Fritto che passione

Cosa c’è di più sfizioso e appagante che qualcosa di fritto, cucinato a regola d’arte? Carne di ogni tipo, accompagnata da verdure avvolte da una pastella croccante, ideali per un antipasto o da usare come contorno. Abbiamo curiosato però e trovato una ricetta dal sapore orientale.Questa  ricetta, è adatta anche a chi è intollerante al glutine, oltre che, ovviamente, ai vegetariani. Ingredienti: una patata, una carota, una cipolla rossa, un cavolfiore, 250 g. di farina di ceci e 50 di farina di riso, un pizzico di lievito in polvere, un peperoncino fresco, qualche spezia esempio coriandolo curry acqua frizzante, olio di semi. Tagliare le verdure a fettine e cuocerle per 5 minuti in acqua bollente salata. Preparare la cipolla ad anelli. Setacciare le farine e aggiungere lievito, peperoncino, coriandolo e curry, il sale e  acqua frizzante fredda. Mescolare con una frusta fino a ottenere una pastella. Scaldare l’olio di semi in una padella e immergere le verdure. Sgocciolare con un mestolo forato e raffreddare su carta assorbente.Prima di servire: mettere in un piattino accompagnata da un cucchiaio di purea di frutti esotici mango, papaya o ananas frullati, oppure da un cucchiaio di yogurt greco mescolato con erba cipollina, oppure da yogurt intero diluito in acqua e aromatizzato alla curcuma.

Tutti fritti….

Davanti a un bel fritto gli occhi si illuminano, le papille gustative si agitano e lo stomaco a qualunque ora e condizione manda messaggi di ampia disponibilità. Non c’è dubbio: le fritture in tavola hanno una marcia in più, che le colloca ai vertici delle preferenze di bimbi e adulti. Ma non sempre sono leggere e digeribili, al punto che i nutrizionisti più severi le vorrebbero totalmente bandite dal menu. Con alcune attenzioni in cucina e un po’ di moderazione nel consumo non è però necessario essere tanto drastici. Il segreto è semplice ed è tutto nel fatto che, rispetto alla cottura in acqua, la frittura avviene a temperature molto più alte.Il calore elevato provoca due eventi importanti: avvia una serie di reazioni chimiche che producono sostanze particolarmente saporite, e determina la formazione di una crosticina superficiale sul cibo che trattiene all’interno tutte le componenti aromatiche, impedendone la fuoriuscita e la dispersione. Purtroppo il grasso usato per la cottura, che permettendo di cuocere ad alta temperatura determina il pregio gastronomico dei fritti, è anche alla base dei loro difetti. Per prima cosa i residui di olio assorbiti dal cibo ne aumentano l’apporto calorico: 1 grammo di olio fornisce ben 9 kcal. In secondo luogo i grassi subiscono delle profonde modificazioni con il riscaldamento: prima si formano composti poco digeribili che poi, raggiunta la temperatura a cui l’olio comincia a fumare, si separano nei loro costituenti fondamentali, sviluppando una sostanza acre e irritante  che si volatilizza lasciando a contatto col cibo degli acidi grassi liberi dei quali è accertata la potenziale nocività.La resistenza al calore varia da un grasso all’altro secondo la composizione chimica e la prima cosa da fare per ottenere un fritto leggero è orientarsi sui grassi che resistono di più. Contrariamente a quanto molti credono, la scelta migliore è l’olio extravergine d’oliva: non solo contiene grassi più resistenti, ma è anche ricco di sostanze antiossidanti che proteggono l’olio dagli effetti negativi del calore. Se il gusto dell’extravergine disturba il palato, si può ricorrere senza problemi al normale olio d’oliva, casomai miscelandolo con dell’olio di arachide. Tra tutti gli oli di semi quello di arachide è il più simile nella composizione all’olio d’oliva e il più resistente al calore.

Tonkatsu, kaiseki e unagi

Chiunque abbia familiarità con la cucina giapponese sa che mangiare è uno degli aspetti più gratificanti di un viaggio in Giappone. Ma non limitatevi ai consueti sushi, tempura o sukiyaki se potreste trascorrere un intero mese in Giappone ogni giorno potreste gustare un piatto diverso. Se poi non potete andare in Giappone provate a farvi servire queste specialità nel ristorante della Vostra città..Kaiseki La cucina kaiseki è il trionfo dell’arte culinaria giapponese, in cui gli ingredienti, la loro preparazione, la sistemazione e la presentazione a tavola collaborano a dar vita a un’esperienza gastronomica unica. Nato per accompagnare la cerimonia del , il pasto kaiseki è essenzialmente vegetariano spesso è servito del pesce, ma la carne non compare mai sul menu. Di solito un pasto kaiseki si consuma nella sala privata di un  ristorante tradizionale particolarmente elegante, che spesso si affaccia su un tranquillo giardino privato. Le piccole porzioni delle numerose portate offrono l’opportunità di osservare i piatti e le ciotole, scelti con estrema cura in base al cibo e alla stagione. Il riso si consuma per ultimo di solito con un assortimento di sottaceti e la bevanda più indicata è il sakè o la birra. Unagi In Giappone l’  anguilla è una costosa prelibatezza. Anche se non gradite questo pesce nel vostro paese dovreste assaggiare l’unagi almeno una volta nel corso del vostro viaggio in Giappone. L’unagi è cucinata alla brace e spennellata con una densa salsa a base di shōyu e sakè. Un pasto intero a base di unagi è costoso, ma molti ristoranti specializzati preparano gli unagi bentō pasti confezionati con anguilla come portata principale. Tonkatsu Il tonkatsu è una cotoletta di maiale impanata e fritta, servita con una salsa speciale, di solito come portata di un pasto a menu fisso è servito sia dai ristoranti specializzati sia dagli shokudō, ma ovviamente il migliore è quello che si gusta nei primi. Quando si ordina il tonkatsu, si può scegliere fra rōsu  un taglio di maiale piuttosto grasso e hire un taglio più magro. È  inoltre consuetudine, al termine della giornata di lavoro, concedersi qualche yakitori spiedini di pollo e verdure alla griglia, che non sono tanto un pasto vero e proprio quanto uno spuntino per accompagnare la birra e il sakè. Questi sono alcuni dei tanti piatti.. . limitarsi al sushi sarà poco…

Non sono pranzi per “bambole”

Sono piccolissimi piatti preparati con pinzette e mini utensili in micro cucine che funzionano con la fiamma di una candela. Sono preparati con ingredienti selezionati: delle vere specialità in miniatura. Anche se somigliano a piattini giocattolo che i bambini potrebbero servire alle loro bambole, sono preparati con gli ingredienti migliori e con tutta la cura che serve per una ricetta da grandi chef.I «mini food» o «tiny food» o «tiny cooking» sono piccolissimi piatti preparati con pinzette e mini utensili in micro cucine che funzionano con la fiamma di una candela. La tendenza è nata in Oriente, e precisamente in Giappone, e sta conquistando i social, soprattutto Instagram, dove sono postate centinaia di fotografie di queste specialità lillipuziane.Dolci, ma anche primi piatti, verdure, carne e pesce, tempura, pancake. Online si trovano molti video che mostrano le fasi della preparazione (ed è forse questo l’aspetto più divertente) di questi piatti. Dalla loro parte sono sicuramente deliziosi e non fanno sicuramente ingrassare.8f8224f024d638fd94e221ec14e873c4