La curiosità

La curiosità è un istinto che nasce dal desiderio di sapere. Per molto tempo è stata considerata un comportamento negativo. Eva viene cacciata dal paradiso terrestre per la sua curiosità, Psiche perde Amore per la curiosità di guardarlo in viso. Oggi, la curiosità è considerata un segno di intelligenza. Dal punto di vista scientifico, la curiosità rappresenta l’istinto che guida alla ricerca di nuove informazioni e conoscenze. Albert Einstein non riteneva di essere una persona speciale, soltanto un appassionato curioso. Non troverai un grande scienziato, artista, creativo, imprenditore innovativo che non sia affamato di risposte e conoscenza. La molla del loro successo è proprio la curiosità, che li spinge lontani dall’ordinario.Il pensiero creativo ha bisogno di curiosità, ed ecco alcuni consigli per coltivarla. Leggere libri e riviste, cercando di coglierne il senso più profondo, ci apre un mondo di possibilità. incontrare persone, posti e idee che non conosciamo. Se è vero che leggere è importante, è però anche vero che per stimolare la curiosità bisogna variare le proprie letture cambiando genere letterario, testata, argomento, ecc.E’ un modo molto economico, eppure efficace, per La via per la comprensione e la consapevolezza. La curiosità è il carburante della scienza e delle discipline dello studio umano. La curiosità è entusiasmo per ciò che è sconosciuto. È fame per il nuovo e per ciò che è diverso. Ma soprattutto, è l’unica vera cura contro l’invecchiamento,la vecchiaia inizia quando perdiamo la curiosità. Quindi: quanti anni hai oggi?

 

 

Eroi, filosofi, grandi uomini del passato erano vegani

Molti eroi, filosofi, grandi uomini del passato continuano ad essere studiati nelle scuole, eppure nessuno si sofferma su come vivevano e cosa mangiavano? Vi sembra un dettaglio irrilevante che gente come Pitagora, Ippocrate, Aristotele, Platone, Galeno, Seneca e tanti altri mangiasse soltanto vegetali? All’epoca non esisteva differenza tra vegani e vegetariani, era la stessa cosa. Addirittura alcuni mangiavano solo frutta! Ippocrate, padre della medicina, mangiava solo vegetali. Soffermiamoci, allora, solo per un attimo, su una delle sue più celebri frasi che, forse, dovrebbero essere appese alla porta di ogni casa. La frase è la seguente: “La natura è Sovrana Medicatrice dei mali. Primo non nuocere. L’aria pura è il primo alimento e il primo medicamento. Nessun veleno serva mai a curare un malato!” E qui sul ”non nuocere e nessun veleno” si potrebbe aprire un gradevole e forse, scomodo, dibattito. Per chi non lo sapesse, infatti, la parola farmaco deriva dal greco pharmakon, che vuol dire Veleno.Ma non solo i greci seguivano una dieta a base vegetale, la stessa abitudine avevano anche altre popolazioni come gli spartani e gli stessi romani, che addirittura, secondo diverse fonti fra cui Marco Porcio con i suoi scritti, testimoniano che i romani furono un popolo sano, per la bellezza di 600 anni, quando il medico era vietato ai cittadini, con un’alimentazione per lo più a base di vegetali come le rape e il cavolo.Ma allora perché continuiamo a tradurre i versi di questi signori e non approfondiamo chi essi fossero veramente? Gli uomini più intelligenti, più colti, più aperti, più tolleranti del mondo, in tutti i tempi, in tutti i campi del sapere: nella scienze, nella filosofia, nell’arte, nella letteratura, nella medicina, ecc. erano vegetariani. Questa è la verità!

Persone che ti lasciano il segno

Ci sono persone che entrano nella tua vita e cambiano tutto, persone per le quali vale la pena smettere per qualche secondo di, respirare e che bisogna amare. Apprezzare le cose davvero importanti della vita: i dettagli…come l’acqua del mare, le nuvole, gli sguardi, gli occhi di queste persone, il loro modo di sorridere, gli abbracci infiniti che sanno di sale, le loro mani, svegliarsi al loro fianco condividere tutti i nostri segreti…Ci sono persone che sono fatte d’acciaio, persone che danno un senso a tutto, persino a cose che prima non avevano nessuna importanza per noi. Sono persone autentiche, che marcano un momento nella nostra vita, che arrivano come un soffio d’aria fresca e che, talvolta se ne vanno, lasciano un segno indelebile nei nostri ricordi. C’è un’enorme diversità tra lasciare il segno e lasciare cicatrici. Le cicatrici esprimono il dolore, la sofferenza, le ferite aperte, le emozioni forti che rimarranno per sempre dentro. Le cicatrici sono dei segni che non abbiamo scelto di avere e che ci ricordano un dolore che avremmo potuto evitare.Invece, quando qualcuno lascia il segno,nella tua vita, significa che lascia delle tracce indelebili sulla pelle e nella memoria, che ci fanno ricordare dei momenti meravigliosi, d’amore, di insegnamento e crescita. Circondati di persone che ti lasciano il segno non le cicatrici

Ridi..ti si scalderà il cuore!

