Prelibatezze Italiane

Odio le persone che prendono i pasti alla leggera”Questa citazione dello scrittore inglese Oscar Wilde ben riproduce quella che può essere definita la cultura italiana a tavola fatta di passione, lealtà e impegno. In un’ipotetica cena perfetta dove tutti i prodotti sono firmati che parte dal nord Italia e finisce nel sud : il Parmigiano Reggiano introduce il cosiddetto aperitivo, accompagnato dal Prosciutto Crudo e dal prelibato Culatello. Le scaglie di Parmigiano sono l’ideale per accogliere miele, noci e mostarde di frutta di stagione; il Prosciutto Crudo e il Culatello invece si possono gustare assieme a sottili fette di pane leggermente scottato, in compagnia di pomodorini e verdure, perfetti per stimolare l’appetito. Il primo piatto per eccellenza, la pasta, è ormai diventato sinonimo della parola Italia Parliamo allora delle seconde portate: un percorso che ci porta allora all’estremo sud in Sicilia, l’isola italiana più famosa al mondo, dove possiamo trovare il Tonno Rosso Siciliano, uno dei prodotti più esclusivi e preziosi. Il Tonno Rosso è una specie deliziosamente squisita, con una polpa soda, consistente e compatta: con i suoi tre metri di lunghezza è uno dei pesci più grandi del Mar Mediterraneo ed una delle varietà più pregiate, lavorate artigianalmente nelle secolari tonnare siciliane.Ogni grande cena necessita di un gran finale: un cammino che , ventimila abitanti, principalmente impiegati nella produzione e distribuzione di uno dei prodotti più speciali del mondo, il pistacchio. Soprannominato “Oro Verde”, il Pistacchio Verde DOP si contende il mercato internazionale con un unico imponente rivale, la Turchia. Mentre le popolazioni turche sperimentano un nuovo impiego delle bucce dei pistacchi per produrre energia pulita, l’industria alimentare siciliana focalizza l’attenzione su questa pianta, che nasce incredibilmente da un territorio vulcanico.I dessert più semplici, ma realizzati con passione, sono sempre i meglio riusciti il pistacchio diventa così protagonista dell’ultima portata e con la complicità del pan di Spagna e della crema pasticciera conclude un viaggio virtuale tra le prelibatezze delle regioni italiane, un nobile racconto di sapori nostrani.

I pesci hanno una memoria..tutto da rifare

Si parla di memoria e i pesci rossi ne hanno da vendere! Lo afferma una ricerca della School of Psycology all’Università di Plymouth, che afferma che questi non solo possiedono buonissima memoria, ma ricordano anche a distanza di tre mesi dall’accaduto. Gli scienziati hanno abituato i pesci a rispondere ad uno stimolo: ogni volta che spingevano una leva posta nella loro vasca ricevevano in premio del cibo. I pesci, in breve tempo, hanno imparato e non solo! I ricercatori hanno poi tarato la leva in modo che questa rilasciasse il cibo solo una volta al giorno e sempre alla stessa ora. I pesci rossi hanno ancora una volta risposto positivamente! Secondo Hamilton, «Questo è molto interessante perché dimostra che questa specie è capace di formare e rafforzare un’associazione tenendola a mente per un lungo periodo di tempo. Inoltre, questa traccia di memoria può essere dimenticata e sostituita da una nuova memoria a lungo termine. I pesci in mare hanno una dieta varia: mangiano lumache, piccoli pesci, insetti e piante e si pensa che imparino ad associare certi luoghi con i loro cibi preferiti, una caratteristica che potrebbe essere di vitale importanza per la loro sopravvivenza. La diminuzione della disponibilità di cibo potrebbe favorire la sopravvivenza delle specie che possono ricordare la posizione delle fonti di cibo.

