Combattere il mal di testa

Alzi la mano chi non ha mai sofferto di mal di testa? Questo disturbo è molto più diffuso di quello che si potrebbe immaginare e sono in molti a soffrirne, a volte anche in maniera cronica. Un aiuto per sconfiggerlo o tuttavia per ridurne gli effetti arriva dall’alimentazione: ecco gli alleati che non possono mancare a tavola e nelle proprie abitudini quotidiane. Diversi studi scientifici hanno evidenziato una stretto legame tra la concentrazione di grasso nel sangue, e l’emicrania. Per questo motivo, chi soffre spesso di mal di testa dovrebbe limitare l’assunzione e il consumo di cibi a elevato contenuto lipidico come i fritti e la carne rossa. Attenzione anche a mangiare troppo pane e abbondanti piatti di pasta, i carboidrati , che aumentano il livello di serotonina nel sangue favorendo la comparsa dei dolori. Via libera invece al pollame e al pesce, in particolare quello bianco branzino, spigola, orata, dentice, ricciola. Un rimedio efficace contro l’emicrania è lo zenzero, una spezia di origine orientale che negli ultimi anni è ha avuto un vero e proprio boom anche qui da noi Lo zenzero è un insaporitore naturale in grado di rendere gustosi i dessert, innanzitutto sotto forma di canditi o se mescolato nell’impasto dei biscotti. La sua azione è sia preventiva che conseguente al mal di testa: grazie al suo sapore agrumato e lievemente piccante contrasta la nausea e ridona una sensazione di benessere.Altri cibi utili allo scopo sono i legumi come fagioli e ceci e i cereali, che rilasciano energia in modo graduale,. I fiocchi d’avena hanno in più il vantaggio di avere un alto contenuto di proteine.Infine, la corretta alimentazione deve accompagnarsi a una buona idratazione durante tutto l’arco della giornata. Tra le principali cause del mal di testa c’è, infatti, proprio la disidratazione, che si può risolvere bevendo tanta acqua almeno 2,5 litri al giorno. I liquidi migliorano la circolazione sanguigna ed evitano gli effetti collaterali tipici del mal di testa.

Attenzione alla lista nera sulla tavola

La dieta mediterranea è sinonimo di alimentazione equilibrata e di benessere. Ma se una gustosa pasta viene condita con broccoli cinesi c’è il rischio di intossicarsi. O se alla mozzarella con pomodoro viene aggiunto regolarmente il basilico indiano quanto meno bisogna sperare che non venga un tumore a lunga distanza. Anche a mangiare la frutta fresca si corrono rischi. Il prosciutto di Parma accompagnato dal melone proveniente dalla Repubblica dominicana non è un piatto rassicurante né il melograno, le arance o le fragole egiziane.Non è sicuro neppure il peperoncino che gli italiani usano un po’ ovunque. Fa bene, sì, ma non quello importato dalla Thailandia zeppo di residui chimici dannosi alla salute.Si tenta di mangiare bene ma si cade dalla padella alla brace. Cibo che sembra buono e bello cela mille insidie e, dunque, prima di mettere frutta e verdura nella borsa della spesa occhi alle etichette. I prodotti nostrani sono quelli che offrono più garanzia in fatto di residui chimici.I prodotti provenienti da Paesi extra Ue sfuggono a moltissimi controlli e finiscono solo dopo molto tempo nelle famose black list degli alimenti da evitare.Come quella presentata da Coldiretti. Al primo posto della lista nera si posizionano i broccoli cinesi, contaminati da residui chimici per il 92% dei campioni. Non va meglio per i pomodori e per il prezzemolo del Vietnam con il 78% di irregolarità e il basilico dall’India, dove in sei casi su dieci è stato trovato il Carbendazim, vietato in Italia perché ritenuto cancerogeno. Dunque occhio alla provenienza.