«Ogni sorriso ti rende più giovane di un giorno» Proverbio orientale Ridere è terapeutico, tanto da far parte di pratiche come la clownterapia, sperimentata negli ospedali di tutto il mondo. In Oriente esistono meditazioni basate sul sorriso interiore, verso se stessi e i propri organi vitali. Pensiamo sempre che ridere sia per gli altri, ma da quanto non sorridiamo a noi stessi? Un sorriso rassicura, dona speranza, rende più forti, aumenta l’autostima; è un elisir di giovinezza perché sorridere significa lasciare per un attimo da parte il nostro piccolo ego per fonderci nel flusso della vita. Ridere fa bene al cuore, al cervello, all’umore. Albert Einstein ha scritto: «Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo». Tu che cosa scegli?

Il giorno del Pi greco

Oggi si festeggia in tutto il mondo il Giorno del Pi greco – o Pi Day, in inglese: è la festa della costante matematica pi greco (π), che molti di voi legheranno al calcolo dell’area del cerchio (A = πr²), ma che in realtà è molto di più: trova attuazione nella relatività generale di Albert Einstein, nel calcolo della probabilità, nell’elettromagnetismo, nella meccanica quantistica. Tecnicamente, è il rapporto tra la lunghezza della circonferenza di un cerchio e quella del suo diametro. Il Giorno del Pi greco si festeggia il 14 marzo che tra l’altro è lo stesso giorno in cui nacque Einstein. Il 14 marzo diventa quindi 3.14, cioè le prime tre cifre del pi greco. Nel 2015 il Giorno del Pi greco è stato ancora di più il Giorno del Pi greco: alle 9 e 26 minuti e 53 secondi, mettendo in successione la data e l’orario si ottenevano le prime 10 cifre della costante. Se vi siete persi quel momento, dovrete aspettare il 2115.Essendo un numero decimale illimitato e non periodico, il pi greco è composto da infinite cifre che non si ripetono secondo uno schema finito. Non potremo mai saperle tutte, ma possiamo calcolarne tantissime, sempre più in fretta: ci stiamo provando da migliaia di anni, e oggi ne conosciamo più di mille miliardi. La prima edizione della celebrazione del pi greco prevedeva il preparare torte e il marciare in circolo intorno al museo. Quella delle torte è diventata una tradizione, almeno tra gli appassionati un dolce preparato in onore alla costante matematica.

La percezione del tempo dei cani

Chi possiede un cane avrà notato che, ad esempio, quando si tratta di mangiare non tardano mai un minuto, sanno esattamente dove essere in ogni momento della giornata. Sanno quando il proprio padrone sta per tornare da lavoro e lo aspettano pazientemente davanti alla porta di ingresso.Per capire come i cani percepisco il tempo dobbiamo fare un paragone con noi umani. Si può sostenere che ogni individuo sperimenta il passare del tempo in molti modi diversi. Albert Einstein ha spiegato come il concetto di tempo possa essere “relativo”. Ci sono situazioni in cui, un periodo di tempo passato felicemente ci sembri “volato”, mentre altri casi in cui, magari, si stanno svolgendo azioni noiose e sembra che un minuto non passi mai .Anche se quindi l’esperienza temporale è relativa, tutti gli esseri umani pensano al tempo in modo simile; i nostri ricordi, ad esempio, sono intimamente legati al modo in cui intendiamo il passare del tempo e la nostra capacità di ricordare gli eventi in modo cronologico gioca un ruolo decisivo. Gli studi sulla tematica in ambito animale sono limitati, ma il ricercatore William Roberts è riuscito a trarre qualche considerazione rilevante in merito, asserendo che sono come “bloccati nel tempo“. In altre parole non hanno capacità reale di formare ricordi, non possono fare previsioni future e non possono andare a rivangare nel passato, essi vivono solo nel presente. Per molti potrebbe essere una teoria fallace, visto che i cani vengono regolarmente addestrati, e ciò potrebbe far pensare che un tipo di formazione come questo debba per forza essere in relazione con i ricordi degli animali stessi, ma non è necessariamente così. Secondo Rogers gli animali possono essere addestrati a compiere delle azioni esattamente come lo possono essere i bambini. I cani si comportano allo stesso modo: possono sapere come rispondere al comando “seduto” senza avere un ricordo dell’evento specifico in cui venne a sapere a cosa corrisponde il comando. La loro memoria si basa quindi sui ritmi biologici: possiedono un “orologio interno” in grado di far loro capire dove e quando sarà disponibile il cibo. Invece di ricordare quanto tempo passa tra un pasto e un altro si limitano a reagire ad uno stato biologico che affrontano in determinati momenti della giornata, sempre uguale, giorno dopo giorno

 

I droni sostituiranno le api ?

Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”, affermava Albert Einstein. Meglio dunque correre ai ripari, devono aver pensato in Giappone, dove sono stati creati i primi droni “impollinatori”. Grandi come un uccellino, volano delicatamente di fiore in fiore rubando il polline con la loro pancia pelosa, proprio come fanno api e farfalle. Questi robot volanti hanno una struttura piuttosto grezza e sono per ora telecomandati dall’uomo, ma in futuro, grazie a Gps e intelligenza artificiale, potranno volare autonomamente, formando sciami capaci di rimpiazzare i veri insetti impollinatori sempre più a rischio estinzione. Per giungere a questo risultato, i ricercatori giapponesi sono partiti da dei comunissimi droni a quattro eliche acquistati online. Per trasformarli in veri e propri impollinatori è bastato applicare sul fondo una striscia pelosa, prodotta con il crine di cavallo di un pennello: le setole sono state poi ricoperte con un particolare gel appiccicoso simile ad un adesivo attacca-e-stacca, che permette di prelevare il polline da un fiore per poi rilasciarlo sul fiore successivo. Con un po’ di pratica, i ricercatori sono riusciti a telecomandare i droni in modo che sfregassero delicatamente le loro setole sui fiori raccogliendone i granuli di polline. Sempre durante i test si è potuto osservare che il gel adesivo, colpito dalla luce, si mimetizza con l’ambiente circostante, riducendo il rischio di un attacco da parte di eventuali animali predatori. Nonostante l’impegno dei ricercatori giapponesi, il lavoro di impollinazione svolto dagli insetti è molto  più complesso. Un’ape sceglie autonomamente se un fiore è adatto o meno a dare o ricevere polline e si coordina con un team di altre api, compiti affinati in milioni di anni di evoluzione, inoltre gli scienziati sembrano coscienti anche di un altro limite del loro drone: non può fare il miele, e meno male aggiungiamo noi, convinti che sia notevolmente meglio preservare le api che volano di fiore in fiore.

Disordinati …geni incompresi

Siete dei disordinati cronici? oppure siete soliti ripetere “in questo disordine io mi ricordo perfettamente dove ho messo le cose e so come trovarle”. Tra l’atro solitamente la vita dei disordinati è resa ancor più difficile dal fatto che ogni singolo membro della mia famiglia sia un perfettino e ordinato patologico…e voi invece additati come le “pecore” nere e i “diversi” della famiglia. Lasciate i cassetti aperti, occhiali sparsi chissà dove, perdete le chiavi, avete borse colme di tutto e niente per non parlare poi dei vestiti ammassati sul puff e mai riposti nell’armadio? Da oggi la scienza arriva in vostro aiuto. Uno studio sottolinea come il disordine della nostra casa possa rispecchiare il nostro modo di vivere le giornate, e questo stile di affrontare il mondo è eccellente per non provare nessun tipo di ansia, e sviluppare la mente a reagire positivamente anche alle situazioni più complicate. La ricerca è avvenuta in modo molto semplice: gli studiosi hanno osservato le reazioni di diversi gruppi di persone di fronte al caos più totale.Prima hanno chiesto di fotografare le zone più ordinate e disordinate della loro casa, per poi mostrarle in pubblico. Parte delle persone che hanno preso parte allo studio sono entrate automaticamente in paranoia, prese dal desiderio di rimettere a posto, altri invece non erano minimamente preoccupati per questa visita a sorpresa. Secondo gli studiosi le persone ordinate hanno un sistema di classificazione particolare che li aiuta a mettere in ordine più velocemente. Di conseguenza le persone che sono disordinate si godono meglio la vita, senza etichette, senza paura del diverso e del nuovo e sono più propense agli imprevisti, e quindi anche più abili a raggirarli inoltre i disordinati patologici pensano meglio. Conclusione: “Di fronte alla confusione, il cervello tende a semplificare, eliminando le ridondanze e concentrandosi soltanto su ciò che conta”! L’equazione ordine = mente ordinata va a farsi bandiere! Evviva il caos interno ed esterno e i disordinati…è tutta creatività Albert Einstein era celebre per il suo disordine ma anche per essere un genio, quindi traete voi le conclusioni!!!!a5jlgshcmaamixl