Ne mangiamo così tanto…che lo stiamo finendo tutto!! Sarà vero? La notizia che il cioccolato stia per finire si sente da un po’ di tempo. Dobbiamo preoccuparci sul serio? Nel 2013 ci siamo dati così tanto alla pazza gioia che abbiamo mangiato più cioccolato di quello che è stato prodotto: di questo passo entro il 2020 la produzione di cacao potrebbe non arrivare a coprire il fabbisogno mondiale. L’allarme è stato lanciato da una multinazionale statunitense la maggior produttrice di cioccolato al mondo, con sede in Svizzera. Nel giro di un anno i prezzi del cacao, che è l’ingrediente principale del nostro amato cioccolato, sono aumentati addirittura di un quarto, registrando il picco nel mese di agosto, con circa 3mila dollari a tonnellata. Per molti esperti, il cioccolato potrebbe diventare presto un bene di lusso, al pari dello champagne e del caviale. Rispetto a qualche anno fa, è aumentato di molto il consumo di cioccolato fondente, che contiene una percentuale di cacao puro parecchio più alta del cioccolato al latte, che fino a qualche tempo fa la faceva da padrone. Tra i motivi del crollo produttivo, hanno contribuito moltissimo i cambiamenti climatici che si sono abbattuti sulle piantagioni di Ghana e Costa d’Avorio le restrizioni per l’epidemia di Ebola e un fungo che ha aggredito i raccolti in Brasile Tuttavia, secondo alcuni esperti, queste stime non sono attendibili e l’allarme sarebbe stato lanciato dai produttori per aumentare i ricavi. A chi credere?
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Pasta pesce e frutta rivoluzione sulle nostre tavole
Il clima del sud si sposterà verso nord e tutto si risistemerà felicemente. O forse no. Il futuro fa paura e, se proprio non si riesce ad avere una sensibilità ecologica all’altezza del problema, che per lo meno ci si interessi alla pancia. Le colture che nei millenni hanno alimentato non solo lo stomaco, ma anche ricche tradizioni culinarie, affronteranno il riscaldamento globale diventando prodotti di lusso o, semplice, morendo. Un aumento della temperatura porterà ad una riduzione dei raccolti e, così, la ricchezza della nostra tavola potrebbe essere stravolta. Impoverita, per la precisione.Un piatto di pasta costerà di più, perché nelle regioni mediterranee si avrà un calo dei raccolti di frumento di conseguenza il mais che viene usato soprattutto per i mangimi determinerà una riduzione della produzione così ci sarà un aumento di prezzo del mangime, dunque si tradurrà in una crescita dei costi e, infine, di carne, latte e derivati, la produzione di fagioli scenderà del 25% e un calo importante si registrerà anche per tutti i frutti con il nocciolo, visto che necessitano di giornate invernali che favoriscano l’impollinazione senza interruzioni improvvise causate da una strana, calda, imprevista notte di calore.Mangiare pesce diventerà sempre più difficile e costoso. Come per la terra, anche per i mari e gli oceani, non si risolve tutto con la ricollocazione delle specie, poiché l’habitat è questione molto più complessa di una temperatura. Le acque calde faranno saltare i cicli riproduttivi di salmoni e merluzzi, con conseguente riduzione delle specie e aumento dei prezzi. Intanto, l’anidride carbonica, ovunque in aumento, si scioglierà nei mari rendendoli più acidi, indebolendo le formazioni coralline e tutta la vita che gira intorno ad esse.Prepariamoci ad adeguarci anche con il vino, la cui produzione è roba abbastanza complicata che non si risolve prendendo una vite e piantandola dove capita, solo perché le temperature dovrebbero essere le stesse del luogo d’origine. Saremo poi costretti anche a rivedere il dolce, dato che i prezzi del cacao e del caffè saliranno: due gradi in più metteranno a rischio gli alberi di cacao del Golfo di Guinea, mentre il caffè sarà aggredito dai funghi che tanto prolificano con il caldo, quando la pianta, fiaccata dalla siccità, inizia a cedere. Il quadro tracciato dall’Onu è troppo scuro? Guardiamo all’anno che è alle nostre spalle; poi diamo un’occhiata ai frantoi, dov’è finito l’olio extravergine italiano? La mosca olearia, complice la stagione, ha distrutto uno dei principali prodotti di qualità della nostra agricoltura, dalla Toscana alla Puglia, zanzare e parassiti in generale non conosceranno più stagioni nelle quali le rispettive popolazioni saranno decimate dal freddo: prolificheranno per gran parte dell’anno diventando sempre più dannose per i raccolti.