 

La “lollipop diet”

Cosa non si farebbe per perdere peso?Anche noi comuni mortali figuriamoci  le star del mondo dello spettacolo, le quali avrebbero trovato un modo “dolce” per togliere qualche chilo di troppo, si tratterebbe di un lecca lecca… Prima che andiate a svaligiare un negozio di caramelle però, sappiate che si tratterebbe di lecca lecca particolari, prodotti dall’azienda canadese Power Pops e in grado di diminuire il senso di fame e di dare maggiore energia al corpo, grazie a degli ingredienti segreti, tra cui lo hoodia un estratto di una pianta del Sudafrica usata per sopravvivere nel deserto, il Citrimax tolto da un frutto tropicale della giungla asiatica, la garcinia cambogia e il guaranà che contengono caffeina. Ogni lecca lecca conta solo dieci calorie e perché facciano effetto basta mangiare uno prima dei tre pasti principali. , bisogna magiarne tre al giorno, uno prima di ogni pasto, per far sì che la dieta abbia effetto. Ovviamente la moda è stata istantaneamente criticata dai nutrizionisti secondo cui non ci sarebbe nemmeno la certezza scientifica che il metodo funzioni, ma le star, si sa, le provano proprio tutte pur di restare in forma.

 

 

Lui e lei anche a tavola sono diversi

Non si tratta solo di forza fisica e di atteggiamenti mentali. Anche quando si parla di alimentazione e di dieta le differenze tra uomini e donne e si fanno sentire. In uno studio del Baker Idi, in Australia, un gruppo di volontari, uomini e donne, doveva seguire una dieta ipercalorica, iperproteica e con pochi grassi. Un altro gruppo aveva invece la possibilità di scegliere tra tre diversi tipi di diete, tutte a calorie libere, e di passare da una all’altra a piacimento. Il risultato: gli uomini dimagrivano di più con una dieta rigida, le donne con una dove veniva lasciata la possibilità di scegliere il fisico è diverso tra uomini e donne anche per quanto riguarda l’accumulo di grasso. Negli uomini infatti l’adipe si localizza a livello addominale, in profondità dove è più pericoloso per la salute perché può favorire malattie metaboliche e del sistema circolatorio. È però un grasso più facile da smaltire perché il suo accumulo è dovuto soprattutto a un eccesso di carboidrati: basta quindi limitare pane e pasta, riso e snack per far scendere l’ago della bilancia. Dallo studio si deduce che quando un uomo vuole dimagrire è in genere molto motivato e vuole avere indicazioni chiare e precise. Preferisce non avere troppe opzioni tra cui scegliere ma uno schema preciso da seguire alla lettera .Al opposto le donne preferiscono schemi alimentari elastici e flessibili che si possano adattare alle loro esigenze ma anche a quelle della famiglia. Dovendo cucinare per tutti infatti sono più esposte al rischio di cedere al rischio di assaggiare e mangiucchiare rallentando il successo della dieta.L’uomo ha una quantità maggiore di massa magra rispetto alle donne; questo tessuto “brucia” di più quando lavora rispetto alla massa grassa e questo aiuta a tenersi in forma. Gli uomini inoltre sono più propensi ad aumentare l’attività fisica al fine di dimagrire e riescono in genere a rispettare gli appuntamenti con la palestra, la piscina o il parco per la corsa.Le donne invece faticano a trovare tempo per fare movimento e spesso non riescono a superare l’ora settimanale di sport. Sta di fatto che incrementare l’attività fisica giornaliera anche con piccole strategie come fare le scale a piedi, scendere un paio di fermate prima dall’autobus, seguire un corso di ballo oppure giocare a pallone con i bambini, farà sicuramente bene a tutti e due

 

 

 

