Ci hanno sempre ripetuto che la colazione è il pasto più importante della giornata, e noi italiani siamo dei veri esperti di colazioni. Caffè, tè, cappuccino accompagnati da brioches, paste di ogni forma e dimensione, ripiene di marmellata, crema o cioccolato: più o meno, la classica colazione del nostro Bel Paese si svolge così, anche se ci sono alcune varianti regionali! Quando ci rechiamo all’estero a volte restiamo sorpresi nel trovare, come alimenti per la colazione, alcuni cibi che da noi consideriamo più adatti al pranzo oppure alla cena o quantomeno ad uno spuntino pomeridiano. Come si suol dire “paese che vai, usanza che trovi”, per questo abbiamo classificato alcune tra le colazioni più strane del mondo. Cominciamo subito con un alimento considerato in Cina come una vera prelibatezza, che appare a noi occidentali dall’aspetto quantomeno strano! Si tratta di un piatto a base di uova di anatra, gallina o quaglia che vengono tenute per diversi mesi in una mistura di cenere, sale, argilla e bucce di riso. Questo trattamento dona al tuorlo un colore marrone scuro, con una texture cremosa ed un odore solforoso e all’albume un aspetto gelatinoso, di colore marroncino trasparente. Le Century eggs sono consumate da sole oppure come ingrediente per altri piatti, sia per la colazione che per gli altri pasti. Chi si reca presso la repubblica Dominicana non può andarsene senza aver provato almeno una volta il Mangù, È un piatto a base di platano. I platani vengono bolliti e poi schiacciati, conditi con cipolle rosse saltate precedentemente cotte con aceto di mele. Viene aggiunto inoltre del formaggio fritto, del salame dominicano fritto e accompagnano il tutto uova o avocado. Pensate che il profumo del caffè sia una delle più piacevoli sveglie mattutine? In Corea, amano invece l’odore non proprio gradevole, almeno per noi, della verdura fermentata. Il Kimchi è un piatto a base di cavoli, cipolle verdi, ravanelli e zenzero, conditi con aglio e peperoni rossi, una specialità non proprio leggera! Vi è venuto appetito?
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Il sushi fa ingrassare
Tutti noi siamo stati spettatore del fenomento sushi: negli ultimi anni infatti, sempre più persone si sono avvicinate al mondo del sushi e della cucina orientale. Adesso non passa week-end che non troviamo sui social una foto di una barchetta di sushi postata da qualche amico. Fa moda, fa tendenza, certo, ma alcuni nutrizionisti sostengono che fa anche ingrassare. In molti potrebbero rimanere stupiti, infondo stiamo parlando solo di un po’ di riso e pesce crudo, ma se analizziamo “il problema” non è proprio così. Innanzitutto, di verdure e pesce ce n’è veramente pochissimo, la maggior parte di quello che ingerite sono carboidrati e zuccheri provenienti dal riso ed i suoi condimenti Le salse, inoltre come l’immancabile e tanto amata salsa di soia è ricca di sodio, per cui una nemica della ritenzione idrica, mentre la salsa teriyaki è piena di zuccheri ed olio, oltre che ovviamente di sodio. Ma allora mangiare sushi senza ingrassare è impossibile? Ovviamente no, l’importante è saper scegliere le quantità e le tipologie giuste. Prima di tutto è bene cercare di lesinare sul riso, che come abbiamo detto è un nemico della linea. Non esiste sushi senza riso, per cui dovrete prestare attenzione alle quantità. A questo proposito, preferite degli Hosomaki, che hanno meno calorie , oppure Ura-maki e Nigiri sushi . Un altro modo per moderare sul riso è quello di non abbandonarsi ad una cena di solo sushi, ma alternare anche con sashimi o pesce scottato come salmone o tonno. Ovviamente il sushi non nasconde solo inganni e calorie, ma anche ingredienti salutari e benefici, come ad esempio le alghe Nori che vantano un elevato contenuto di proteine e iodio oltre che un’ottima presenza di vitamine, sali minerali, Omega 3 ed aminoacidi come ad esempio l’arginina che sviluppa una funzione detossinante, oppure ancora la taurina, molto utile per il corretto e buon funzionamento del fegato. L’importante è saper consumare gli alimenti benefici che il sushi regala senza eccedere e cadere alla tentazione di mangiare troppo
Feng Shui vento e acqua