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I perché delle zanzare

Ogni anno è l’arrivo dell’estate ad annunciare il flagello delle zanzare: piccoli vampiri, che procurano alle loro vittime, fastidiosi pruriti, ponfi, reazioni allergiche e a volte anche brutte infezioni  soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Conoscerle meglio ci può aiutare a evitarle, e a rispondere alla domanda: sono davvero inutili? Hanno un olfatto molto sviluppato, ma i ricercatori hanno scoperto che certi odori  come menta, alcuni tipi di frutta e il cioccolato caramellato   possono stordire i sensori di anidride carbonica delle zanzare, rendendo così più difficile per loro trovare la… cena. Le zanzare riescono rilevare l’anidride carbonica fino a 30 metri di distanza. Dal momento che noi espiriamo anidride carbonica attraverso il naso e la bocca, le zanzare sono attratte dalla nostra testa. E ci girano intorno. Delle 3000/3500 specie di zanzare esistenti di cui 70 in Italia, non tutte mordono l’uomo. E solo le zanzare femmine si nutrono del sangue, che contiene lipidi, proteine ​​e sostanze nutritive necessarie alla produzione di uova; le zanzare maschio preferiscono svolazzare sui fiori e nutrirsi di nettare. Il perché le zanzare pungono alcune persone più di altre può dipendere dal respiro anidride carbonica, dall’acido lattico prodotto dai muscoli, dal gruppo sanguigno, dal fatto che hai bevuto birra, dai batteri che colonizzano piedi e caviglie, dal fatto che sei vestito di scuro, dai tuoi geni, dal sudore e dagli ormoni. Il prurito è dovuto al rilascio di istamina nel nostro corpo in risposta alla saliva che la zanzara ci inietta per evitare che il nostro sangue coaguli, mentre se ne nutre. La reazione cambia di persona in persona. Gli esperti consigliano di non grattarsi: servirebbe solo a muovere i residui di saliva, aumentando così la risposta all’istamina. Meglio lavare le punture con sapone neutro e acqua fredda. Ammettiamolo, dopo che ci hanno morso, è difficile riconoscere alla zanzare un’utilità. Più a sud, uccelli, insetti, ragni, salamandre, lucertole, rane e pesci mangiano diverse specie di zanzare regolarmente. Anche le piante ne hanno bisogno. Alcune orchidee, come l’orchidea faccia di scimmia, si affidano alle zanzare per l’impollinazione. Ci sono poi zanzara che sono eccellenti killer di zanzare.

Il gelato arriva nel mondo del salato

Ai gamberi, alla maionese, al pesto genovese, al pomodoro e basilico, al formaggio alla senape. E’ scoppiata l’estate e arrivano immancabili le scuole dedicate, cooking-show e manifestazioni, ma anche singole gelaterie che presentano vaschette di gelato dai gusti anticonformisti. Ai gamberi & lime sulla zuppa thailandese, ai capperi sul tonno, alla senape sull’hamburger di asina: se ne assaggeranno di originali e stravaganti. Perché il gelato, dopo essersi imposto come prodotto anche d’inverno sorpassando le abitudini stagionali, ora ha superato anche un altro confine: quello tra dolce e salato.Nelle gelaterie e nei ristoranti spuntano gusti prima impossibili  prodotti con verdure, carni, pesci, formaggi ripescando un’idea meno nuova di quanto si possa credere. Infatti già negli anni ’60 Matteo Napoli, fondatore della “Gelateria Matteo” era noto per i suoi “gusti strani”: baccalà, pasta e fagioli, broccoli, cipolla e patate. E il collega Enzo Vannozzi nella storica gelateria di Viareggio aveva dato il via a una serie di creazioni golose, come il gusto ai petali di rose o agli zucchini, per citarne alcuni tra i cavalli di battaglia che gli valsero gli Oscar della Gelateria Negli ultimi anni l’interesse per gusti gastronomici è sempre più forte, anzitutto perché il gelato entra ormai nei menu dei ristoranti, superando un altro confine: quello tra street food e cibo da mangiare agevolmente a tavola, un sorbetto di fragola e peperone rosso alla salsa Worcestershire, molto eclettico perché buono da solo ma anche perfetto con una catalana di crostacei, un crudo di gamberi, o magari a cubetti in un cocktail Ecco ancora, allora l’hamburger di asina con formaggio piacentino, maionese d’acciuga e sorbetto di senape; il Pad Thai con sorbetto di lime e gamberi; il cous cous di pesce del Mediterraneo e sorbetto al pomodoro e basilico; la Focaccia di farina di grani antichi con tonno fresco del mediterraneo, crema di avocado e sorbetto di capperi di Pantelleria. Provare per credere!

