Quali sono i pericoli delle coppie simbiotiche? Sappiamo tutti che nella fase dell’innamoramento tendiamo a voler trascorrere tutto il nostro tempo insieme al partner, dimenticandoci del mondo che ci gira intorno. Niente di male se la sintonia ha i tempi contati, ma se il bisogno di fusione si protrae nel tempo, il rischio di separazione e sofferenza aumenta rapidamente. Perché?Ti è mai capitato di innamorarti e di provare una sensazione di annullamento, una mancanza di desiderio verso tutto ciò che non è lui? Sembrerebbe l’altra faccia dell’amore, quella oscura, che secondo alcuni è in realtà una torsione. L’amore per secoli è stato confuso con altre cose, passione, gelosia, possessività, romanticismo tragico, solo negli ultimi anni si è cominciato a parlare di rispetto reciproco e amore positivo, ovvero votato al benessere, alla serenità anziché alla passione distruttrice.Le coppie simbiotiche “amano” nel modo distruttivo, incapaci di fare il passo successivo che comporta inevitabilmente un allontanamento e il recupero della propria individualità. Una coppia è fatta di due persone diverse, che decidono di stare insieme. Non sono la stessa cosa, non hanno sempre gli stessi gusti e le stesse esigenze.Nella coppia simbiotica, al contrario, si fa tutto insieme, si hanno interessi comuni, stesse opinioni e valori, si vive in fusione Mossi non dall’amore ma dalla paura. Questa chiusura nei confronti del mondo e di se stessi man mano intossica la relazione e se in un primo momento l’attività sessuale stessa risulta alimentata dalla fusione in un secondo tempo ne risulta umiliata.Il pericolo della coppia simbiotica è la perdita dell’autonomia, dell’individualità, dei propri spazi, spesso anche dei propri amici e conoscenti, che diventano secondari rispetto al partner. Perché succede? Perché si sente il bisogno impellente di colmare un vuoto attraverso l’altro sebbene le motivazioni, secondo la psicologia, siano diverse. Per esempio potrebbe dipendere dall’ aver vissuto una situazione simile in famiglia, da ferite emotive risalenti all ’infanzia, da un’assenza fisica o emotiva della figura materna o al contrario da un’eccessiva fusione con la madre. Qualunque siano le cause, la coppia simbiotica colma dei vuoti esistenziali ma ovviamente è un’illusione e spesso, crolla su se stessa. Vivete l’amore con razionalità solo così riuscirete a viverlo a lungo
Tag: Psicologia
Il lavoro può mettere in crisi una coppia
Battiti di cuore amore smisurato,passione….ma secondo voi un’eventuale crisi di coppia può essere associata al tipo di lavoro che si svolge? A quanto pare, sì. A dirlo è il Daily Telegraph che ha da poco condotto una ricerca proprio su questo tema; questa ricerca è stata effettuata elaborando la formula del Dr. Michael Aamodt che ha preso in esame il tasso di separazioni e di celibi in funzione dei loro lavori. Lo psicologo Dai Williams, della Società di Psicologia britannica spiega La cosa interessante è che quelli che hanno un lavoro in cui devono occuparsi di altri sono i più esposti alla separazione, forse perchè l’occuparsi degli altri li distrae dalla famiglia, ma anche perché sono delle persone sensibili e quindi anche più vulnerabili rispetto ad altre persone con altri lavori Ed ecco la top ten dei lavori più pericolosi Ballerine e coreografe 43,05% di separazioni Barman 38,43% , Fisioterapisti 38,22%, Infermieri, psichiatri 28% ,Artisti e sportivi 28% , Camerieri 27,% ,Muratori o tecnici edili 26% Chef di cucina 20% Insomma sembra che non dovremmo preoccuparci solo di trovare un lavoro ma possibilmente di sceglierne uno che non metta a rischio la coppia. Cosa ne pensate di questa classifica: siete d’accordo?
Desiderio o amore?