Da quando nasciamo entriamo a contatto con tutto ciò che ci circonda e ne siamo inevitabilmente influenzati, a volte anche inconsciamente. Su questa teoria si basa l’antica arte cinese del Feng Shui, che si proietta l’obiettivo di creare e arredare lo spazio abitativo in modo da influenzare positivamente la psiche e ridurre lo stress fisico e mentale al minimo. Il Feng Shui che vuol dire “vento e acqua”, è stato portato avanti da scuole che hanno sviluppato dei canoni precisi di architettura e arredamento, composti da regole articolate da seguire per ottenere un luogo abitativo adeguato alla nostra persona, affinché possiamo trarne quanti più benefici possibili. Per il buon andamento di questa tecnica si devono prendere in considerazione diversi fattori come il colore delle pareti o dei mobili, la posizione di quest’ultimi all’interno della stanza. Col trascorrere degli anni la filosofia orientale con il suo stile di vita e le sue arti mistiche si sta sempre di più diffondendo in occidente. L’arte del Feng Shui suggerisce di usare materiali quanto più possibili naturali il legno è il materiale più quotato insieme alla pietra e al metallo. In particolare in cucina andrebbero evitati i mobili troppo spigolosi a favore di quelli dalla forma fluida e arrotondata, il frigorifero andrebbe collocato lontano dal forno e la porta d’entrata sempre visibile a chi sta ai fornelli per dare tranquillità a chi cucina. In salotto, il divano dovrebbe essere messo di fronte alla porta d’entrata appoggiato contro il muro in modo da dare un senso di protezione a chi si siede e un senso di accoglienza a chi entra.
Il bambù simbolo di lunga vita
In Cina è un simbolo di lunga vita, mentre nella tradizione indiana è legato all’amicizia. Si tratta del bambù, una specie vegetale perenne, sempreverde, che può raggiungere notevoli dimensioni, sia in altezza che per quanto riguarda la sua estensione. Il bambù viene utilizzato sempre più spesso per la realizzazione di salotti, cesti, contenitori, ornamenti, mobili e persino tessuti. Sempre più sovente la tentazione di piantarne alcune canne per decorare il proprio giardino e sentirsi immersi in un mondo apparentemente esotico cattura molti. Chi ha intenzione di creare una sorta di siepe o di divisorio piantando delle canne di bambù deve prendere delle precauzioni, il bambù cresce molto e molto velocemente Il rischio è che in breve tempo possa invadere la proprietà dei vostri vicini. Alcune specie possono aumentare in altezza addirittura di 90 cm al giorno. La sua capacità di espansione non viene fermata da reti o steccati ed è ancora più rapida se la pianta si trova nelle vicinanze di terreni molto irrigati o in zone dove l’acqua ristagna facilmente. I bambù sono inoltre molto apprezzati come piante da interno. Si deve riconoscere che fanno in genere un bellissimo effetto, specie se piantati in vasi e poi collocati nelle stanze dove gli garantiremo luce e umidità per la sua crescita
Videogame…realtà o marketing
Gli appassionati di videogiochi conoscono la sensazione: quando si sta giocando al proprio gioco preferito, non si vorrebbe interrompere mai, e la cosa più fastidiosa al mondo è quando qualcuno chiama dicendo “È ora, dobbiamo andare”. Ma nonostante questo, non è certo comune l’atteggiamento di una sposa che i parenti hanno dovuto letteralmente trascinare all’altare che, perché lei non voleva mollare il computer con cui stava giocando. Secondo quanto riportato, la futura sposa stava giocando in un internet café a League of Legends, un videogioco online che starebbe avendo grande successo in Cina, rifiutando di scollegarsi per andare alla cerimonia, finché i parenti e lo sposo, esasperati, la trascinano via a forza. Il fatto pare sia successo in Cina. Va detto che ci sono stati diversi casi in cui la passione per i videogiochi ha raggiunto livelli patologici è il caso divulgato giorni fa, di una coppia che ha venduto i figli per poter giocare tranquillamente ai videogame, ed in alcuni casi la cosa è addirittura finita in tragedia. Nonostante questo, però qualcuno ha sollevato dubbi sulla veridicità dell’accaduto, alimentando sospetti che i fatti siano stati organizzati, magari nell’ambito di una campagna di marketing del gioco.
