Le alghe rosse

Conosciute in botanica come Rodoficee o Rhodophyta, le alghe rosse sono organismi eucarioti sprovvisti di flagelli: la maggior parte delle alghe rosse ha origine marina e predilige i mari caldi, nonostante siano state individuate alcune specie d’acqua dolce.  Ricche di vitamina K e di calcio, le alghe rosse sono proposte in genere nei trattamenti contro l’ipertensione Si possono mangiare fresche  leggermente sciacquate sotto l’acqua corrente, l’alga dulse fresca può essere degustata cruda come snack o aggiunta a insalate, zuppe e piatti di pesce. Inoltre, può essere sminuzzata finemente e utilizzata come condimento per primi piatti o secondi a base di carne o verdure.

Alghe Ebbene si!!

Cosa mangeremo tra dieci anni? Quali saranno gli alimenti che porteremo sempre più spesso in tavola e quali, invece, troveranno sempre meno spazio? È il caso, ad esempio, dei nuggets di carne coltivata oppure degli Impossible burgers, ma non soltanto. Tra i “cibi del futuro” rientrano anche gli insetti, molto ricchi di proteine ma ostici dal punto di vista sociale, e le alghe commestibili. Queste ultime sono frequenti nella dieta dei paesi asiatici e, lentamente, stanno conquistando consumatori anche in Europa. Trainate dal successo della cucina giapponese, oggi troviamo al supermercato sempre più spesso alghe nori, wakame o kombu, ma la ricerca punta a fare un passo in più non dedicandosi soltanto a queste che vengono chiamate macroalghe, ma anche alle microalghe, organismi unicellulari o multicellulari semplici, dal profilo nutrizionale molto interessante. Le alghe costituiscono la tendenza alimentare più di moda della stagione, grazie anche alle loro proprietà salutari. Se aggiunte in un frullato di verdure o utilizzate come contorno. Questo super-food contiene alti livelli di iodio che, secondo la ricerca, riduce l’affaticamento mentale e muscolare, migliora la salute dei capelli secchi, la pelle e le unghie, oltre ad avere benefici a lungo termine. Ispirati alla cucina giapponese e utilizza una combinazione di diversi tipi di alghe e sesamo per creare un‘insalata unica e deliziosa.

Il cibo green sulla tavola

Il mare e le sue immense virtù con  anche i suoi nutrimenti tra questi le alghe marine hanno sostanze nutritive interessanti, da cui discendono i benefici emersi da vari studi, anche se tutti da vagliare e approfondire: vantaggi per la pressione sanguigna e la salute del cuore, contro il diabete, per il benessere dell’intestino, per la funzionalità del sistema immunitario. Un dato certo è che alcune alghe marine possiedono gli stessi acidi grassi omega 3 del pesce, mentre nelle altre fonti vegetali come le noci si trova l’acido alfa-linolenico che l’organismo è in grado di trasformare parzialmente e poi di utilizzare, anche se l’efficienza nella conversione in omega 3 a lunga catena decresce con l’aumentare dell’età. Ricche sono la Nori, ampiamente utilizzata nella preparazione del sushi e in vari piatti della cucina giapponese, e la Kombu, che si trova in commercio in fogli pressati oppure sbriciolata. Gli acidi grassi polinsaturi interessano gli scienziati per più di una ragione. La prima è che l’organismo, una volta che li ha acciuffati a pranzo o a cena, non li brucia per produrre energia, ma li inserisce all ‘interno delle membrane cellulari. Un’altra è che possono avere un ruolo importante per spegnere i focolai infiammatori, anticamera di patologie croniche.