Nell’amore sensuale due persone che magari fino a poco prima erano due estranei, hanno un desiderio di improvvisa intimità. Il desiderio sessuale tende per sua natura alla fusione, spesso stimolato e accompagnato da forti emozioni. Questo può portare lentamente a concludere che ci si ama perché ci si desidera fisicamente. Ma il desiderio sessuale può essere spinto non solo dall’amore, ma anche dall’ansia della solitudine, oppure dalla vanità, dal desiderio di essere conquistati o di conquistare, dalla spinta a ferire o perfino a distruggere. L’intimità che viene stabilita principalmente attraverso il contatto sessuale, sembra a prima vista far superare la separazione dall’altra persona. Si tratta in realtà di una illusione di unione, più fittizia che reale. Infatti questa esperienza di improvvisa intimità è frequentemente di breve durata: quando ciò che prima era attraente e sconosciuto è diventato intimo e noto, può sembrare che non ci siano più barriere da superare né segreti da penetrare. Allora l’illusione svanisce e fa sentire i due più estranei di prima. Di conseguenza si passerà a cercare “l’amore” con una persona nuova: ancora una volta l’esperienza di contatto e di caduta delle barriere sarà intensa, e poi di nuovo l’estraneo verrà trasformato in “intimo” e conosciuto, per cui rinascerà il desiderio di un nuovo amore, con l’illusione che sarà diverso dal precedente.In realtà, se si potessero veramente sondare le profondità dell’altra persona, essa non diventerebbe mai veramente “nota” e scontata, e il miracolo di superare le barriere potrebbe rinnovarsi ogni giorno. Se però il legame viene stabilito principalmente attraverso il desiderio e il contatto sessuale, può rimanere soltanto una reazione superficiale e spontanea, destinata a consumarsi velocemente, quando la personalità dell’altro sembrerà esplorata ed esaurita L’amore rimane una sensazione, che se ne va così come è venuta. Ma l’amore è innanzitutto una attitudine interiore, un “potere dell’anima”, che determina il modo con cui ci si rapporta in primo luogo con il mondo e con gli altri.
All’inizio di una storia d’amore è tutto rose e fiori ma poi…
All’inizio di una storia d’amore è tutto rose e fiori ma poi… anche le piante più resistenti, se non vengono prestate le cure necessarie, tendono ad appassire. Spesso non succede per mancanza di sentimento o di volontà, ma per distrazione. Complice la quotidianità, ci si abitua a pensare che quella pianta meravigliosa che è la nostra relazione sarà sempre lì, resisterà alle intemperie e sarà sempre in fiore, in un’eterna primavera. Ma non è così: i rapporti di coppia hanno bisogno di nutrimento e attenzioni quotidiane per poter crescere, rafforzare le proprie radici, sbocciare, evolvere. Nella maggior parte dei casi, non sono grandi catastrofi a far morire la passione, ma piccole e cattive abitudini. Ad esempio…Gli egoismi individuali Il voler avere sempre ragione o la pretesa che le proprie esigenze siano sempre assecondate, escludendo di poter arrivare ad un compromesso e senza curarsi dei bisogni del partner: il classico “facciamo come dico io”. Con il tempo, tende a svilupparsi un atteggiamento apatico che porta a dare persone e sentimenti per scontanti, pensando che non ci sia bisogno o tempo di fare quel gesto romantico, di sedurre, di avere attenzioni particolari o di ritagliarsi dello spazio stare insieme… Ma l’amore non accetta l’indifferenza.Come contrastarla? Mettendo in atto una routine che faccia bene alla coppia, anche se costa un piccolo sforzo.La gelosia In una certa misura può essere persino sintomo della buona salute della coppia, ma più spesso diventa una spinta distruttiva, che affonda le sue radici nell’insicurezza e nella paura dell’abbandono di chi la prova. Stare sempre insieme All’inizio si ha voglia di passare molto tempo insieme, in qualsiasi occasione. Così oltre a infastidire gli amici, che non ci possono più vedere se non “accompagnati” si rischia di abituarsi ad un legame simbiotico, in cui mancano gli spazi individuali, e prima o poi la sensazione di asfissia arriva. Inoltre, la mancanza di spazi individuali porta a perdere di vista sé stessi e i propri obiettivi personali, con il risultato che piano piano il partner non vedrà più la persona di cui si è innamorato. Cosa fare? Ogni tanto chiedersi “cosa farei se non ci fosse lei/lui e farlo, vi aiuterà sicuramente a stare meglio insieme