 

L’Italia è sempre più veggy.

Il Rapporto Italia, ovvero la ‘fotografia’ del nostro Paese che ogni anni viene ha preso in considerazione, tra i vari aspetti, le scelte alimentari. Evidenziando che gli italiani vegetariani e vegani hanno toccato quota 7% della popolazione dai 18 anni in su. Un trend che vede in aumento i vegetariani rispetto al rapporto dello scorso anno, mentre si riducono i vegani. Per la precisione, il 6,2% degli italiani si dichiara vegetariano. Lo 0,9% invece si dichiara vegano, e tra di loro, troviamo anche chi segue tipi di alimentazione ancora più rigidi: crudisti Ovvero, si smette di essere vegani e si torna a contemplare i derivati animali nella dieta, continuando ad escludere la carne. Tra le motivazioni riscontrate, tra gli italiani vegetariani dicono di essere convinti si tratti di una scelta salutare. Mentre per il 20,5% la motivazione deriva dall’amore per gli animali. Gli italiani si confermano infatti amici degli animali: sono 3 su 10 oramai a possedere un animale domestico. Si tratta principalmente di cani seguiti da gatti Seguono uccelli, conigli, tartarughe e infine pesci. C’è tuttavia una leggera inflessione, dovuta al fatto che mantenere un animale  è considerato un piccolo lusso. Ma torniamo agli italiani vegetariani. Un istituto di ricerca ha fatto un indagine su Trip Advisor, per calcolare quanti ristoranti tra quelli recensiti offrissero menu a base di piatti vegetariani e vegani. Nel primo caso, ha rilevato il 23,4%, nel secondo il 17,2%. Percentuali alte, e in crescita. Tuttavia le recensioni non sempre riflettono quello che i vegetariani pensano: per molti è ancora complicato mangiare al ristorante o al bar. E’ anche difficile mangiare a cerimonie o feste, e sui mezzi di trasporto. Mentre nelle mense di lavoro l’opzione vegetariana/vegana è sufficientemente presente.

Una spiaggia invasa dalla schiuma

Venerdì scorso, gli abitanti di Naqoura, in Libano, sono rimasti a bocca aperta davanti al soffice manto bianco portato dal mare, che si è depositato sulla spiaggia cittadina. Neve? No: una schiuma densa e persistente, in quantità così esagerate da provocare inquietudine. Da che cosa è stata prodotta? Il fenomeno è stato documentato anche altrove ed è dovuto a una mescolanza di acqua, aria e tensioattivi, cioè sostanze che hanno la proprietà di abbassare la tensione superficiale di un liquido. Di solito, poiché le molecole della superficie dell’acqua sono attratte da quelle sottostanti, e vengono quindi “richiamate” verso il basso, le bolle formate dal viavai delle onde del mare scoppiano quasi subito: la superficie ritorna piatta.I tensioattivi, uniti all’acqua, ne fanno diminuire la tensione superficiale: le molecole sottostanti non hanno abbastanza forza per attrarre quelle superficiali e le bolle durano più a lungo Sostanze inquinanti prodotte dall’uomo, come fertilizzanti e sapone, agiscono da tensioattivi, ma la stessa proprietà appartiene anche composti di origine naturale come i grassi delle alghe e di pesci o vegetazione marina in decomposizione. Eventi come un picco di inquinanti rilasciati in mare o una fioritura eccezionale di alghe possono facilitare il fenomeno, che però, in questo caso sembra essere stato causato dal cattivo tempo, che ha agitato le acque facendo crescere gli strati di schiuma. Occasionalmente, la schiuma marina può essere irritante se inalata o toccata: lo è per esempio quando i tensioattivi sono residui di alghe tossiche, che in forma di aerosol può irritare le vie respiratorie

 

