La farfara è la prima tra le piante selvatiche a spuntare dai terreni umidi, nudi e argillosi, quando la primavera è soltanto una promessa. Compaiono prima i fiori, capolini gialli, poi la pianta si arricchisce di foglie Per le foglie verdi in superficie argentate sotto, bisogna aspettare la primavera inoltrata di solito il mese di maggio. Adatta soprattutto a combattere le affezioni polmonari e delle vie aeree erano ben conosciute nell’antichità. Ricca di vitamina C e molto saporita, la Farfara si può utilizzare tranquillamente per preparare dei piatti in cucina Qualche foglia secca darà al vostro brodo un sapore particolare, invece per una tisana, scottare un cucchiaino da dessert colmo di fiori di Farfara in un quarto d’acqua bollente. Bere a piccoli sorsi dopo un breve riposo. Ideale anche per piedi gonfi o calli dolenti, scottare in abbondante acqua bollente due manciate colme di foglie di Farfara, lasciar riposare e far durare il pediluvio almeno 20 minuti e comunque fino a quando l’acqua non sarà fredda
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Aquilegia Vulgaris una pianta velenosa ma…
Aquilegia Vulgaris fa parte alla famiglia delle Ranunculacee; proveniente dell’Europa, è chiamata anche colombina, amor nascosto o amor perfetto. Pare che il nome aquilegia derivi dal fatto che i suoi particolari fiori, formati dai petali che si allungano in speroni uncinati, siano simili al becco o agli artigli dell’aquila. E’ una pianta erbacea perenne, rustica, dal bel fogliame che nell’inverno sparisce, per poi germogliare in primavera. Preferisce un terreno soffice e fresco; fiorisce in maggio giugno ed i suoi fiori sono di vari colori, secondo le varietà, e dopo la fioritura è consigliabile tagliare i fusti a livello del suolo. L’ altezza, dipende dalle specie, varia da 20-30 centimetri a 90 centimetri. Si seminano in primavera, a terra o in dei vasi, utilizzando del terriccio leggero ricco di sabbia e torba e si trapiantano a settembre in posizione moderatamente ombreggiata. La moltiplicazione avviene dividendo il cespo tra ottobre e marzo. Esistono più di 100 specie di aquilegia; le più basse vengono utilizzate per il giardino roccioso, quelle più alte per le aiuole ed il bordo misto. Stanno bene se piantate vicino a felci e campanule. E’ una pianta medicinale con proprietà antisettiche, calmante e detergente. Fino al 1800 era usata principalmente per curare disturbi nervosi, ma attenzione, è una pianta velenosa, coltivatela solo per i suoi singolari ed eleganti fiori!
L’Italia e la sua cucina
Senza alcun dubbio l ’Italia è uno dei paesi più visitati al mondo, è il paese con la cucina più buona e più varia del pianeta. In giro ci sono tragiche imitazioni della cucina italiana come le fettuccine Alfredo, gli spaghetti con le polpette e la pizza con l’ananas. In questo enorme traffico di viaggiatori stranieri, oltre al mix di ricette regionali, di piatti stagionali e di folli imitazioni d’oltreoceano, capire cosa si aspetta dalla nostra gastronomia un turista che arriva per la prima volta in Italia, non è così scontato. Ma quali sono i piatti tipici italiani più conosciuti dai milioni di visitatori che arrivano ogni anno nel nostro Paese? Eccoli qua alcuni dei piatti più richiesti … Si comincia! La Pizza, forse, nasce a Napoli, città che ne rivendica la paternità e dove di sicuro conosce l’aggiunta della salsa di pomodoro a condimento del sottile strato di pasta. Alla base di tutto un caposaldo della cucina italiana: la pasta fresca accompagnata da un condimento tra i più conosciuti al mondo, il ragù alla bolognese, più spesso conosciuto semplicemente come bolognese. Spaghetti e Italia sono un binomio inscindibile nell’immaginario collettivo dei gastronauti di ogni parte del mondo, in tutti i continenti si cuociono spaghetti, tutti i turisti e i visitatori che giungono nel nostro paese li esigono più e più volte. In Liguria, la salsa a base di basilico e pochi altri ingredienti è la vera bandiera gastronomica della regione. Un umile impasto di farina, acqua, lievito e sale, con il tocco finale di olio evo. La bistecca alla Fiorentina mast della cucina Toscana un buon taglio di carne, ben frollato, con una marezzatura abbastanza evidente e con uno spessore adeguato almeno 4 cm da cucinare su carboni ardenti per gustarla al meglio

Il fiore del bacio
È conosciuto come il fiore del bacio ed è originario delle foreste umide dell’America centrale e meridionale, in particolare della Colombia, del Messico, del Nicaragua, ecc. nota per le sue infiorescenze, caratterizzate nelle prime fasi dello sviluppo da una coppia di brattee carnose di colore rosso intenso, che ricordano la forma di due labbra. L’infiorescenza matura, assieme alle brattee. Il periodo di fioritura va da dicembre a marzo. A causa della sua origine, ama ambienti umidi e della giungla, dove piogge costanti e umidità fanno parte della giornata. Cresce sotto i grandi alberi che lo circondano nella foresta, quindi ha bisogno di più accompagnamento per sentirsi a proprio agio. Ha la forma delle labbra quando si bacia, da qui il suo nome sorprendente, anche se è più sorprendente vederlo di persona. Queste “labbra” finiscono per aprirsi a formare una sorta di chioma che protegge i suoi piccoli fiori bianchi che si sviluppano nel tempo. La sua forma è molto attraente per farfalle e colibrì Possono svilupparsi sia a livello del mare che ad un’altitudine di oltre 2.000 metri fintanto che sono sotto grandi alberi che danno loro l’ombra e la temperatura di cui hanno bisogno.