La pazienza…. una grande virtù
La pazienza non è un concetto di facile definizione. Secondo gli esperti e i maestri della cultura zen è la capacità di porsi in un atteggiamento di calma e serenità di fronte alle situazioni più disparate: quando perdiamo il treno che è partito giusto due secondi prima, quando in ufficio o nella vita quotidiana si teme di non riuscire a finire dei lavori importanti in tempo, quando aspettiamo ad un appuntamento l’amico ritardatario. La pazienza non è più una virtù passiva, ma un atteggiamento saggio e che si rivela vincente in molte situazioni della vita. Essere persone moderne e pazienti oggi significa: non fare sforzi inutili: se la strada che si vuole percorrere è difficile, è inutile ostinarsi perché l’unico risultato sarebbe quello di sentirsi delusi. Meglio fermarsi e attendere che arrivi l’occasione giusta. Grinta e coraggio vanno bene, ma non quando l’obbiettivo è irraggiungibile. Avere una meta nella vita è giusto, aiuta ad andare avanti. Tra la partenza e l’arrivo c’è però molta strada da percorrere e se si guarda solo allo scopo finale si rischia di perdere occasioni di scelta che si possono presentare durante il percorso. Non angosciarsi nello scegliere: ciò vale soprattutto per le donne in lotta perenne per far coincidere alla perfezione gli impegni quotidiani. Imparando a far convivere tante situazioni si impara sicuramente a essere più serene. Un esempio? : ho un buon lavoro e voglio stare più tempo con i figli? Rinuncerò alla palestra e farò una passeggiata in bici con i bambini. Sperare che gli altri cambino è un atteggiamento di pazienza passiva e negativa che caratterizza uomini e donne. Bisogna invece accettare il fatto che l’altro non diventerà mai come si vorrebbe. l’impaziente è spesso una persona di successo che con grinta ottiene ciò che vuole. Se però fallisce è destinato alla frustrazione e all’insuccesso cronico perché vede quel fallimento come una sconfitta per tutta la vita. Pazienza è invece la capacità di darsi una seconda possibilità, riscoprendo capacità e talenti nascosti.
Ti voglio bene o ti amo
Ti voglio bene o ti amo, quale vale di più? Anche tu facilmente ti sei posto questo quesito, senza magari arrivare ad una risposta certa. Sai perché accade questo? In amore un soggetto può essere confuso dalle forti emozioni provate che lo spingono a dedicarsi totalmente ad una persona: a volte infatti si crea confusione in quanto non si capisce all’istante se quello che si prova è solo del semplice affetto e attrazione, o se si tratta di qualcosa di più forte. Da qui le numerose e variopinte espressioni di affetto e di amore che i partner si scambiano: dai più classici “ti voglio molto bene” o “ti voglio un bene dell’anima” al più romantico “tesoro ti amo ” e moderno “ti amo di bene” tanto in voga tra i più giovani. Questa varietà di linguaggio riflette in tutto e per tutto il sentimento che un individuo prova nei confronti di qualcun altro che non è, unico e uguale per tutti: non si ama infatti in una sola maniera e allo stesso modo non si vuol bene a tutti in egual modo. Che significa ti voglio bene: te lo sei mai domandato? In senso letterale questa espressione significa “voglio il tuo bene”. Nella maggior parte delle regioni d’Italia viene utilizzato “ti voglio troppo bene” per esprimere il proprio affetto nei confronti di un famigliare o di un amico in quanto rispetto alle parole ti amo viene considerato meno intimo e passionale. In generale quindi siamo più abituati ad utilizzare questa espressione per tutte quelle relazioni che sono prive di una carica erotica su cui si basano i rapporti d‘amore. Ma fai attenzione: quando un ragazzo dice ti voglio bene ad una ragazza non vuol dire che non è innamorato o che il sentimento provato non sia tuttavia forte. Lo stesso può capitare se una ragazza ti dice ti voglio bene, perché volere il bene di qualcuno è sempre una forma d’amore. A conferma di ciò, alcuni soggetti preferiscono dire ti voglio bene ma no ti amo per mantenere il rapporto in una fase di stallo dando l’impressione di non essere interessati realmente alla persona che hanno accanto. Altri invece trovano banali scuse per fuggire alle domande del compagno ormai stanco della vita di coppia, spesso questo incrementa litigi che compromettono ancor di più la monotonia del rapporto e incrementano le possibilità di rottura della relazione..
