Come aiutare una amica che soffre per amore, classica situazione in cui la vera amicizia esce fuori con l’unico intento di lenire le sofferenze di chi sta male. L‘amore a volte è scorretto. Prima di consolare una amica, bisogna capire per quale motivo sta soffrendo. Si tratta di un amore non corrisposto, di un sentimento che non è mai stato dichiarato oppure è la conseguenza di un rapporto terminato e non se ne vuole fare una ragione? Se la vostra amica sta soffrendo a causa di un amore non corrisposto, in questo caso dovrete farle capire che non si tratta di qualcosa di sbagliato in lei. Dovrete farla svagare, farle conoscere altre persone. Chiamatela, o inviatele spesso dei messaggi, per accertavi che stia bene e, qualora volesse vedervi, non negatele un appuntamento. Se la vostra amica dovesse essere timida da non essere in grado di far capire a colui per cui ha perso la testa di provare un sentimento molto bello, piuttosto che farla cadere in depressione, cercate di aiutarla a sciogliersi, specificandole che se il sentimento non dovesse essere corrisposto dovrà reagire positivamente. Aiutatela, ma non fate l’errore di illuderla o lusingare la persona per cui ha perso la testa. Se la sofferenza deriva da un rapporto terminato, in questo caso bisogna valutare tutte le motivazioni. Un rapporto può finire per tanti motivi. Però, in tutti i casi, si tratta di una situazione molto delicata, essendoci stato comunque un rapporto tra i due, è sempre bene non schierarsi totalmente da un lato. L’unica mossa onesta e matura, è quella di capire bene quali siano state le vere cause della fine della relazione e rispondere a queste in maniera concreta mettendo l’amica di fronte anche a delle sofferenze maggiori. La verità riesce sempre ad essere accettata, anche dopo molto tempo. Aiutatela a reagire non piangendole addosso ma facendola svagare anche contro la sua volontà, fatela uscire per un aperitivo se avete occasione portatela al mare, in montagna e ricordatele inoltre che il vero amore non finisce e che quindi, evidentemente, quel ragazzo non era persona adatta per lei.
Chiudere una relazione
Uno dei più grandi errori che possiamo fare alla fine di una relazione è considerare il nostro ex una persona ancora importante e presente nella nostra vita. È difficile allontanarsi da qualcuno con cui abbiamo condiviso esperienze e persino anni della nostra vita. Ci siamo abituati alla sua presenza ed entrambi abbiamo adottato alcune abitudini comuni. Ma prima si volta pagina, meglio è. Dobbiamo accettare che la relazione è finita, che non c’è possibilità di ritorno e che la nostra vita deve andare avanti, abbiamo molte esperienze da fare! Rimanere ancorati al passato ci farà soffrire invano e non ci permetterà di goderci la vita. Come possiamo agire per cambiare questa situazione? Abbiamo più tempo per noi, quindi approfittiamone. Facciamo tutto quello che non abbiamo potuto fare quando stavamo con il partner, cerchiamo nuovi hobby, passiamo più tempo con i nostri amici e la nostra famiglia. Adottiamo nuove abitudini, come fare una passeggiata in bici o andare a correre molto presto al mattino, bere un caffè facendo colazione da soli in mentre leggiamo il giornale… Qualunque cosa! Pensiamo a noi stessi, prendiamoci cura di noi e viziamoci. Un errore è credere che il ex continuerà a rimanere lì per noi. Certo abbiamo dimenticato una parte della nostra persona durante il rapporto. Aspettarsi qualcosa dall’altra persona vuol dire non darle il tempo di cui ha bisogno per affrontare il suo stesso dolore. È chiaro che bisogna confidarsi con qualcuno che ci capisca, ma dobbiamo anche trovare il modo di lasciarsi andare per andare avanti. Un altro dei grandi errori quando si decide di chiudere una relazione è mantenere il nostro ex come personaggio principale in tutte le nostre conversazioni. È chiaro che dobbiamo sfogarci e parlare dell’argomento, ma perché ripetere mille volte quello che gli altri sanno già? Comportarci in questo modo ci impedirà di superare la rottura, mentre continuiamo a mantenere la presenza di qualcuno che non fa più parte della nostra vita. Ci ritroviamo in una di queste situazioni? Evitiamole riduciamo il tempo per superare la rottura. Smettiamo di aggrapparci a qualcosa che è già finito o non faremo altro che danneggiare noi stessi.