La porta del Paradiso
Varcare la porta del Paradiso? Dobbiamo prima percorre 99 tortuosi tornanti, poi salire 999 scalini. Una fatica non indifferente, che verrà ripagata dallo spettacolo della natura offerto dal Monte Tianmen, in Cina. Vicino alla città di Zhangjiajie, in cima ad una montagna si trova una suggestiva caverna di roccia naturale a forma di arco, alta trenta metri e profonda 70, che si scaglia verso il cielo. Questa formazione rocciosa, unica al mondo, sembra risalire all’anno 263, quando il dorso di una grotta crollò lasciando un buco nella parete e creando questo suggestivo panorama che i cinesi definiscono «il simbolo più vicino a Dio presente sulla terra». Raggiungere la porta del paradiso richiede uno sforzo fisico non indifferente. Per ammirarla è necessario prendere un autobus per affrontare i tornanti che si arrampicano sulla montagna, poi percorrere la ripida scala che conta ben 999 gradini. In alternativa è possibile usufruire della funivia più lunga del mondo, la tianmen Mountain Cable , che in 20 minuti percorre circa 7,5 chilometri. Ma non finisce qui. I più impavidi, oltre a varcare la porta del paradiso possono anche camminare lungo il versante orientale del Monte Tianmen su una passerella in vetro: una passeggiata a strapiombo su 1430 metri di vuoto assoluto, riservata solo a chi non soffre di vertigini. Questo sentiero si chiama Cammino della fede, e deve essere percorso con dei copri scarpe per non graffiare il pavimento. Nonostante il senso di vuoto, la passerella trasparente – lunga 60 metri, spessa 6 centimetri e larga meno di un metro – è assolutamente sicura: «Qui i turisti possono camminare, correre o anche saltellare.
1400 Euro per una tazza di tè
Ci sono certamente bevande pregiate che costano decisamente care. Ma poche raggiungono i prezzi di un particolare tè, il Da Hong Pao, per una tazza del quale bisogna sborsare 970 euro. Un singolo grammo del pregiatissimo tè costa infatti oltre 1.400 euro, quasi 30 volte quello che vale la stessa quantità di oro.A spingere verso l’alto il prezzo della bevanda sarebbe la rarità delle foglie utilizzate: si tratta infatti di una varietà di tè che cresce sulle montagne Wuyi, nella Provincia cinese di Fujian, e cresce solo selvatica e non è possibile coltivarla, tanto che i cercatori di questa pianta hanno un particolare religioso per chiedere l’aiuto degli dèi per trovarla, dato che la sua rarità richiede un grosso colpo di fortuna.Ma è anche la lavorazione a rendere tanto prezioso questo tè: quando una pianta viene trovata, viene accudita per un certo periodo lavando le foglie con latte di capra, e una volta raccolte le foglie queste vengono cotte e lasciate a essiccare per lunghi periodi, che possono raggiungere addirittura gli 80 anni.La tradizione cinese attribuisce al Da Hong Pao capacità curative quasi miracolose. Lo stesso nome è legato ad una leggenda “Da Hong Pao” infatti significa “Il grande abito rosso”, tale abito sarebbe stato fatto “indossare” alle piante da un imperatore della dinastia Ming, come celebrazione del fatto che la madre malata era guarita dopo avere bevuto una tazza del miracoloso tè.Se le versioni “originali” del pregiato tè raggiungono prezzi spropositati, sono in commercio anche versioni “low cost” del Da Hong Pao, dove vengono usate piante di tè dello stesso tipo ma cresciute in luoghi leggermente diversi, e soprattutto non sottoposte al lungo invecchiamento. “Low cost” per modo di dire, in ogni caso: una tazza costa comunque intorno ai 250 euro
