L’amore non è bello se non è litigarello

L’amore non è bello se non è litigarello? E’ lo psicologo britannico Glenn Wilson ha smontare l’idea della coppia messa in musica da Jimmy Fontana, addirittura mettendo a punto il cosiddetto “Quoziente di compatibilità” (Qc). Per Glenn Wilson, che ha standardizzato il test Qc lavorando su un campione di oltre 2.000 persone, e in seguito validandolo su campioni composti da coppie, il “successo di una relazione” è dovuto principalmente alla similarità dei due amanti. I litigi non servono a niente, se non a sfasciare la coppia, e quindi cade anche il mito che vuole gli opposti attrarsi. Niente di più falso, stando al test del “Quoziente di compatibilità”, che evidenzia come invece le relazioni non solo più durature ma anche in maggior misura appaganti riescono quando la coppia nutre gli stessi interessi. Questo naturalmente non vuole dire “essere uguali” ma forse solo essere “complementari”, come le classiche due metà di una stessa mela. Se una coppia, in effetti, non condivide le stesse passioni e le stesse idee, difficilmente, principalmente alla lunga, potrà reggere. Al massimo potrà sopportarsi. D’altronde, la storia è piena di esempi di illustri successi compiuti perché in coppia, come le scoperte dei coniugi Curie, Pierre e Marie, o degli Schliemann, Heinrich e della sua seconda moglie Sophia, perché forse la prima non era così appassionata di archeologia. Se fosse stato disponibile prima il “Quoziente di compatibilità” chissà se Schliemann avrebbe scoperto prima il famoso Tesoro di Priamo.

In amore vince chi…

Che stiate insieme da giorni, mesi, anni a poca importanza: i problemi di coppia esistono e ammetterlo è il primo passo. Il lato positivo? Non tutti i mali vengono per nuocere. Quando si spartiscono giornate, vacanze al mare, bagno, e nel peggiore dei casi anche l’armadio, è normale  che qualche complicazione possa insorgere. Da questioni di ordinaria follia come chi si fa la doccia per primo la mattina chi toglie i piatti da sopra il tavolo,ed altri simili, esistono. A raccoglierli è stata una giornalista che oltre a elencarli si è preoccupata di consultare i migliori esperti per suggerire efficaci soluzioni. Cosa faccio? Glielo dico? Non glielo dico? La paura di essere valutate ci assale e ci frena dall’aprirci con il partner: mi crederà un’egoista o peggio un’ingrata? Finiamo per fare lunghe conversazioni con noi stesse nei quali spesso optiamo per lo scenario peggiore e di conseguenza ci teniamo tutto dentro per evitare lo scontro. E se la soluzione migliore fosse proprio una sana e sincera discussione? Secondo gli specialisti il conflitto può addirittura diventare vitale per la crescita di una relazione. Controindicazioni? Qualcuna, ma solo se comunicate nel modo sbagliato. Lasciate decantare la rabbia del momento e siate specifiche quando parlate. Indicare semplicemente ciò che vi ha ferito o generalizzare i suoi comportamenti peggiorerà la situazione, optate invece per spiegazioni precise e massima empatia. Rivelare la parte più intima del proprio io non è per niente facile, richiede tempo e può diventare addirittura snervante quando il timore di non essere compresi prende il sopravvento. Eppure aprirsi emotivamente e far cadere tutte le barriere costituisce, a detta degli esperti, uno degli ingredienti più importanti per il successo di una relazione. Come fare dunque? Qualche trucco c’è, l’attività fisica di coppia, per esempio. Dall’arrampicata alla maratona, fare esercizio fisico aumenta il livello di fiducia reciproca e in più avrete unito l’utile al dilettevole. Sceglie il film, il ristorante e anche da che lato del letto dormire. Lo stai rendendo felice? Forse. Ma stai davvero facendo il bene della tua relazione? Molto spesso compiacere il partner in tutto e per tutto porta solo a conseguenze tutt’altro che positive. Si finisce infatti per esercitare un controllo assoluto sui sentimenti dell’altro con risultato distacco e tensione. A volte dire di no fa bene sia a voi che al vostro partner.

 

Il potere di un abbraccio

Negli ultimi anni si è sentito parlare spesso di abbracci. Sono state fatte molte manifestazioni chiamate “abbracci liberi” o “abbracci gratis” durante le quali alcuni volontari sono scesi in piazza per qualche ora a regalare abbracci.   L’abbraccio è uno dei modi più intimi per trasmettere amore in tutte le sue forme: amicizia, vicinanza, fiducia, solidarietà, conforto, pace, unione, compassione e…verità. Nell’unione dell’abbraccio si sente la verità dell’altro: lo stato d’animo, la capacità di affidarsi e di lasciarsi andare, la presenza, il ritmo. Forse è per questo che molte persone fanno fatica ad abbracciare: si entra in una sfera molto intima. Un gesto che vale molto più di mille parole Qualunque sia la durata e l’intensità dell’abbraccio è un momento che ci permette di sentire come sta l’altro ed anche come ci sentiamo noi. Nell’era della lontananza e dello sviluppo tecnologico, l’abbraccio è un importante gesto che unisce le persone di qualunque sesso, età, provenienza. E’ un momento, seppur a volte breve che oltrepassa i confini delle differenze e delle diversità per condurci nel vero senso della vita: stiamo condividendo tutti la stessa esperienza che su questa terra ha un tempo limitato, tutti viviamo gioie, dolori, successi, difficoltà.  .Gli abbracci che solitamente ci scambiamo durano una manciata di secondi, e se anche sono fatti con le migliori intenzioni, un pugno di secondi. Recenti studi hanno verificato che con un abbraccio di 20 secondi stimola l’ormone dell’ossitocina detto anche “ormone dell’amore” che ha effetti benefici sulla salute. Ma forse anche senza gli studi scientifici se proviamo a stare un po’ più di tempo nell’abbraccio, il tempo che permette al corpo pian piano di lasciarsi andare, scopriremo quanto ci fa stare bene e fa stare bene.

l robot sommelier

l robot sommelier, messo a punto dagli studenti del GaE di Biella ha suscitato tanta curiosità. Il robottino, o meglio il cobot, robot dotato di intelligenza artificiale in grado di interagire e collaborare con gli umani, è in grado di riconoscere un vino, di risalire persino alla cantina di produzione e di tacciarne le caratteristiche organolettiche. Insomma, la presentazione del robot sommelier ha fatto si che la stampa nazionale si interessasse al progetto ma anche la televisione non è stata indifferente, il robot ospite di un importante trasmissione televisiva e’ stato un successo, intervistato  ha saputo rispondere in piena autonomia, ha anche dato dimostrazione del sue capacità nel riconoscere un vino colore, vitigno, acidità ecc., dell’area geografica di provenienza e dei possibili abbinamenti a tavola. Un successo, insomma.Gli unici scontenti sono i sommelier umani che in qualche occasione sono stati persino poco eleganti nei confronti di chi ha seguito il progetto. Il futuro però sembra essere  proprio questo. I cobot prenderanno sempre più piede e in molti casi si sostituiranno agli umani. Non sarà però così per i sommelier che possono stare tranquilli, un robot non potrà mai avere la loro eleganza e la loro capacità di narrare un vino, ma potrebbe essere di aiuto, come lo è il Bimby per molti chef che lo tengono imboscato nelle loro cucine, ma che nessuno dice.