Ecco i peccati di gola più amati dagli Italiani

Seguire una buona alimentazione e una dieta è cosa buona, giusta e sana. Ma la trasgressione è dietro l’angolo, con ogni popolo caratterizzato dalle sue scivolate alimentari preferite. Ecco allora i peccati di gola più amati dagli Italiani. Primo posto indiscusso per la cioccolata 75% del campione, amata clandestinamente per un italiano su quattro, per di più, il cibo degli dei è legato al minimizzare: se ne mangia cioè una tavoletta e si ammette di aver consumato un quadratino. Secondo pasto per il dolce 16% , specialmente il ciambellone, consumato in porzioni dalla dimensione variabile. Terzo posto  per il pane 15,7% sorta di mascotte alimentare per gli abitanti del Belpaese. In questo caso, il problema è maggiore quando si pranza fuori: è facile dire che si è preso del pane, senza però quantificare precisamente il numero di fette. Seguono poi le trasgressioni “minori”, come patatine 11% e noccioline 6,4%. In questo caso, spiega il sondaggio il pericolo sta negli aperitivi e negli happy hour, abilissimi nel far calare le difese.

I cibi dietetici ci fanno ingrassare

Senza zucchero”, “senza grassi”, “low fat, “light”: girando tra le corsie del supermercato, non facciamo altro che vedere alimenti confezionati privi di zuccheri e grassi, che dovrebbero ridurre l’aumento di peso per non parlare del “senza olio di palma”. La parola “senza” è quasi diventata, di fondamentale importanza per la vendita del prodotto. I cibi light magari aiuteranno i nostri sensi di colpa e il portafogli di chi li produce, ma non è detto che facciano bene alla nostra salute. La produzione di alimenti “leggeri” risale al secolo scorso: in America, alcuni studi mostrano una correlazione tra cibi a elevato contenuto di grassi e malattie cardiovascolari, e suggeriscono che una dieta povera di grassi possa essere d’aiuto ai pazienti con problemi di colesterolo o di pressione alta. Vent’anni dopo, la dieta low fat viene consigliata all’intera popolazione, non solo a chi soffre di problemi cardiovascolari. Altri 20 anni e il regime low fat diventa una vera e propria ideologia, animata anche dai canoni di magrezza imposti dalla società. Inizia così il boom dei cibi dietetici.Dalle tavole vengono banditi il latte intero, i formaggi e i grassi animali in generale, e l’industria alimentare inizia a studiare nuove formule per produrre cibi che a parità di forma e sapore abbiano meno grassi, o addirittura ne siano del tutto privi. I grassi animali vengono così sostituiti da grassi vegetali insaturi, ma c’è un problema di consistenza: mentre a temperatura ambiente i grassi animali sono solidi, quelli vegetali sono liquidi, quindi il prodotto finale non ha né l’aspetto né il sapore di quello originale. Ecco quindi che per rendere il sapore del prodotto il più simile possibile a quello originale, viene aggiunta una notevole quantità di zuccheri. Leggendo bene le etichette si nota che, anche se in un prodotto c’è il 59% di grassi in meno, normalmente il numero di calorie è inferiore solo del 15% a quello del prodotto “intero”. In uno studio Susan Swithers, si scopre che i cibi low fat, in realtà, fanno ingrassare. Lo studio, è stato condotto su due gruppi di topolini, alimentati con cibo in polvere e con patatine fritte. Il primo gruppo ha ricevuto tutti i giorni patatine fritte normali, l’altro un’alternanza di patatine normali e patatine light, contenenti un grasso sintetico, che ha zero calorie I ricercatori hanno scoperto che, dopo alcuni giorni di questa dieta, i topolini alimentati con l’alternanza di patatine normali e light avevano mangiato di più, guadagnato peso e sviluppato più grasso corporeo rispetto ai topolini che avevano mangiato solo le patatine normali. Anche eliminando le patatine dalla dieta, i topi non avevano più perso peso,tale studio smentisce del tutto l’utilità dei prodotti light nelle diete, aggiungendo che, a lungo andare, una dieta “poco grasso” potrebbe anche far aumentare il colesterolo e condurre all’obesità, causando problemi metabolici e infiammazioni cerebrali.

