Kimchi è il nome coreano delle verdure fermentate, solitamente piccanti, ma non sempre, preparate in una miriade di modi. Le verdure vengono immerse nella salamoia per creare un ambiente favorevole ai batteri acidolattici presenti in esse. Per fare il kimchi si immergono le verdure in genere cavolo cinese, ravanelli e altre in salamoia forte per varie ore o giorni, affinché perdano l’amaro e si rendano più flessibili e perciò più facili da sommergere. Una volta scolate, vengono poi mischiate con spezie, una crema di riso, zucchero, salsa di pesce, pesce e/o crostacei. Il più delle volte il kimchi è piccante, con una presenza di aglio, peperoncino, zenzero, oltre a scalogni, cipolline, porri e cipolla. Queste fanno parte dei tanti prodotti fermentati, per molte persone il problema maggiore non è tanto come preparare le verdure fermentate, quanto come usarle. C’è chi suggerisce il consumo crudo della verdure fermentate, perché il loro più importante beneficio nutrizionale è dato dalle comunità batteriche vive che contengono, e che con la cottura altrimenti vengono distrutte. Tuttavia, in alcune tradizioni culinarie sono spesso utilizzate anche in cottura con risultati deliziosi. Crauti, kimchi, verdure in salamoia e i loro succhi possono poi essere facilmente aggiunti in condimenti per insalate, salse e creme spalmabili.
L’ha ribloggato su Alessandria today @ Pier Carlo Lavae ha commentato:
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