Decifrando le informazioni genetiche contenute nel miele, ricercatori hanno individuato tracce degli organismi che abitano il territorio in cui viene creato. Dentro un cucchiaino di miele si nasconde un mondo intero. Lo ha dimostrato un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna che, è riuscito ad isolare tracce non solo di piante e di api, ma anche di altri insetti, di diverse tipologie di funghi, e persino di virus e batteri. Una fotografia ampia e precisa della storia di quel miele, dal fiore fino all’alveare, e del ambiente in cui è nato. Il lavoro dei ricercatori mostra come, adoperando una metodologia costruita ad hoc, sia possibile estrarre dal DNA del miele importanti dati che consentono, ad esempio, di valutare lo stato di salute delle colonie di api, o anche di monitorare la presenza dei microrganismi responsabili di molte malattie delle piante. Per creare il miele, le api compiono un metodico e capillare lavoro di perlustrazione del territorio lungo un raggio che, partendo dall’alveare, può estendersi fino a dieci chilometri. E nel corso dei loro infiniti viaggi, raccogliendo nettare o melata dai fiori e dalle piante, finiscono per catturare anche tracce di molti altri organismi che abitano quel territorio. Per questo, il DNA contenuto nel miele è considerato un “DNA ambientale”, che contiene cioè al suo interno le impronte dei tanti protagonisti che in un modo o nell’altro vengono toccati dall’opera delle api. Questo patrimonio di informazioni è enormemente ricco e complesso. il miele è anche un alimento con molte proprietà benefiche: nel suo DNA ci sono tracce anche di questo. “Alcuni microrganismi che lasciano tracce nel miele cooperano alla formazione delle sue caratteristiche organolettiche e alle proprietà curative che vengono attribuite a questo alimento”, conclude Luca Fontanesi. “Alcuni lieviti di cui abbiamo trovato traccia nel miele analizzato, ad esempio, sono considerati produttori naturali di sostanze ad effetto antibiotico”.Addolcire la colazione o spalmarlo su una fetta di pane ogni giorno sarà un toccasana per la nostra salute
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Un alimento che non va a male
Questo fatto risulta essere fantastico poiché il miele è composto in gran parte da zucchero, ambiente in cui i batteri si propagano con molta semplicità. Il miele è composto da una bassa quantità d’acqua e un gran livello di acidità: il suo pH medio varia dai 3,2 ai 4,5. Questo rende difficile la vita di batteri o altro microrganismi, che vanno così a morire. Il miele ha tantissime ottime proprietà che sono state studiate e usate a scopo medico per lungo tempo, forse più a lungo di quanto si pensi. Archeologi hanno trovato all’interno di tombe Egizie vasetti di miele vecchi di 2.000 anni. Si pensi che Erodoto riferì che i Babilonesi seppellivano i loro morti nel miele e si avanza l’ipotesi che Alessandro Magno potrebbe essere stato imbalsamato in una bara colma di miele. Forse perché già allora si pensava che il miele fosse l’alimento eterno? Quando il miele diventa solido non significa che è scaduto, significa soltanto che alcuni elementi del glucosio, di cui il miele è composto, si stanno cristallizzato. Basta prendere il vasetto e immergerlo in una pentola di acqua calda per circa un minuto. Inoltre dobbiamo considerare il fatto che il miele è così composto al suo stato grezzo. Pertanto se mischiato con altri elementi non potrebbe mantenere questo suo lungo stato di conservazione.