La gelosia
La gelosia, secondo William Shakespeare è un mostro dagli occhi verdi che schernisce il cibo di cui si nutre. Questo cibo è il cuore e l’anima di chi ne soffre: il geloso è letteralmente accecato da questo sentimento complesso e contorto, fatto insieme di amore, rabbia, smarrimento, invidia e insicurezza. Un mix potente e a volte micidiale, capace di avvelenare i pensieri e perfino di scatenare impulsi violenti dall’esito tragico, come la cronaca di questi ultimi anni riporta con drammatica cadenza. Eppure, per non cedere, si può fare molto, anche se non si tratta di strategie e breve termine. Impariamo a conoscerla. La gelosia è un impulso profondo che nasce dal dolore, dalla collera e dal senso di delusione che proviamo quando scopriamo o sospettiamo che l’oggetto dei nostri desideri prova attrazione per un altro anziché per noi. E’ un sentimento poco allettante, per il quale spesso ci si sente in colpa, specie se ci spinge ad azioni che non tollereremmo se venissero compiute nei nostri confronti, ad esempio spiare il contenuto dei messaggi di posta elettronico o del cellulare. E’ però un sentimento universale, che abbiamo provato tutti nella vita, anche da bambini, come ben dimostra la rivalità tra fratellini.Come combatterla La prima e più semplice è la fiducia. Dobbiamo imparare a fidarci dell’altro, almeno fino al momento in cui non abbiamo prove certe, o almeno indizi molto evidenti, della bugia. Questo significa, innanzi tutto, non andare a ficcare il naso nella sfera privata dell’altro, al di là di quanto non siamo stati invitati espressamente a fare. Come scrisse il letterato Karl Krauss “la gelosia è un abbaiare di cani che attira i ladri”. Insomma, attenzione potrebbe proprio essere la nostra intromissione indebita a far scattare la molla del tradimento.
Ti voglio bene…ditelo tutti i giorni
È piuttosto singolare e curioso che a pronunciare la frase “Disegna, dipingi ed esprimi ciò che ti piace” sia stato un pittore francese molto timido e riservato come Pierre Bonnard. Che un uomo celebre per la sua sensibilità e sobrietà consigliasse di non lasciar passare un solo giorno senza esprimere le emozioni e i sentimenti, senza rivolgere un ti voglio bene alle persone che più amiamo o vogliamo bene, è davvero fantastico. Se le persone più timide e riservate sono capaci di osservare la bellezza, capirla ed esprimerla dando prova di un’enorme sensibilità, chiunque potrebbe dire ti voglio bene a coloro che meritano il loro affetto e la loro amicizia. Lasciar fluire emozioni e sentimenti non è soltanto un buon comportamento, è anche essenziale. Non bisogna credere che sbandierare le proprie emozioni sia negativo, anzi si tratta di un’abitudine che protegge la salute mentale e fisica. Secondo la Società Spagnola di Neurologia, fino a un 10% della popolazione in tutto il mondo soffre di alessitimia, dunque è evidente che si tratta di un problema che colpisce un buon numero di persone, molte delle quali potrebbero essere prossime a noi.Per poter riconoscere le persone affette da questa malattia, dobbiamo fare attenzione alla loro capacità empatica o espressiva. Il cervello permette a noi esseri umani di provare amore, allegria o paura e ci permette di relazionare i sentimenti e le emozioni con le parole. Una funzione mentale che va oltre il condizionamento sociale, che può essere, in realtà, una necessità. Secondo il dottor Duque, , “l’incapacità di riconoscere e verbalizzare emozioni e sentimenti è provocata da un’interruzione della connessione tra strutture cerebrali”.È evidente che esprimere emozioni, mostrare sentimenti o dire un ti voglio bene o ti amo non è solo bello e piacevole, è anche una necessità psicologica che migliora la salute mentale e fisica.
Chi si sveglia presto è più infedele
Una ricerca realizzata nella Harvard University da un gruppo di psicologi rivela che chi si sveglia presto la mattina avrebbe la tendenza a comportarsi in modo moralmente scorretto la sera.Le nostre scelte etiche, infatti, sono strettamente collegate all’orologio biologico, dunque le persone tendono a comportarsi più correttamente nelle ore allineate al proprio orologio interno. dimostra che chi è mattiniero tende ad essere più disonesto e infedele la sera Chi è mattiniero, dunque, tenderebbe ad essere più onesto nelle ore mattutine, mentre chi solitamente va a dormire tardi la sera avrebbe il suo picco di onestà nelle ore notturne. La ricerca ha coinvolto oltre 200 soggetti che non sapevano il reale motivo dello studio.Il risultato del test è chiaro: chi è al di fuori della propria “fascia ideale” della giornata tende ad essere più disonesto. Questa scoperta può essere importante per i luoghi di lavoro nei quali vengono effettuate scelte etiche o lavori in cui vi sono dei turni.