Il podargo
Il podargo è piuttosto simile, come dice il nome scientifico, agli uccelli rapaci Hanno generalmente un corpo tozzo, che contribuisce a farli somigliare a tronchi di alberi e foglie secche. Il piumaggio è criptico, e consente al Podargo una mimetizzazione perfetta tra la corteccia degli alberi. Infatti esso può essere bruno-rossiccio o grigio con qualche rara vermicolazione di verdastro-muschio. La piumazione è simile per i maschi che per le femmine, l’unica differenza cromatica consiste nel fatto che i maschi presentano spesso colori sul grigio e le femmine varietà più sul marrone. Le parti superiori sono generalmente più scure, a differenza di quelle inferiori che variano dal marrone crema-nocciola chiaro al grigio; in alcuni esemplari sono quasi biancastre. I podarghi hanno zampe piuttosto corte, nascoste sotto le piume del ventre, e sono anisodattile, vale a dire con tre dita avanti e una dietro. Posseggono un becco piuttosto corto e tozzo, che ricorda la bocca delle rane da cui prendono il nome comune inglese. I podarghi hanno occhi piuttosto grandi che occupano gran parte del cranio e consentono un’ottima vista notturna. Sono dotati di un’iride di colore giallo o arancione L’aspetto dei pulcini è totalmente diverso da quello degli adulti, hanno una forma tondeggiante e all’apparenza morbida con una livrea bianca. Difficile vederli volare sul mare ma anche in foreste troppo fitte

Jabuticaba
Le foglie sono color salmone da giovani e verdi quando maturano; l’albero cresce molto lentamente; preferisce un suolo umido, leggermente acido ma si adatta molto facilmente perfino a substrati alcalino-sabbiosi se curato e irrigato. Ha fiori bianchi che crescono direttamente sul tronco Nel suo ambiente di origine fiorisce e fruttifica una o due volte l’anno, ma con abbondante umidità fiorisce di frequente e i frutti possono essere presenti tutto l’anno. I frutti, di 3–4 cm, con uno o più semi , crescono direttamente sul tronco principale e sui rami della pianta, conferendo un aspetto particolare all’albero. La buccia è massiccia, viola o verdastra, e copre una polpa dolce, bianca o rosacea, gelatinosa. I frutti, raccolti e presentati in grandi cesti sono molto comuni nei mercati brasiliani, sono mangiati soprattutto freschi; la loro popolarità può essere paragonata a quella dell‘uva. Non sono tuttavia durevoli: privi di acidità possono fermentare già 3 o 4 giorni dopo il raccolto, quindi spesso sono usati per marmellate, crostate, e data la facilità a fermentare, per vini e liquori, per questo non facile da esportare si consuma nei luoghi di coltivazione.
Il consumo quotidiano di caffè
Una ricerca della Duke University ha rilevato come il consumo quotidiano di caffè, tè o bevande gassate aumenti di quasi il 10% l’apporto di zuccheri, aumentando così il rischio di disturbi cardiovascolari e obesità. E il riferimento non è solo ai bevande, tradizionalmente ricche di grassi di ogni tipo, ma anche alla semplice tazzina di espresso, soprattutto laddove si abbondi con lo zucchero: ecco perché eliminare il caffè dal menu potrebbe significare risparmiare centinaia di calorie, a tutto vantaggio del girovita.
