Mangiare pur non avendo fame

Mangiare” pur non avendo fame l’istinto di usare il cibo come consolazione, come risarcimento o come alternativa al vuoto affettivo o dell’anima è comunemente chiamato ‘fame nervosa’. Mangiare in modo eccessivo e fuori controllo spesso modifica il rapporto che si ha con il cibo. Questo problema può essere affrontato mutando alcuni comportamenti che comprendono diverse sfere. A livello psicologico è molto utile tenere un diario alimentare sul quale annotare tutto quello che si mangia quando si viene colti da una fame improvvisa e quali siano i pensieri che scatenano la fame nervosa. Se si cede a qualche momento di debolezza non bisogna rassegnarsi ad esso ed è controproducente creare un alibi per continuare a comportarsi nello stesso modo nel tempo. Le attività fisiche troppo forti come l’ aerobica richiedono un forte sforzo muscolare e permettono sì al fisico di sfogarsi ma eccitano troppo il sistema nervoso e non lo aiutano a rilassarsi, meglio scegliere un’attività aerobica a bassa intensità come mezz’ora di camminata per almeno tre volte al giorno oppure esercizi di yoga chi che permettono di tenere sotto controllo l’ansia. Per evitare che la fame nervosa sia presente spesso durante la giornata è necessario mangiare in modo corretto. Un eccessivo appetito durante il pomeriggio è spesso conseguenza di un pranzo troppo moderato e di una colazione inesistente. Una dieta povera di proteine provoca nel fisico un maggiore bisogno di energie e produce un rallentamento del metabolismo che scatena una fame incontrollata, meglio quindi fare pasti regolari ad intervalli di quattro, cinque ore uno dall’altro.Di fronte ad un attacco di fame è bene provare a resistere per almeno 15/20 minuti, durante questo tempo il fegato comincia a produrre zuccheri che entrano in circolo ed attenuano il senso di appetito

Mangi tanto attento alla tua autostima

Mangiare troppo e senza aver realmente fame. C’è un modo di dire che esprime bene il concetto “aver più occhi che bocca”, nel senso di lasciarsi sedurre dal piatto e quindi dalla gola, più che dalla reale voglia. Perché mai si cade in questo meccanismo? Secondo gli esperti si chiama carenza di autostima: in qualche modo mangiare ci fa sentire parte di un gruppo e soprattutto superiori a quello che siamo realmente. A farne le spese, ovviamente, sono la linea e la salute. A sostenere questa tesi è uno studio apparso sul Journal of Consumer Research, ritiene che più si è in basso nella scala sociale e più si tende a mangiare. Ma c’è di più. Spesso non è solo una questione economica, ma di stima personale. Ancora una volta viene dimostrato quanto ci sia di psicologico nel rapporto con il cibo e quanto sia importante partire da questo dato per curare i disturbi alimentari. Attenzione quindi a mangiare in particolar modo dolci,e merendine per istinto non per fame