Parlare di sentimenti è come…..
Parlare di sentimenti è come giocare in cucina, per questo il risultato dipenderà dal giusto equilibrio tra gli elementi. Ed è per questo che si dice anche che i sentimenti sono come le spezie. Come queste ultime sono al centro del nostro cucinare, i primi sono al centro della nostra vita e saranno ciò che saremo .I sentimenti/le spezie non sempre possono essere elargiti in grosse quantità, ma non per questo vanno negligentemente conservati, stipati o pesati in modo preciso come quando cuciniamo un dolce. La loro magia si esprime più interamente in una ricetta salata in cui il q.b. risulta essere l’elemento personale e distintivo. Francesco Fresi psicoterapeuta, insieme a Enrico Smeraldi reputano che da troppo tempo ci siamo abituati alla solita “minestra”: ci siamo cioè spenti emotivamente, abbiamo chiuso in una stanza la curiosità e abbiamo lasciato libero un progressivo inaridimento. Vale a dire il “bisogno di non aver bisogni”. Che si traduce nel pensare di saper bastare a se stessi, al non chiedere mai aiuto, nemmeno quando si tratta di cucinare una torta senza averla mai fatta prima. Si finirà con l’aprire il forno troppo presto. Risultato: l’inevitabile sgonfiamento del dolce. Anche del nostro io. Sentimenti da “assaggiare” i due autori indicano ricette/emozioni che partono dalle tradizioni classiche e che sperano di stuzzicare la capacità di provare emozioni/nuovi piatti. Si tratta quindi di giocare come fossimo in cucina: il buon risultato dipenderà dal giusto equilibrio tra gli ingredienti. I sentimenti possono interagire tra loro in modo sia positivo sia negativo, inducendone di nuovi L’esempio più̀ classico è quello della gelosia: la sua assenza può̀ oscurare il sentimento d’amore provato, facendoci risultare freddi, distaccati ed egocentrici, mentre, talvolta, quando appare eccessiva, la neghiamo provando vergogna, ci sentiamo in colpa. Tuttavia, è evidente a tutti come, se equilibrata, risulti spezia essenziale del processo di innamoramento…Curiosi come la cannella, gelosi come il peperoncino, invidiosi come il wasabi, allegri come la menta piperita, paurosi come il piper nigrum, in colpa come il cacao, amanti di sé come la vaniglia, estasiati di noce moscata, disgustosi come il chiodo di garofano, nostalgici come il cumino, pudichi come papaveri, soli come il mirto, traditori come il curry…
Rosa è il colore del nuovo cibo…degli dei
Non è dato a sapersi se diverrà l’alimento più desiderato dagli amanti dei dolci: verosimilmente, però, il cioccolato rosa sarà presto il più fotografato. La nuova varietà, il primo nuovo tipo di cioccolato introdotto da 80 anni a questa parte, da quando cioè fu lanciato quello bianco, è stata ottenuta nell’arco di 13 anni di esperimenti dalla Barry Callebaut, azienda di Zurigo specializzata in cacao e ricavati, che ne tiene per ora segreta la ricetta. Sono i suoi creatori a raccontare il sapore: meno dolce di quello del cioccolato al latte, con una nota acidula e un profumo delicato di frutti rossi.Nessun estratto naturale, additivo o colorante è però stato aggiunto, per ottenere aroma e colore della quarta varietà ufficiale di cioccolato dopo fondente, al latte e bianco: il Ruby Chocolate deve il suo rosa totalmente al tipo di fava di cacao da cui è estratto, che racchiude lo stesso pigmento ed è raccolta in Costa d’Avorio, Brasile ed Ecuador. La composizione delle nuove stecche è ancora top secret, anche se alcuni sostengono che possa derivare unicamente dalle fave di cacao a differenza del cioccolato al latte, e di quello bianco, che contengono grandi quantità di latte e burro di cacao, rispettivamente. Un po’ di pazienza. Il cioccolato rosa è stato esibito il 5 settembre in Cina nel corso di un evento esclusivo. Al momento se ne sta predisponendo la vendita ai grandi distributori di tutto il mondo: per averlo al dettaglio e assaggiare questa nuova curiosità alimentare occorreranno 6-18 mesi, a seconda dei Paesi e degli accordi.