Le delusioni…diventano le cicatrici del cuore
Le delusioni sono le cicatrici del cuore. Alcune grandi, alcune piccole altre antiche e profonde, ma ognuna di esse porta un nome. Il nome di un amico, di un genitore, di un compagno, di un parente segni di prove e dolori superati che ogni tanto ancora fanno male, come le ossa rotte quando cambia il tempo. Ma le delusioni sono anche le medaglie del cuore, che affermano la vostra capacità di amare e di dare fiducia alle persone anche se queste vi hanno feriti, traditi e ingannati. Sono le medaglie che dimostrano quanto coraggio abbiate per riuscire a credere ancora nell’amore nonostante sappiate quanto male può fare.Una delusione diventa una cicatrice del cuore quando smettiamo di provare risentimento verso chi ce l’ha provocata, allora la ferita si chiude non sanguina più, ma noi siamo diventati più forti e un po’ più prudenti .Come quando da bambini cadevamo con la bici o giocando a pallone e tornavamo a casa con le ginocchia sbucciate, così doloranti da farci che non saremmo mai più saliti su qualsiasi cosa avesse avuto le ruote, ma poi quando ancora non era nemmeno caduta la crosta e il richiamo degli amici in strada diventava troppo forte, correvamo di nuovo verso un’altra avventura. Certo il cuore non è un ginocchio, ma il processo di ripresa è più o meno lo stesso e le delusioni fanno male quanto noi glielo consentiamo. Pensate, se da bambini invece che le carezze e le coccole della mamma, aveste buttato sale sulle vostre sbucciature, cosa sarebbe successo? Il dolore sarebbe diventato insopportabile e sicuramente la voglia di tornare a giocare vi sarebbe passata del tutto. E’ così anche per le vostre ferite del cuore, se continuate a torturarle con pensieri angosciosi e sensi di colpa seguiteranno a sanguinare e allora tornare ad amare sarà veramente difficile. Curatele, invece, e tenetevele strette, saranno i vostri piccoli campanelli d’allarme che vi avvertiranno ogni volta che sarete in pericolo, per ricordarvi che amare si può, ma senza dimenticare di difendere se stessi.
La fine di una relazione
La fine di una relazione non è mai un’esperienza piacevole, e quando uno dei due è ancora follemente innamorato dell’altro può causare ansia, insonnia, depressione e addirittura indebolire il sistema immunitario. Alcuni ricercatori hanno provato a elaborare strategie di sopravvivenza, testandole su alcuni “cuori infranti”: L’obiettivo della ricerca era capire quale tecnica fosse più efficace per “curare” il mal d‘amore. Alla prova ha partecipato un gruppo di persone che aveva appena chiuso una relazione durata in media due anni e mezzo. Tutti avevano un elemento in comune: erano ancora innamorati del loro ex partner.I ricercatori hanno dato ai candidati tre proposte: la prima era quella di pensare intensamente a qualcosa di fastidioso che faceva abitualmente il proprio ex e non valeva giurare in preda a crisi di pianto di amare terribilmente anche tutti i suoi difetti!. La seconda strategia detta di rivalutazione dell’amore consisteva nell’accettare i propri sentimenti, senza giudicarli. Per farlo occorreva ripetersi come un mantra che “è lecito amare qualcuno, anche se non si è più ricambiati”. La terza strategia è la più comune: la distrazione. Ai candidati era suggerito di lasciar vagare la mente pensando a qualcosa di gratificante: una musica, un cibo o un’emozione. I risultati hanno rivelato che in tutti e tre i casi gli innamorati provavano emozioni meno intense. Chi pensava ai difetti del proprio ex era di cattivo umore, ma alla vista della foto risultava assolutamente meno innamorato. E secondo gli studiosi è proprio questo il rimedio più efficace nel lungo termine per rialzarsi da una batosta sentimentale.Per avere un po’ di buonumore nell’immediato la strategia migliore è risultata però quella della distrazione. O meglio: i candidati continuavano a sentirsi innamoratissimi del loro ex partner… ma con il sorriso sulle labbra! E il rimedio “chiodo schiaccia chiodo”? Gli esperti non l’hanno preso in considerazione tra le “terapie” da testare e non hanno espresso giudizi, ma c’è chi giura che sia un rimedio almeno altrettanto efficace.