Ben venuto autunno

Alimentarsi correttamente rappresenta sicuramente il percorso più rapido per garantirsi un’esistenza lunga e lontana da molti acciacchi. Alimentarsi in modo sano e in accordo con quello che la natura ci offre nelle diverse stagioni è ancora meglio. Ogni diversa stagione ci regala frutta e verdura al giusto punto di maturazione, con un contenuto nutriente in perfetta armonia rispetto al periodo dell’anno che ci si appresta ad affrontare. Settembre trascina spesso con sé malumore e stanchezza, senso di spossatezza e qualche malanno causato dal cambio di temperatura. Lasciar andare l’estate è sempre difficile, però se imparassimo ad affidarci al consumo di alimenti di stagione potremmo scoprire che i colori dell’autunno non sono poi così tristi. Tra gli alimenti dell’autunno la zucca è certamente il più eclettico: con la zucca è possibile preparare un menu completo, dall’antipasto al dolce. Poverissima di calorie soltanto 17 kcal/100 g è leggera, facilmente digeribile, diuretica, rinfrescante e lievemente lassativa. Cavolo e broccolo, spesso ingiustamente poco apprezzati, rappresentano invece un preziosissimo concentrato di vitamine A, B e C, acido folico, fosforo, calcio e potassio. Hanno un ottimo potere antiossidante e, grazie all’elevato contenuto di clorofilla, aiutano l’organismo nella prevenzione di anemie. Arancia e cacao sono fonti importanti di vitamina C, che, combinati, stimolano notevolmente le difese immunitarie. La mela, è un’ottima alleata contro la stanchezza e il nervosismo.Il legumi, ricchi di fibre, sono perfetti per saziarci in fretta e alimentare i nostri muscoli con preziose proteine vegetali.

Cibi e bevande fermentati

Nel 2018 andranno molto di moda i cibi e le bevande fermentate. Sostenibili, economici e salutari. Ma dai sapori, aspetto e consistenze molto diverse dalle nostre abitudini alimentari. Avete mai sentito parlare del Kimchi? E’ un piatto tradizionale coreano vecchio di 3.000 anni, fatto di verdure che vengono fatte fermentate per almeno una settimana insieme a spezie varie, pesce e peperoncino.Il Kefir? E’ una bevanda ricca di fermenti lattici ottenuta dalla fermentazione del latte. Contiene circa l’1% di acido lattico, ha un gusto fresco ed è molto nutriente. Originario del Caucaso, è tuttora molto popolare nell’ex Unione Sovietica. A seconda delle diverse modalità di fermentazione, il Kefir può avere un piccolo contenuto di alcol dovuto ai processi fermentativi dei lieviti. E che dire del Natto? E’ un alimento tradizionale giapponese prodotto tramite la fermentazione dei fagioli di soia. Viene abitualmente consumato abbinato a riso e salsa di soia e senape. È un alimento ricco di proteine e di vitamina B12 e di vitamina K2. Ha un sapore decisamente troppo forte, ma troverà spazio nelle abitudini alimentari occidentali, per via delle insuperabili proprietà anti-colesterolo. Insomma, una gastro-medicina!Questi i trend del 2018. Che dite? Che vi è passata la voglia di aver cambiato anno? Suvvia, non fate così! Dopo tutto, fino a qualche tempo fa, i vegani venivano percepiti come pericolosi seguaci di chissà quale setta! Il cibo etnico veniva scambiato per cibo di scarso valore, poi venne indicato che le italianissime “fettuccine” erano considerate cibo etnico da un abitante del nord Europa! C’era anche stato qualcuno che aveva fatto confusione tra avocado e avvocato. Ma questo, è un altro discorso!