Dolce d’acqua
Dopo una gradita cena con amici a base di, sushi abbiamo finito con una grossa goccia d’acqua appoggiata sul piatto, in realtà era un dolce. Ed è delicato come sembra, perché se non lo si mangia entro mezz’ora, si trasforma in una pozza d’acqua. Il dolce è realizzato con la base di farina di riso e polvere di soia, che di solito è di colore giallo, con una consistenza gelatinosa I creatori di questa variante sono riusciti a realizzarne una versione utilizzando acqua di sorgente particolarmente pura, pochissimo zucchero e gli ingredienti appena necessari a dargli una forma. Il sapore è estremamente delicato, anche se divide un po’ le opinioni di chi lo ha provato: da un lato chi lo giudica “assolutamente incredibile”, altri che ironizzano sul fatto che il dolce è composto per lo più di acqua e lo considerano un costoso bicchierino d’acqua solidificato
Jeans…la storia di una tradizione
Risale al 20 Maggio 1873, il giorno in cui Jacob Davis e Levi Strauss acquisirono il brevetto per i blue jeans. I blue jeans hanno cominciato a diffondersi durante la seconda guerra mondiale grazie ai soldati americani che li portavano a dosso quando non erano in servizio. Poi a metà degli anni 50, la svolta: divengono popolari tra i giovani, come emblema di ribellione adolescenziale, dopo che James Dean li indossa in Gioventù bruciata . Il primo a lavare un nuovo paio di jeans per ottenere l’effetto consumato, ancora oggi di moda, fu Marty Friedman, titolare di Limbo, un negozio dell’East Village di New York. Sul finire degli anni 60 mandò i jeans nuovi in lavanderia per dargli l’effetto vintage, che tanto piaceva ai sui clienti hippy. La produzione di jeans avviene per oltre il 50% in Asia, in particolare in Cina, India e Bangladesh. Il paese occidentale più attivo nella produzione dei jeans è invece il Messico. In ogni armadio o baule della nostra casa è passato sicuramente un jens mito di una storia ancora attuale
Momenti di benessere
Il tè è una bevanda generalmente nota, è molto difficile tracciarne la storia della sua provenienza, fino alle sue origini. Tuttavia, è alla Cina che guardiamo quando facciamo riferimento alla tradizione più radicata e importante all’interno della società. È in questo continente che il consumo di tè avviene tramite una vera e propria celebrazione dal carattere sacro.
Impossibile, per gli amanti di questa bevanda, rimanere indifferenti al fascino dell’antica tradizione. Con un cucchiaino di zucchero, una spruzzata di limone, qualche goccia di latte: gustare un tè è una tradizione millenaria e globale e allo stesso tempo un’esperienza del tutto propria da declinare secondo i propri gusti. Esistono infinite di tipologie di tè e altrettante varianti di accessori per gustarlo.
Quando ci si siede su di una poltrona e si versa del tè da una teiera la consapevolezza di puro relax e il piacere del palato diventano ancor più gratificanti.
Gli appassionati del tè lo sanno bene: una teiera non è solo un accessorio utile, ma anche elemento di determinazione dell’atmosfera che coinvolge questo rito solitario o conviviale.
Insomma, la scelta della teiera rispecchia anche un po’ la nostra personalità e racconta molto sulla nostra attenzione al nostro modo di vivere.![]()