La malinconia del giorno dopo
Pare che, le fasi lunari e in particolar modo l’eclissi lunare, siano responsabili degli stati d’animo di miglia di persone, afflitti da un senso di vuoto, e di tristezza ad arrivare ad essere quasi o totalmente depressi. Secondo gli psicologi la depressione del giorno dopo è un fatto del tutto normale che si verifica a seguito eventi, anche positivi, particolarmente coinvolgenti. Può succedere il giorno successivo alla laurea, alle nozze, alla fine di un progetto di lavoro che ci ha impegnati per lungo tempo,al rientro dalle vacanze al mare, ma appunto anche dopo un evento come l’eclissi . Secondo gli esperti questo stato d’animo è provocato dalla diminuzione improvvisa del livello di cortisolo nel sangue: questo ormone, chiamato anche ormone dello stress, è responsabile del senso di euforia, di onnipotenza e grande energia che caratterizza i momenti particolarmente intensi della nostra vita.Il fenomeno sembra legato a un comportamento inconscio noto come effetto di contrasto: finito il momento speciale, tendiamo a valutare la nostra quotidianità confrontandola a ciò che abbiamo appena vissuto. Ecco anche perché il rientro dalle vacanze ci sembra tanto più duro quanto più ambita e piacevole è stata la vacanza, o perché la solita riunione con i colleghi ci sembra paurosamente noiosa se paragonata al fascino di un fenomeno astronomico come l’eclissi.
Fermati ! Prima di mangiare troppo
Arriva l’estate e con lei le cene in giardino con gli amici, magari a bordo piscina aumentano a dismisura, anche se crediamo di poter smettere di mangiare quando il nostro stomaco è colmo, in realtà molto spesso superiamo il limite, per accorgercene soltanto a pasto concluso o quando inesorabile la bilancia da il suo Mangiare con gli occhi non è un modo di dire: l’aspetto visivo dei piatti influenza il nostro senso di sazietà. Si sa che i piatti molto grandi sono nemici della dieta, perché sembrano vuoti e incoraggiano il “bis”.In genere dopo aver mangiato una certa porzione di un determinato alimento tendiamo a stufarci di quel sapore, in quella che gli esperti definiscono sazietà sensoriale specifica. Quando però sul buffet troviamo una distesa di pizzette, noccioline, patatine panini, crostini di ogni genere e forma…smettere di mangiare è veramente impossibile.Studi scientifici dimostrano che avere a disposizione alimenti molto diversi porta a mangiare quattro volte la quantità di cibo che mangeremmo.Talvolta pranziamo o ceniamo davanti alla TV, cercando la nostra serie preferita, controllando Instagram o Facebook, oppure lavorando. Queste attività interferiscono con i meccanismi che di norma ci permettono di apprezzare il cibo e di percepire il senso di sazietà, poi. Tendiamo a consumare più cibo e non solo durante il pasto: l’elemento di disturbo ci fa perdere la consapevolezza di quanto abbiamo mangiato per diverse ore: finendo così per esagerare anche nei pasti successivi.