I portafortuna servono davvero. Per chi è superstizioso e ci crede è, ovviamente, la scoperta dell’acqua calda, ma anche gli scienziati si stanno convincendo del potere dei portafortuna, anche se non per ragioni soprannaturali. Questo perché molte ricerche sono arrivate alla stessa conclusione: il segreto perché vada tutto bene è… crederci. Perfino nei portafortuna. Se la fortuna è cieca, la sfiga è scientifica. Qualche anno fa alcuni ricercatori dell’università di Colonia, hanno invitato un gruppo di studenti a portare con sé il proprio talismano per sottoporsi a un test. Gli oggetti sono stati presi in consegna dai ricercatori con la scusa di fotografarli. Poi, a metà degli studenti i portafortuna sono stati restituiti prima che iniziassero dei quiz e delle prove di abilità come centrare un canestro, fare buca con una pallina da golf,mentre all’altra metà non sono stati restituiti.La scienza dimostra che se si pensa di essere fortunati, si finisce per esserlo per davvero, infatti chi aveva con sé il suo portafortuna è andato meglio in tutte le prove. Inoltre, alla richiesta dei ricercatori di supporre in anticipo il numero di parole da trovare risolvendo alcuni anagrammi, e di fissare la soglia di tempo dopo la quale avrebbero lasciato il test, le persone che avevano con sé l’amuleto si sono date obiettivi più ambiziosi. Erano tutti più convinti di potercela fare.Secondo i ricercatori, quindi, non solo avere con sé un portafortuna, ma anche solo dire “tengo le dita incrociate per te”, o anche l’inossidabile “in bocca al lupo”, può davvero servire perché aumenta l’autostima dando più fiducia negli obiettivi che ci si pone. Credere di avere la sorte dalla propria parte, insomma, attiva una specie di circolo virtuoso, perché rende meno ansiosi, più rilassati e più positivi. le ricerche dimostrano che ciò che viene avvertito come “buona stella” o “maledetta sfortuna” ha più a che fare con la psicologia che con la probabilità. 
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Una grossa pigna
Un lucernario circolare sulla punta di questa casa sull’albero a forma di pigna dell’architetto Claudio Beltrame nelle Alpi italiane consente all’occupante di guardare in alto il cielo stellato di notte La struttura situata nella città di Ugovizza nelle Dolomiti è disponibile come affitto. L’architetto italiano Claudio Beltrame ha creato la casa sull’albero a forma di pigna, il frutto legnoso dei pini originari delle foreste di Tarvisio, dove ha sede il suo studio. È stato ispirato a creare la casa sull’albero in risposta alla crescente popolarità dell’ecoturismo e della ritirata di evasione Il rifugio in un albero è sempre stato il posto migliore dove sognare “, ha detto Beltrame. il luogo primitivo dell’uomo e un luogo di libertà e riflessione. “la casa sull’albero è sospesa a 10 metri dal suolo, sostenuta dagli abeti circostanti e accessibile tramite un ponte. L’architetto ha costruito la struttura in collaborazione con un’azienda italiana qualificata in case prefabbricate in legno Il rivestimento in scandole di larice è tagliato in forme sovrapposte che imitano le scale di pigne. Il telaio è realizzato in legno lamellare a strati incrociati, modellato in forme boomerang e isolato con fibra di legno traspirante. Tutto il legno proviene dall’Alpe-Adria, che adesso sta lavorando per diventare la prima bioregione biologica al mondo. Oltre a fare riferimento all’ambiente nella sua forma e aspetto esteriore, Beltrame ha progettato la casa sull’albero per aiutare gli occupanti a sentirsi in contatto con la natura in ogni momento. La casa è disposta su tre livelli, con finestre a 360 gradi al piano terra con vista sulle montagne. secondo piano ha grandi finestre con persiane scorrevoli nella zona del balcone coperto. All’interno c’è un’area salotto, cucina e bagno. La camera da letto si trova all’ultimo piano, con un lucernario scolpito nel tetto sopra il letto. L’Area in cui si trova la casa sull’albero sorge a 1.200 metri sul livello del mare, nelle Dolomiti. Le case sull’albero remote sono particolarmente popolari nel mondo dell’ecoturismo. Baca con sede a Londra, ha ultimamente progettato una casa sull’albero a forma di baccello di cacao per un hotel ecologico su un’isola di Panama accessibile solo in barca