Foglie di banana come incarto
L’iniziativa arriva dalla Thailandia: un supermercato di Chiang Mai ha deciso di confezionare i prodotti del reparto ortofrutta fasciandoli nelle foglie di banana. Un’idea “eco friendly” che ha ricevuto immediato successo: le foto di frutta e verdura imballate nelle foglie verdi che sono finite sui social, ottenendo i “mi piace” entusiasti degli utenti. Le immagini sono belle da vedere e i prodotti acquistano maggior freschezza. Le foglie, inoltre, sono senza pesticidi, come riportato sull’etichetta. L’idea è stata ripresa anche in Vietnam, dove alcune grandi catene di supermercati , hanno iniziato a confezionare gli ortaggi con le foglie di banana. Un portavoce della catena Lotte Mart ha spiegato alla stampa che i nuovi imballaggi sono ancora in fase di prova, ma il progetto è quello di sostituire definitivamente la plastica in tutti i punti vendita del Paese. Oltre a confezionare frutta e verdura, Lotte Mart ha intenzione di usare le foglie di banana anche per la carne
Il Kiwi a polpa gialla
Non c’è nulla di geneticamente modificato nei kiwi a polpa gialla e niente di esotico. Si tratta di varietà che vantano gusto dolce, poca acidità ed elevato grado zuccherino. In cucina si possono usare per preparare piatti dolci e salati che soddisfanno il palato e apportano preziosi nutrienti all’organismo. In tutto ciò l’Italia ha un ruolo di primo piano. Il kiwi a polpa gialla contiene una dose di vitamina C tre volte superiore a quella delle arance, sostanza che contribuisce a rafforzare le difese immunitarie dell’organismo, a combattere infezioni e infiammazioni, a contrastare lo stress e accelera la riparazione della cute dopo l’esposizione al vento e al sole.“Il kiwi è ricco di antiossidanti, vitamina C, E e acido folico; è anche amico della linea, perché ha solo 79 kilocalorie per 100 grammi, con un basso contenuto di grassi e contiene principalmente fruttosio, lo zucchero naturale della frutta. Non dovrebbe essere escluso da chi ha il diabete perché ha un basso indice glicemico”, spiega la nutrizionista Ambrogio, due frutti al giorno regalano al corpo circa il 20% della fibra raccomandata quotidianamente, e supporta tutte le fasi della digestione. “Tra l’altro se lo si gusta alla fine di un pasto ricco di proteine animali, facilita la digestione, perché è l’unico frutto che contiene actinidin, un enzima naturale che aiuta a digerire le proteine, favorendo la digestione”, aggiunge l’esperta.Come gustare il kiwi a polpa gialla? Mangiandolo come frutta e utilizzandolo come ingrediente di piatti buoni e salutari.
Fish and chip
Fish and chip, che pesci stiamo consumando? Non quelli che ci aspetteremmo, come merluzzo o platessa, bensì squali in via di estinzione. Questo hanno rivelato le analisi del DNA fatte dagli scienziati dell’Università di Exeter: campioni di squalo nei prodotti venduti nelle pescherie e nei negozi di del Regno Unito.La maggior parte dei campioni incriminati, etichettati con nomi generici, erano in realtà spinaroli, specie “minacciata” in Europa e considerata “vulnerabile” in tutto il mondo. A rivelarlo le analisi del Dna effettuate su 78 campioni di negozi specializzati e 39 prelevati da pescherie, per lo più nel sud dell’Inghilterra, dove questo piatto è un must dello street food. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports. Tra i pesci utilizzati anche il pesce martello, specie a rischio in tutto il mondo e soggetto a restrizioni internazionali per la vendita alimentare. Per questo i ricercatori hanno chiesto un’etichettatura degli alimenti più esatta, in modo che le persone sappiano quali specie stanno mangiando, sia per tutelare gli animali in questione, che per garantire la salute dei consumatori, “È quasi impossibile per i consumatori sapere cosa stanno acquistando”, ha detto l’ autrice Catherine Hobbs, dell’Università di Exeter. “Ci sono anche problemi di salute. Sapere quali specie si stanno acquistando potrebbe essere importante in termini di allergie, tossine, contenuto di mercurio e crescente ansia per le microplastiche nella catena alimentare marina. I nostri risultati dimostrano la necessità di un’etichettatura più accurata e accurata dei prodotti ittici”.Questo piatto tipico del Regno Unito, è molto diffuso anche in Irlanda, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Canada e Stati Uniti. E, sempre di più, anche in Italia, dove l’accostamento pesce con patate è alla base di molte tradizioni culinarie locali


