Pizze, focacce, dolci. Il profumo dei prodotti da forno preparati in casa inonda le stanze e fa venire l’acquolina in bocca. Ma capita, per chi si improvvisa pasticciere o panettiere per chi è alle prime armi, che qualcosa vada storto e che l’odore di pane diventi puzza di bruciato. Nella maggior parte dei casi l’errore sta proprio nelle temperature che si utilizzano per cuocere gli impasti. Ecco perché è importante non andare ad occhio ma seguire regole precise, che vanno poi calibrate a seconda delle caratteristiche del proprio forno. Infatti ogni prodotto necessita di una temperatura differente per essere cotto ad arte, e questa ne determina le caratteristiche finali, sia in termini di fragranza e sapore che di conservabilità.
Per fare una pizza in casa, è buona norma aumentare il grado di idratazione dell’impasto oppure la percentuale di grassi al suo interno olio extravergine, burro, strutto che, con la loro azione protettiva sull’amido, consentiranno all’acqua rimasta a fine cottura di permanere più a lungo nel prodotto finito».
Diverso è il discorso per il pane o i dolci che necessitano di temperature più basse.Per i panini che hanno pezzatura più piccola, vanno bene 250 gradi. Per il pane comune bisogna partire da 220 e far scendere la temperatura a 180, per fare asciugare bene la mollica e renderlo più conservabile oltre ad essere più fragrante. Per i dolci invece, ad esempio un Pan di Spagna, bisogna rimanere su temperature più basse: 170/175 gradi. Stessa cosa per i croissant poiché sono ricchi di grassi e cuocendoli a temperature più elevate rischieremmo di tirarli fuori dal forno crudi. I biscotti, invece, vanno cotti a 170 gradi per 15 minuti tranne che per le brioches, ad esempio, la cui conservabilità è in po’ più alta, come per i panini.
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Come eliminare le cimici in modo naturale
Un altro dei tanti rimedi naturali per eliminare cimici verdi da casa è l’aglio. Si tratta infatti di un fortissimo antiparassitario che protegge gli orti dagli insetti. Per proteggere invece la vostra casa, potreste piantare un bulbo d’aglio nei vasi in balcone oppure spruzzare un composto di acqua e aglio sulle foglie. In questo modo, terrete lontane le cimici dalle vostre case. Se volete un effetto maggiore,spargete qualche spicchio d’aglio in casa, sempre nelle vicinanze delle finestre, quindi su davanzali o credenze, e abbiate fiducia perché funzionerà perfettamente.
Attenzione alle punture d’insetti
Attenzione quando mangiate all’aperto. Può capitare infatti che una vespa o un’ape possano essere attirate dall’insalata e, senza accorgervi, potreste inserire in bocca l’insetto, con gravi conseguenze per la vostra salute. Non dimenticate anche di chiudere sempre le bibite e le birre. Gli insetti vengono attratti dallo zucchero presente e potreste anche non accorgervi che una vespa è entrata nella vostra lattina, con conseguenze gravi: potrebbe pungervi all’interno della bocca. Dopo che il bambino ha finito di mangiare è fondamentale, poi, pulirgli sempre molto bene il viso. Se è sporco attirerà insetti che potrebbero pungerlo. In caso di puntura di ape, vespa o calabrone togliere subito il pungiglione perché questo diminuisce la dose di veleno iniettata. Aiutatevi con una punta smussa anche l’unghia con un movimento dal basso verso l’alto senza utilizzare pinze né le dita, perché il sacco velenifero alla base del pungiglione potrebbe iniettare ulteriore veleno. Subito dopo, se potete applicate del ghiaccio. Va bene ovviamente anche una lattina molto fredda
Frittate svuotafrigo
Le frittate sono uno dei piatti “svuotafrigo” più classici quando si parla di riutilizzare le parti di scarto delle verdure o gli avanzi. Potrete utilizzare gli scarti delle verdure sia per le frittate classiche a base di uova, sia per le farinate preparate al forno o in padella con la farina di ceci. In questo caso, ad esempio, potrete aggiungere alle vostre preparazioni foglie di ravanello, parti verdi dei finocchi e dei porri, talli d’aglio tritati, gambi delle foglie di prezzemolo o di basilico, eccetera. Gli stessi scarti, sminuzzati e sbollentati, oppure ripassati in padella, arricchiranno i ripieni delle vostre torte salate. Non dimenticate di tritare finemente dopo averle ben lavate le bucce di carote, cipolle e patate per arricchire la preparazione del vostro dado vegetale fatto in casa.
Anche la pizza subisce il coronavirus
Il lungo periodo di lockdown e le chiusure forzate non hanno giovato nemmeno a sua maestà la pizza Margherita che, dopo 131 primavere, rischia il collasso. In pericolo, causa il coronavirus, è il futuro di ben 63mila pizzerie e quello di circa 200mila addetti. Un settore, insomma, che pure ora conta i danni della terribile pandemia.A lanciare l’allarme è Coldiretti che in un’analisi ricorda come il fatturato della pizza nel mondo abbia superato di gran lunga i 100 miliardi di euro, confermandosi una pietra miliare del Made in Italy e un simbolo del successo della dieta mediterranea nel mondo, tanto che l’Unesco ha proclamato l’arte dei pizzaioli patrimonio immateriale dell’umanità.Nel periodo pre-Covid 19 solo in Italia si sfornavano circa 8 milioni di pizze La chiusura forzata dei locali ha avuto dunque un impatto devastante non solo sulle imprese e sull’occupazione ma anche sull’intero sistema agroalimentare che ha visto chiudere un importante sbocco di mercato per la fornitura dei prodotti. Durante il lockdown dovuto all’emergenza gli italiani non hanno comunque voluto rinunciare alla Margherita provando a farla in casa con il raddoppio delle vendite di preparati per pizze Con le prime riaperture in molti sono invece ricorsi prima alla consegna a domicilio e poi all’asporto pur di non farsi mancare il piatto simbolo del Made in Italy, anche se la ripartenza per i locali resta comunque difficile a causa di una diffusa diffidenza da parte di chi ha ancora paura, della chiusura di molti uffici con lo smart working e dell’assenza totale dei turisti stranieri, da sempre tra i più accaniti consumatori di pizza.