L’arte e la natura

Il termine Land art sta ad indicare il lavoro di alcuni artisti, che non si limitano a dipingere quadri o creare sculture, ma intervengono direttamente sui paesaggi naturali per creare nuove forme d’arte Nella land art i deserti, le montagne, i campi, i fiumi e i laghi diventano sconfinate e gigantesche tavolozze attraverso cui l’arte cessa di essere oggetto per ritornare ad essere pure espressione di ciò che già esiste. Smithson per realizzarla ha utilizzato solamente ciò che aveva a portata di mano, ovvero pietre, sabbia e cristalli di sale. L’opera ha un diametro di 450 metri e per essere pienamente apprezzata deve essere “vista” dall’alto. La particolarità di quest’opera è che scompare e riappare a seconda del livello dell’acqua del lago: quando fu realizzata il livello dell’acqua era particolarmente basso e l’opera rimase visibile per molto tempo, poi un successivo innalzamento dell’acqua la sommerse per parecchi anni. Altra caratteristica dell’opera è la stretta interconnessione con gli organismi viventi del lago, quali alghe e batteri, che conferiscono all’acqua un particolare colorito rossastro violaceo che mette in risalto la forma concentrica dell’opera creata dalla sabbia e dai cristalli di sale

I nostri oceani, il nostro futuro

Oggi in tutto il pianeta vengono organizzate iniziative di sensibilizzazione. L’obiettivo è puntare i riflettori sull’importanza che gli oceani hanno per tutti gli esseri umani ma anche sul loro stato di salute. Coprono il 71% del nostro pianeta, forniscono circa il 50% dell’ossigeno che respiriamo, assorbono approssimativamente il 26% dell’anidride carbonica sono fonte di cibo e sostanze nutritive e sono fondamentali nel controllo del clima. Fungono da rete di connessione per il commercio internazionale ed hanno un ruolo economico essenziale dalla pesca e in generale dalle risorse marine lasciandosi attraversare da imbarcazioni di ogni sorta. Ma l’eccessiva pressione esercitata dall’uomo ha già portato conseguenze di larga scala, dal sovra sfruttamento degli stock ittici, alla distruzione di diversi habitat naturali, alla diffusione di sostanze ed elementi inquinanti. Ed è per fermare questa grave situazione che l’ONU ha cercato di richiamare l’attenzione di cittadini e governi, dando all’edizione dell’8 giugno 2017 il titolo “I nostri oceani, il nostro futuro”. La sfida è aperta su tantissimi fronti. Secondo l’ONU circa l’80% dell’inquinamento marino deriva da attività svolte a terra. Nello specifico la mancanza di impianti di depurazione. Anche la plastica resta un problema Ne entrano negli oceani più di 8 milioni di tonnellate all’anno, l’equivalente di un camion al minuto e più di 51 trilioni di particelle microplastiche, 500 volte più delle stelle nella nostra galassia, minacciano seriamente la fauna selvatica. I detriti marini stanno danneggiando più di 800 specie e ogni anno sono causa di morte per 1 milione di uccelli, 100.000 mammiferi marini, tartarughe e innumerevoli pesci, oggi  per dare una mano ai nostri oceani si può iniziare partecipando a una delle tante iniziative organizzate in tutto il paese

Una notte in un letto diverso…

Passare la notte in un letto diverso da quello abituale, per esempio in albergo o comunque fuori casa, rende il nostro cervello intorpidito simile a quello dei pesci  e di certi uccelli. A differenza di quanto accade abitualmente, infatti, uno dei due emisferi – il sinistro – gode di un sonno meno profondo. Resta, insomma, semi-vigile e più sensibile ai rumori, ed è per questo che al mattino si può avere la percezione di aver dormito male. Lo hanno scoperto alcuni ricercatori della Brown University di Providence, negli Stati Uniti, che hanno pubblicato il risultato sulla rivista Current Biology.«Nell’uomo, il fenomeno potrebbe avere un significato analogo a quello che ha nei mammiferi marini e negli uccelli, che così conservano un monitoraggio sull’ambiente nelle ore in cui sarebbero più esposti ai predatori» E potrebbe essere un’eredità del passato, quando anche i nostri avi potevano subire attacchi notturni, più frequenti quando non erano al riparo nei loro rifugi abituali.pisolino-in-riva-al-mare