Parlare con sé stessi in terza persona è un ottimo metodo per calmarsi ed è più efficace della prima persona. A darci questa interessante e utile notizia è la Michigan State University Quando siamo particolarmente stressati e abbiamo bisogno di trovare un modo per calmarci, la scelta più comune è quella di parlare a noi stessi in prima persona, magari guardandoci allo specchio e invitandoci a comprendere che le cose non stanno andando poi così male. Questa abitudine però non sembrerebbe essere la più efficace: per toglierci lo stress, dobbiamo utilizzare la terza persona. Nel primo esperimento, i ricercatori hanno chiesto ad un gruppo di persone di osservare alcune immagini neutrali e fastidiose e di parlare poi a se stessi utilizzando sia la prima sia la terza persona, il tutto mentre la loro attività cerebrale veniva esaminato con l’elettroencefalografo. Dai dati raccolti è emerso che quando i soggetti adoperavano la terza persona riuscivano a calmarsi più velocemente. Nel secondo esperimento, ai partecipanti è stato chiesto di ricordarsi alcuni episodi dolorosi passati e di utilizzare la prima e la terza persona per alleviarne gli effetti negativi, il tutto mentre l’attività cerebrale veniva misurata con la risonanza magnetica. Dai dati raccolti è emerso che l’utilizzo della terza persona coinvolgeva una ridotta attività del cervello e questo suggerisce che agisce meglio da regolatore delle emozioni e che richiede meno sforzo cerebrale. Parlare davanti allo specchio a noi stessi come se stessimo parlando di un’altra persona ci permette di trovare la calma più facilmente poiché riduciamo il coinvolgimento e riusciamo ad osservare la situazione in maniera più distaccata e lucida. Insomma, il segreto è parlarci alla spalle.
E’ da tempo che uso i due metodi, ma spesso succedono delle cose terribili e siamo in tre a rinfacciarsi(non solo allo specchio)e a litigare ferocemente. E altrettanto spesso devo fare da paciere, anche se rispetto alla prima e alla terza persone avrei delle cose da dire sul loro conto. Poi succede, per le mie critiche precise e puntigliose, che loro, pur essendo in due, sono una minoranza e io che son da solo, divento maggioranza. La prima e la terza persona si alleano e vogliono farmi la pelle, in senso metaforico, mentre io faccio notare loro non solo le intemperanze ma anche le incongruenze. Un lavoraccio.
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