Tumori e cibo spazzatura

Contengono troppi zuccheri, sale, conservanti, sono poveri di vitamine e di fibre: alimenti come snack, merendine, pasti pronti, oltre alle bibite gassate, non hanno certo fama di giovare alla salute. Aumentano anche il rischio di tumore? Un vasto studio ha rilevato uno dei primi indizi concreti di un possibile legame tra il consumo dei cosiddetti “cibi ultra-trasformati” e il cancro. Gli alimenti ultra-processati, o ultra-trasformati, sarebbero secondo la definizione di un’agenzia dell’OMG quelli che, oltre a zuccherosale, oli e grassi aggiunti, contengono come additivi sostanze estratte dagli alimenti come caseina, siero di latte e proteine isolate, o sostanze sintetizzate da componenti alimentari come oli idrogenati, amidi modificati e aromi non utilizzate solitamente nella preparazione casalinga dei cibi. alimentazione, cibo processato, junk food, dieta, sale, grassi, zuccheri, cibo spazzatura.Una dieta in cui questi cibi hanno la maggioranza, a scapito di cibi freschi, è stata legata all’obesità e a un aumento di diabete, pressione arteriosa e colesterolo, tutti a loro volta fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Finora però non c’erano prove e neppure indizi convincenti che il consumo di questi cibi fosse legato anche a un aumento del rischio di tumori. Tenendo conto di altri fattori di rischio conosciuti, tra cui l’età, la storia familiare, il fumo, la quantità di attività fisica, dall’analisi è stato comunque isolato un aumento specifico del rischio di tumore attribuibile all’alimentazione. Secondo lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sul British Medical Journal, a un 10 per cento in più nella proporzione di alimenti ultra-processati nella dieta corrisponde un innalzamento generale del 12 per cento del rischio di cancro. Per alcuni tumori, come quello del seno, l’aumento del rischio è stato dell’11 per cento. Il rischio aggiuntivo identificato riguarda inoltre solo gli alimenti definiti ultra-trasformati, mentre non è stato individuato per altri tipi di alimenti industriali, per esempio le verdure in lattina o formaggi e pane prodotti a livello industriale. D’altra parte, il consumo di cibi freschi frutta, verdura, legumi, riso, pasta, uova, carne, pesce e latte  è stato associato a una riduzione del rischio di cancro in generale e di tumore del seno.

Gli oli aromatizzati

Gli oli aromatizzati sono semplicissimi da preparare in casa e possono dare una marcia in più a tantissime ricette, oltre ad essere davvero gradevoli! Il procedimento di base per preparare gli oli aromatizzati a freddo richiede pochi strumenti e ingredienti assai semplici. Munitevi di piccoli barattoli di vetro oppure di mini-bottigliette; procuratevi un olio extravergine do ottima qualità; pensate alle vostre spezie o alle erbe aromatiche che preferite. I contenitori per la macerazione devono essere ben lavati e sterilizzati prima dell’uso e vanno conservati in un luogo buio e asciutto per un tempo che può variare da 1 settimana ad 1 mese, prima che l’olio aromatizzato abbia ottenuto il gusto desiderato e possa essere consumato. Una buona idea per evitare l’ossidazione causata dalla luce consiste nell’avvolgere i contenitori con la carta argentata. Tutti gli oli aromatizzati possono essere conservato per circa 12 mesi. Ecco alcune idee.Olio all’aglio 300 ml di olio extravergine di oliva,4 spicchi di aglio fresco erbe aromatiche 1 cucchiaino di origano, 4 foglie di salvia, mezzo rametto di rosmarino sistemate nel vostro contenitore gli spicchi di aglio privati della buccia e lievemente schiacciati, aggiungete le erbe aromatiche e coprite col l’olio. Chiudete bene e lasciate riposare per due settimane; dopo filtrate tutto e versatelo di nuovo nel barattolo o nella bottiglietta desiderata. Olio al limone 500 di olio extravergine di oliva 1 limone biologico e non trattato la buccia, senza la parte bianca Lasciate riposare per 1 settimana le bucce di limone nell’olio, poi eliminate le bucce, filtrate l’olio e consumatelo sempre a crudo. Olio speziato 500 ml di olio extravergine di oliva 4 peperoncini rossi freschi tagliati a metà 5 bacche di ginepro 5 rametti di erba limoncina 1 rametto di rosmarino 2 spicchi di aglio fresco schiacciato 5 grani di pepe nero. Lasciate macerare tutti gli ingredienti con l’olio per almeno 1 mese. Poi filtrate e consumate!