Tonno o salmone…sicuramente sashimi

E’ considerato un must della cucina giapponese, molto apprezzato dai golosi frequentatori dei ristoranti  di sushi in generale perché a base di pesce crudo freschissimo. Il pesce per il sashimi, prima di essere consumato, necessita di essere posto in un abbattitore di temperatura per almeno 24 ore così da consentire l’eliminazione completa di tutti i batteri ed i parassiti presenti, primo fra tutti l’anisakis. Il pesce nella preparazione del sashimi è tagliato a fettine di spessore di 1 centimetro normalmente accompagnato, da ciotoline contenenti salsa di soia, e salsa wasabi che è una salsa molto piccante estratta dalla radice di una pianta di origine giapponese il cui sapore è simile al cren o rafano. Caratteristica importante del sashimi è il modo di mangiarlo assolutamente con le bacchette ed in un sol boccone se avete voglia organizzate a casa vostra una serata etnica con un apparecchiatura a tema

Nuove invenzioni di cibo delizioso e nutriente

Il sushi burger L’hamburger è stato ritenuto il simbolo del «cibo spazzatura» per anni, ma ora ci sono modi nuovi e creativi di trasformare gli hamburger tradizionali in alternative sane. Qual è l’ultimo trend direttamente dall’Asia? L’hamburger di sushi che, come indica il nome, è un eccitante mix tra il panino americano e la cucina giapponese.È semplice da preparare: cambiare i classici panini per hamburger con il riso schiacciato e confezionato, quindi aggiungere alcune verdure tradizionali giapponesi come avocado, cetriolo, zenzero o alghe in salamoia prima di aggiungere la carne, hamburger di pollo, o pesce tipo gamberetti o del salmone e versare della maionese wasabi.. Oppure provate l’alternativa vegetariana sostituendo carne con un nuovo frutto: il jackfruit.

Curiosità … Giapponesi “il Sushi”

Il sushi è stato scoperto in Cina! Fu conosciuto in Giappone nell’VIII secolo: in origine era un modo per mantenere più a lungo il pesce collocandolo a fermentare tra strati di riso cotto e acidulato in aceto di riso. Nel tempo, il processo di fermentazione è stato man mano ridotto ed è nata l’abitudine di mangiare il pesce crudo. La prima volta dell’Occidente accadde nel 1953 quando il principe Akihito offrì del sushi ad alcuni ufficiali americani. Nei monasteri zen l’aglio, la cipolla, l’erba cipollina, lo scalogno e i porri sono proibiti poiché potrebbero scatenare  a causa del loro sapore deciso  dei desideri “troppo umani”. Le posate in metallo sono considerate un simbolo di violenza: per questo motivo a tavola si adoperano le bacchette di legno. In Giappone fare rumore mentre di mangia è considerato un apprezzamento del cibo: nella maggior parte dei locali pubblici giapponesi potrete godere di commensali molto rumorosi. Ogni anno il 4 agosto si celebra la cerimonia funebre delle bacchette di legno da pasto: si tratta di un omaggio a oggetti di uso quotidiano che hanno reso un buon servizio per lungo tempo. Il vero wasabi è una radice che cresce in zone semi-paludose, è quasi introvabile fuori dal Giappone ed è molto costoso. Il wasabi non andrebbe mai mescolato alla salsa di soia: è un’abitudine occidentale, non eseguita e non apprezzata nella vera cucina giapponese. Il sushi inteso come pesce crudo con riso, cioè nigiri si può mangiare con le mani ma non il sashimi, cioè i filettini di pesce crudi e divorare in un sol boccone. Intingere il sushi nella salsa di soia senza sfaldare il riso è un’arte per pochi.