Idee…il cappuccino di zucca
ll cappuccino di zucca è una crema molto semplice e appetitosa perfetta per servire un antipasto differente dal solito, in perfetto stile invernale, dove si possa ben sfruttare il sapore dolce e delicato della zucca di stagione, offrendo qualcosa di differente ed originale che riscuoterà sicuramente un certo trionfo. A primo sguardo potrebbe quasi sembrarvi una semplice vellutata di zucca, ma in verità è molto di più.Il cappuccino di zucca è una preparazione al cucchiaio che ricorda il classico cappuccino di caffè, la bevanda più famosa per la prima colazione, a casa come al bar, per il doppio strato, in questo caso di zucca e di soffice crema allo yogurt, e per la spumosità della cremina in superficie realizzata in genere con un formaggio montato. Per ultimare il cappuccino, non potendo sfruttare la classica spolverizzata di cacao, si inserisce come rifinitura e guarnizione una marmellata dal gusto lievemente acido, per meglio contrastare la dolcezza della zucca stessa. A piacere è possibile poi decorare il tutto con dei gherigli di noci e semi di zucca.Il cappuccino di zucca è una ricetta che nella sua facilità riesce ad essere anche un concentrato di benefici. Leggera perché non si adoperano molti grassi, salutare perché preparata con la purea di zucca, un ortaggio che ci offre davvero gusto e nutrimento. Ma questo cappuccino può essere pensato anche l’alternativa sana e bilanciata da offrire ai bambini che non amano mangiare le verdure. Il suo aspetto un po’ insolito, infatti, li renderà particolarmente felici con poco.
Il cioccolato fa bene al cervello
Sembrerebbe che il cioccolato sia un toccasana per il cervello. Pare di si. Infatti il paese con il maggior consumo è anche il paese che ha ricevuto più premi Nobel. La cosa strana è che questa statistica non vale solo per la Svizzera detentrice del titolo, ma la correlazione tra i due fenomeni rimane pressoché immutata per le altre posizioni: la Svezia, ad esempio è seconda sia per consumo di cioccolato che per premi Nobel… e così via! Uno svizzero mangia mediamente 11 kg di cioccolata all’anno. Si sa, la Svizzera è il paese sovrano nella produzione di cioccolato, e come da pronostico, la sua popolazione si aggiudica il premio per il maggior consumo pro-capite all’anno. Sono infatti circa 11 i kg, suddivisi per circa 94.000 tonnellate di prodotti realizzati col cioccolato, che ogni svizzero ingerisce ogni anno. Per poter trarre benefici dalle sue proprietà, dovreste mangiare il cioccolato puro, ovvero quello che contiene tra il 60 e l’80% di cacao. Il cioccolato a latte perde molte delle sue proprietà, inoltre che sia in barretta, sciolto o sotto forma di praline, il cioccolato fornisce al corpo grandi quantità di antiossidanti e un’ampia gamma di benefici
La fonduta di cioccolata
La fonduta di cioccolato è un dessert molto scenografico e davvero irresistibile. Per farla gli ingredienti, il tempo e gli strumenti necessari sono pochi: cosa stiamo aspettando?? Possiamo scegliere di fare una fonduta al cioccolato nero fondente o al latte oppure al cioccolato bianco e possiamo scegliere se e come aromatizzarla. E’ molto importante scegliere sempre un cioccolato con alta percentuale di cacao, per ottenere una fonduta vellutata e senza grumi. Acquistate 250 g di cioccolato fondente, al latte oppure bianco 100 ml di panna fresca frutta fresca a pezzi Rompete in piccoli pezzi il cioccolato e ponetelo insieme alla panna liquida oppure al succo di arancia in una ciotola e fate sciogliere lentamente e a bagnomaria, mescolando spesso. Quando sarà totalmente sciolto e amalgamato, aggiungete due cucchiai di acqua freddissima e incorporate delicatamente: renderà più lucida la fonduta. Servite la fonduta calda nell’apposito contenitore unita da frutta fresca a pezzi da infilzare a spiedini di legno. Buon appetito!!
