Leggere è un piacere che non tutti si concedono. Per mancanza di tempo, dicono, o perché i libri costano troppo. Alibi quasi sempre, solo a volte realtà. E, quanto al tempo, se c’è quello per nutrire il corpo, dovrebbe essere più prezioso ritagliarsi quello per l’anima. Soprattutto d’estate, in spiaggia in giardino, al lago, o semplicemente in casa. Leggere apre finestre sconosciute sul mondo, aiuta a conservare i nostri sogni, dà linfa ai sentimenti, fa avvicinare al significato dell’esistenza… Ogni volta che apriamo un libro ci prendiamo cura di noi stessi. Lo dicono gli esperti che vedono una cura in grado di dare sollievo ai più comuni disturbi dell’umore. Tra le pagine di un libro si trovano le opportunità per riflettere su di sé, per confrontarsi. Ma leggere è utile anche per sviluppare risorse e abilità empatiche. Per vivere meglio, per capire con più facilità le persone che ci circondano.Fa bene ai grandi e ancor di più ai piccoli: identificarsi con i personaggi di una storia aiuta a scoprire lati nascosti del carattere a buttar fuori paure e ansie. Ma attenzione ci sono libri che possono in questo essere molto più efficaci di altri: la narrativa più dei romanzi rosa riesce a trasformarci in persone più belle. Perché è nei finali aperti che possiamo esercitare le nostre capacità psicologiche e metterle a frutto in modo positivo. Per capire meglio gli altri e per conoscere meglio noi stessi. Cattiverie comprese….
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Perchè si perdono le chiavi…..
PERCHÉ alcuni di noi perdono sempre le chiavi? Altri non ricordano dove hanno lasciato gli occhiali. O il telefonino. Per non parlare del dramma dei parcheggi multipiano, dove vaghiamo come anime in pena senza ricordare più dove abbiamo lasciato l’auto. Niente panico, questi non sono i segnali precursori dell’Alzheimer. Non sono neppure per forza legati all’età. La scienza ha spiegazioni sorprendenti per questi incidenti. Gli esperti hanno anche realizzato un elenco di suggerimenti efficaci, per aiutarci: a non perdere, oppure a ritrovare. Quando non attiviamo la memoria per codificare un gesto ordinario e ripetitivo che stiamo facendo tipo, posare le chiavi sul comodino, sulla scrivania vicino alla porta d’ingresso, o chissà dove. Codificare significa «attivare l’ippocampo che compie l’equivalente di un breve scatto fotografico, e poi immagazzina l’immagine in una serie di neuroni, che in una fase successiva possono essere riattivati facilmente»In media ogni essere umano smarrisce (momentaneamente) ben nove oggetti al giorno. E’ stato rilevato che si spendono 15 minuti ogni giorno per ritrovare qualcosa: telefonino, chiavi di casa o dell’auto, qualche documento di lavoro password e pratiche burocratiche. Tra le cause sospettate del peggioramento della nostra distrazione, alcune effettivamente sono all’opera: stress, stanchezza, deficit di sonno, e soprattutto il dilagante tenore di vita che ci porta a fare troppe cose tutte insieme. Ma la spiegazione di fondo ha a che vedere con il funzionamento……. “normale” del cervello
Il profumo della felicità
La felicità potrebbe transitare per il naso… Quando gli scienziati avranno trovato la “ricetta” giusta per il profumo perfetto, quello che attrarrà tutti a prescindere dai gusti, dall’età e dal paese di provenienza. Che profumo ha la felicità? Gli scienziati dei sensi non sono ancora arrivati a comprenderlo, ma sperano di farlo presto, ricercando il modo con cui avvertiamo i profumi. Lo stesso profumo per qualcuno è percepito come buono e per altri come sgradevole. Negli USA per esempio l’odore dei crisantemi è delizioso, mentre a noi ricorda i cimiteri. Ma, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non è solo una questione di abitudine Per gli esperti della Cardiff, ci sono certamente fattori culturali che influenzano le nostre reazioni: per esempio alcune fragranze come la lavanda, che a parole suscitava una percezione di rilassatezza per alcuni volontari, non ha fatto registrare in realtà gli stessi esiti sul cervello di tutti. Per alcuni si è dimostrata rilassante mentre per altri appariva piuttosto “eccitante”. Verosimilmente la sensazione di relax era indotta dalla consuetudine. Mettendo insieme tutte le fragranze “innate” allora, forse un giorno sarà possibile creare un profumo universale, che vada bene per qualsiasi era, capace di persuadere in tutti una generale percezione di benessere, ricordando il “profumo” della felicità.