Morte sesso e banchetti per far profumare il mare

Non esiste un singolo composto chimico in grado di spiegare, da solo, la quintessenza dell’odore di mare: quel mix di salato, frizzante, con un retrogusto di alga, zolfo e pesce avanzato. Questo bouquet di odori è il risultato dell’interazione di almeno tre principali molecole.Il DMS, è il responsabile del caratteristico odore di salsedine, la “puzza” di alghe percepita in certi momenti lungo le coste. Questo composto sulfureo conferisce un odore pungente alle alghe, alle paludi, ai tartufi, ad alcuni tipi di birra e formaggio Negli oceani, questo composto è prodotto dai batteri che digeriscono il fitoplancton. Quando il fitoplancton muore, libera in mare questa sorta di filtro solare, e i batteri che se ne nutrono producono il dimetil solfuro. Gli uccelli marini usano questa puzza per identificare le aree più ricche di pesce. Dictioptereni. Questi composti volatili sono i feromoni sessuali di alcune specie di alghe, usate dalle parti femminili per attrarre le controparti maschili. Sono responsabili del caratteristico odore di “alga secca” percepibile su alcune spiagge e in alcune cucine che usano le alghe marine come ingrediente .Bromofenoli. Il piacevole odore di mare tipico di bivalvi, molluschi e crostacei è dovuto soprattutto ai bromofenoli, composti chimici che in alte concentrazioni producono un aroma pungente di iodio. Gli animali di mare di cui ci nutriamo non producono questi composti da soli, ma grazie a vermi marini, alghe e altri organismi che vivono sui fondali.I salmoni del Pacifico, che passano parte della loro vita in acqua dolce e parte nell’oceano, presentano alte quantità di bromofenoli quando sono catturati in mare, e quasi nessuna se presi da torrenti. Ogni tentativo di aggiungere bromofenoli alla dieta di pesci di allevamento, per farli odorare di mare, ha funzionato finora soltanto a metà. Si profuma di mare se si viene dal mare.

Il Lago Hillier,

Nello stato dell’Australia Occidentale si trova uno dei laghi rosa più spettacolari del pianeta, il Lago Hillier, che sin dalla sua scoperta si è trasformato in un’attrazione. Il lago è incastrato ai margini meridionali di Middle Island, l’isola più grande dell’Arcipelago delle Recherche. Poiché è affacciato sull’Oceano Meridionale, il suo affascinante colore contrasta col verde della vegetazione che lo circonda soprattutto eucalipti  e l’azzurro del mare. Il metodo migliore per ammirarlo è a bordo di un piccolo aereo, e non a caso ogni giorno vengono organizzati sei sorvoli con questo scopo. Sebbene l’affascinante colorazione sia rimasta a lungo un mistero, una recente ricerca condotta da studiosi del progetto e Xtreme sembra aver individuato i principali responsabili, che rendono questo lago meravigliosamente rosa I ricercatori si sono concentrati su una decina di batteri  e su alcune specie di alghe, in particolar modo sulla Dunaliella salina, grazie alla sua capacità di produrre enormi quantità di carotenoidi. Tutti questi microorganismi presentano pigmenti che vanno dal rosa al rosso. Se all’inizio sembrava fosse quasi certa la responsabilità della Dunaliella salina, dopo è emersa la prevalenza di un batterio, il Salinibacter ruber, un alofilo che ama il sale e produce anche pigmenti rossi nonostante il fascino intrinseco, il lago Hillier presenta una salinità paragonabile a quella del Mar Morto, e gli unici organismi che possono sopravvivere al suo interno sono proprio alghe microscopiche e batteri. La concentrazione di sale è così elevata che si formano delle vere e proprie croste. Se ne accumulano parecchie soprattutto ai margini della piccola spiaggia che circonda il lago. Il suo colore rosa diventa più forte durante le giornate nuvolose, la mattina presto e al tramonto, i momenti migliori in assoluto per ammirarlo.

Sushi che passione…ora arriva anche gelato !