Caffè e cacao aumentano la concentrazione
Mocaccino golosità imperdonabile? Niente affatto: unire caffè e cacao sarebbe, secondo un recente studio scientifico, la scelta ideale per affrontare la stanchezza e riuscire a focalizzare sulle cose da fare. Non solo: l’affascinante combinazione aiuterebbe anche a combattere l’ansia. Gli scienziati dell’università della Georgia Usa, hanno infatti esplorato gli effetti di una serie di bevande su attenzione, e motivazione a portare a termine compiti di tipo cognitivo e percezioni d’ansia, di energia e stanchezza.Lo studio, durato quasi un anno ha fatto testare ai volontari diverse combinazioni di bevande ripetutamente. È stato uno studio davvero divertente Il cacao aumenta il flusso sanguigno cerebrale, il che aumenta l’attenzione e le capacità cognitive. La caffeina da sola può far aumentare l’ansia. Questo progetto ha riscontrato che il cacao abbassa gli effetti di aumento dell’ansia prodotti dalla caffeina una buona ragione per bere mocaccini!”.L’unione di cacao e caffè è particolarmente adatta per gli studenti, e per chiunque desideri aumentare le proprie capacità di concentrazione. Una bella tazza di cioccolata calda può ridurre significativamente gli errori associati alla perdita di attenzione, e un supplemento di caffeina può aumentare tali effetti senza far aumentare l’ansia che è associata al consumo di caffeina da sola. Mocaccini, caffè moka e qualsiasi combinazione di bevanda calda a base di caffè e cacao sono dunque perfetti per spronarci nelle nostre giornate, per la gioia delle moltitudini di fedeli di entrambi i prodigiosi ingredienti.
Cosi ti conquista il miglior pasticcere del mondo
Il New York Post lo ha definito il «il Willy Wonka di New York», ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti e in Francia è stato insignito con l’Ordre du Merite Agricole davanti alle porte c’è una coda di almeno un centinaio di persone. La creatività di questo pasticcere è inesauribile e irresistibili sono i suoi fantastici e unici dessert , un croissant dal cuore morbido con la crosta croccante caramellata, versione riletta del gateaux bretone; il Paris-New York, variante con crema di burro di arachidi, il Paris-Brest con caramello morbido, i Cookies shots biscotti caldi al cioccolato a forma di bicchierini che vengono riempiti di latte freddo alla vaniglia: che si beve subito appunto, mangiandosi poi il anche il bicchiere E poi ci sono le Mini-, meringhe in miniatura, dai mille colori e sapori: fragola, pistacchio, menta, cioccolato, vaniglia, lampone, mirtillo, noce di cocco, limone, arancio. Si possono mangiare come caramelle, oppure come suggerisce il loro creatore utilizzarle per guarnire gelati, mescolarle al riso soffiato e ai cereali della prima colazione, «tuffarle» nella tazza di cioccolata calda, utilizzarle per una mini-pavlova con fragole fresche.Comunque vogliate sbizzarrirvi, non potete non provare un altro classico di Dominique Ansel: la Mini-me Torta, un dolce con cinque textures diverse di cioccolato sormontate da croccanti Mini-me al cioccolato bianco spolverizzate di cacao. Scommettiamo che adesso volete assaggiare le creazioni del Miglior Pasticcere del mondo? Passaporto alla mano: dovete volare a New York o Tokyo, oppure a Londra. Oppure, anche a Los Angeles, oppure aspettare il suo arrivo in Italia gustando intanto le prelibatezze dei nostri pasticceri locali