Il Bon Ton del sushi

Gustare una cena con sushi, sashimi ecc. In modo elegante, proprio come fanno i giapponesi? Non è impossibile: se sapete tenere in mano le bacchette…il resto è tutto in discesa! Ecco alcune regole più importanti per consumare una vera cena giapponese rispettando il bon-ton: Utilizzate la salvietta calda e bagnata che vi portano per pulire le mani. Non chiedete mai  le posate occidentali. Fate di necessità virtù e, osservando chi è intorno a voi, ce la farete: sembra più difficile di quel che è in realtà. Se vi trovate in difficoltà, piuttosto usate le mani, è tollerato. Ogni pezzo di sushi e sashimi va mangiato in un sol boccone. Non si fuma mai in un ristorante giapponese. Non rifiutate mai un brindisi e riempite sempre il bicchiere di chi è più anziano di voi: se siete astemi, portate il bicchiere alla bocca e vi inumidite semplicemente le labbra. Le fettine di zenzero vanno consumate tra una portata e l’altra, per “ripulire” le papille gustative. In Giappone non mischiano la salsa di soia con in wasabi: la salsa va versata, con parsimonia, nel piattino apposito, mentre il wasabi viene preso a piccoli ciuffi con i bastoncini. Nella salsa di soia si intinge sempre e solo il pesce, mai il riso, che infatti si sfalda, creando un pasticcio. Non infilzate il cibo con le bacchette: anche in questo caso, se siete in difficoltà utilizzate piuttosto le mani. L’usanza di infilzare il cibo con le bacchette è riservata alle cerimonie in cui si offre cibo ai defunti. Tra una portata e l’altra riponete le bacchette a lato del piatto e non sul piatto.

Il Bon Ton del sushi

Gustare una cena con sushi, sashimi ecc. In modo elegante, proprio come fanno i giapponesi? Non è impossibile: se sapete tenere in mano le bacchette…il resto è tutto in discesa! Ecco alcune regole più importanti per consumare una vera cena giapponese rispettando il bon-ton: Utilizzate la salvietta calda e bagnata che vi portano per pulire le mani.Non chiedete mai le posate occidentali. Fate di necessità virtù e, osservando chi è intorno a voi, ci riuscirete: sembra più difficile di quel che è in realtà. Se vi trovate in difficoltà, piuttosto usate le mani, è tollerato. Ogni pezzo di sushi e sashimi va mangiato in un sol boccone. Non si fuma mai in un ristorante giapponese. Non declinate mai un brindisi e riempite sempre il bicchiere di chi è più anziano di voi: se siete astemi, portate il bicchiere alla bocca e vi inumidite soltanto le labbra. Le fettine di zenzero vanno consumate tra una portata e l’altra, per “ripulire” le papille gustative. In Giappone non miscelano la salsa di soia con in wasabi: la salsa va versata, con parsimonia, nel piattino apposito, mentre il wasabi viene preso a piccoli ciuffi con i bastoncini. Nella salsa di soia si intinge sempre e solo il pesce, mai il riso, che infatti si sfalda, creando un pasticcio. Non infilzate il cibo con le bacchette: anche in questo caso, se siete in difficoltà utilizzate piuttosto le mani. L’usanza di infilzare il cibo con le bacchette è riservata alle cerimonie in cui si offre cibo ai defunti. Tra una portata e l’altra riponete le bacchette a lato del piatto e non sul piatto.

 

 

 

 

Pollo… ecco cosa non dovete fare

La carne di pollo va sempre cotta bene. Il pollo crudo infatti è un alimento molto pericoloso: si possono trovare tracce di salmonella o campylobacter. L’alta temperatura per fortuna uccide questi batteri. Lavatevi bene le mani, sia prima della preparazione dei cibi, sia dopo aver cucinato e quindi toccato la carne di pollo cruda. Questa è una cosa da non fare mai: lavare la carne di pollo. Lo si fa pensando che così si possano elimina gli eventuali microrganismi. Sbagliato! Così si aumenta il rischio di contagio. Utilizzarle coltelli, taglieri, posate e stoviglie solo per la preparazione della carne cruda. Non mettete mai la carne cotta nello stesso piatto in cui era stata posata da cruda. Se il tagliere vi serve per pulire un altro alimento, lavatelo prima con attenzione. Pulire con acqua e detersivi le superfici e gli utensili di lavoro sulle quali si è deposta la carne cruda. Il pollo va sempre cotto bene, per distruggere la sua carica batterica. Per questo motivo vi sconsigliamo assolutamente di mangiare il sashimi di pollo, un piatto che arriva dal Giappone e ha conquistato la Gran Bretagna, al punto che la Food Standard Agency è dovuta intervenire per ammonire sulla pericolosità del suo consumo. Il forno a microonde non è un criterio di cottura affidabile perché il riscaldamento della carne potrebbe risultare poco omogeneo Una volta cucinato, se avanza va conservato in contenitori puliti a chiusura ermetica, in frigorifero. Il pollo intero si può conservare nel freezer fino a 12 mesi. A pezzi non più di 9 mesi