Per i patiti del cibo giapponese c’è una ghiotta novità, un dolce inganno per gli occhi e le papille gustative. Perché parliamo di inganno? Perché si tratta di piccole delizie che, nell’aspetto, imitano perfettamente gli uramaki, i nigiri, i gunkan, gli hosomaki, i California roll, insomma tutti i piatti iconici della cucina nipponica. Il pesce, il riso e le alghe, però, non c’entrano nulla. Un altro trend dei foodie dal palato più inclinato alle bizzarrie sui generis è il Sushi Ice Cream tra le gelaterie che lo sfornano con più frequenza, è da annoverare la Gelarto: è una gelateria situata a Manhattan, New York, considerata fra le migliori della Grande Mela e specializzata nella preparazione di delizie salutari e biologiche un’originale versione proprio delle specialità giapponesi. Gli ingredienti? Gelato alla crema e alla frutta e una serie di dettagli fondamentali per un’imitazione perfetta. Le alghe sono sostituite da strati di cioccolato fondente, le uova di pesce da semi di papavero e piccolissime scaglie di cioccolato bianco; il gelato alla fragola fa le veci del salmone e il tonno lascia il posto al gelato al lampone. Il riso e il formaggio spalmabile, invece, cedono il passo al gelato alla vaniglia oppure fior di latte. E il wasabi? Gelato alla menta. Alcune proposte fanno venire l’acquolina in bocca già dal nome: uramaki con umeboshi ripieni di mango e semi di sesamo tostato; uramaki al cocco e miele con croccante al cioccolato e nocciole; gunkan di cioccolato e wasabi con sfere di ace e rosa canina.!

Le alghe in cucina

Minerali, vitamine e tanto benessere: le alghe sono insaporitori dalle infinite proprietà̀. Facile farle entrare nella nostra dieta: dalle zuppe ai piatti freddi, alle verdure. Con quel tocco esotico in più. Le più comuni in occidente sono le alghe nori e wakame, ma ce ne sono molte di più da scoprire e portare in tavola.Eccone alcune .Aramen È spesso usata come integratore nelle diete ipocaloriche perché il suo contenuto di iodio e selenio è una sferzata al metabolismo. La sua combinazione di minerali la rende utile nel controllare i valori della pressione alta. Come gustarla? Con il riso, il seitan e altri vegetali, per creare gustose e fresche insalate. Oppure saltata in padella con le verdure di stagione, con un filo d’olio extravergine e un pizzico di sale o qualche goccia di salsa di soia. HIJIKI È considerata dagli orientali l’alga della longevità per il contenuto di ferro, calcio, fibre e iodio. Da notare il suo apporto di pro-vitamina A, essenziale per proteggere la vista dall’attacco dei radicali liberi, soprattutto quelli indotti dai raggi ultravioletti. Come gustarla?Dopo averla ammollata in acqua tiepida, mescolarla con porri rosolati e carote julienne. Sfumare con aceto o aceto di prugne e un bicchiere di succo d’arancia. Lasciar stufare e alla fine grattugiarvi una buccia di un’arancia, servendo con il cereale lessato preferito. Palmaria palmata La più nota delle alghe rosse,è protagonista della cucina orientale grazie al sapore leggermente piccante. Si usa sia in modo topico sia orale per attenuare i sintomi di psoriasi ed eczema perché regolarizza il ciclo vitale delle cellule della pelle. Come gustarla? Negli spaghetti di soja con twist italiano, saltati in soffritto di aglio, peperoncino e alghe.

Una spiaggia invasa dalla schiuma

Venerdì scorso, gli abitanti di Naqoura, in Libano, sono rimasti a bocca aperta davanti al soffice manto bianco portato dal mare, che si è depositato sulla spiaggia cittadina. Neve? No: una schiuma densa e persistente, in quantità così esagerate da provocare inquietudine. Da che cosa è stata prodotta? Il fenomeno è stato documentato anche altrove ed è dovuto a una mescolanza di acqua, aria e tensioattivi, cioè sostanze che hanno la proprietà di abbassare la tensione superficiale di un liquido. Di solito, poiché le molecole della superficie dell’acqua sono attratte da quelle sottostanti, e vengono quindi “richiamate” verso il basso, le bolle formate dal viavai delle onde del mare scoppiano quasi subito: la superficie ritorna piatta.I tensioattivi, uniti all’acqua, ne fanno diminuire la tensione superficiale: le molecole sottostanti non hanno abbastanza forza per attrarre quelle superficiali e le bolle durano più a lungo Sostanze inquinanti prodotte dall’uomo, come fertilizzanti e sapone, agiscono da tensioattivi, ma la stessa proprietà appartiene anche composti di origine naturale come i grassi delle alghe e di pesci o vegetazione marina in decomposizione. Eventi come un picco di inquinanti rilasciati in mare o una fioritura eccezionale di alghe possono facilitare il fenomeno, che però, in questo caso sembra essere stato causato dal cattivo tempo, che ha agitato le acque facendo crescere gli strati di schiuma. Occasionalmente, la schiuma marina può essere irritante se inalata o toccata: lo è per esempio quando i tensioattivi sono residui di alghe tossiche, che in forma di aerosol può irritare le vie respiratorie

 

Il lampadario con le alghe

Ci sono specialisti che cucinano le alghe in maniera egregia ci sono anche designer che inventano lampadari alle alghe che assorbono CO2 e puliscono l’aria. L’illuminazione, si sa, è una componente fondamentale di qualsiasi spazio: un’ illuminazione ben progettata crea uno stato d’animo differente. Ma cosa succederebbe se questo un punto luce pulisse anche l’aria? È da questo presupposto che è partito Julian Melchiorri, che ha dato vita a “Exhale”, questo il nome del rivoluzionario lampadario, dopo anni dedicati alla tecnologia biochimica e a lavorare con diversi organismi viventi per sviluppare “foglie artificiali”. In che modo? L’idea è sostanzialmente semplice: il design è costituito da foglie di vetro, “popolate” da alghe verdi in grado di assorbire l’anidride carbonica dall’aria, rilasciando contemporaneamente ossigeno “Exhale” è in pratica composto da 70 petali in vetro in varie misure che contengono una soluzione di alghe verdi mantenute in vita dalla luce del giorno, led e una sorta di “gocciolamento” di nutrienti.La nostra popolazione in continua crescita sta bruciando combustibili fossili e distruggendo la vita delle piante, sostanzialmente forzando un cambiamento nell’atmosfera e nel clima, trasformando il nostro pianeta. Avendo questo problema costante in mente, ho sperimentato diversi modi per produrre materiali nuovi e influire positivamente sul mondo che ci circonda. Queste tecnologie possono rivoluzionare il nostro ambiente urbano sia a livello di prodotto sia di architettura purificando l’aria che respiriamo, imprigionando l’anidride carbonica e producendo bio-prodotti preziosi, solo utilizzando acqua e luce”.

L’arte e la natura

Il termine Land art sta ad indicare il lavoro di alcuni artisti, che non si limitano a dipingere quadri o creare sculture, ma intervengono direttamente sui paesaggi naturali per creare nuove forme d’arte Nella land art i deserti, le montagne, i campi, i fiumi e i laghi diventano sconfinate e gigantesche tavolozze attraverso cui l’arte cessa di essere oggetto per ritornare ad essere pure espressione di ciò che già esiste. Smithson per realizzarla ha utilizzato solamente ciò che aveva a portata di mano, ovvero pietre, sabbia e cristalli di sale. L’opera ha un diametro di 450 metri e per essere pienamente apprezzata deve essere “vista” dall’alto. La particolarità di quest’opera è che scompare e riappare a seconda del livello dell’acqua del lago: quando fu realizzata il livello dell’acqua era particolarmente basso e l’opera rimase visibile per molto tempo, poi un successivo innalzamento dell’acqua la sommerse per parecchi anni. Altra caratteristica dell’opera è la stretta interconnessione con gli organismi viventi del lago, quali alghe e batteri, che conferiscono all’acqua un particolare colorito rossastro violaceo che mette in risalto la forma concentrica dell’opera creata dalla sabbia e dai cristalli di sale