Come eliminare l’odore del fritto in casa

Ecco come  eliminare l’odore di fritto in casa, così vi verrà la voglia più spesso di preparare una cotoletta alla milanese, qualche patatina o una frittura di pesce.La puzza si impregna sulle tende, invade il salone, il più delle volte arriva fin nelle camere da letto e, purtroppo, mandarla via pare spesso e volentieri un’utopia. Scopriamo  alcuni  rimedi naturali efficaci. L’aceto è uno dei metodi più efficaci per eliminare gli odori, in particolar modo quello di fritto, ecco come:mettete a bollire in un pentolino acqua e aceto, accanto alla pentola in cui state friggendo, potete usare sia l’aceto di mele che di vino bianco;lasciate sobbollire per tutta la durata della frittura. In alternativa all’aceto vanno bene, anche una manciata di chiodi di garofano, che assorbono e neutralizzano i cattivo odori, oppure delle stecche di cannella o di vaniglia. Altro rimedio le mele, anche a mettere delle fettine di mela all’interno dell’olio che utilizzate per la frittura, in questo modo: lavate la mela eliminate i semi mettete una fettina alla volta nella padella con olio per friggere non appena si sarà scurita, sostituitela con un’altra fettina. Altro rimedio. Aggiungete il succo di mezzo limone all’interno della padella con olio per friggere prima di iniziare la frittura. Il limone oltre ad eliminare il cattivo odore, dona alla frittura  un gradevole sapore, soprattutto quando friggete il pesce. Ammorbidente L’ammorbidente che di solito utilizzate per il bucato, è un rimedio molto  efficace contro la puzza di fritto, fate in questo modo: versate in un pentolino l’acqua e l’ammorbidente che preferite. Oppure potete utilizzare degli oli essenziali ne bastano poche gocce da aggiungere all’acqua calda, noterete questo gradevole profumo in cucina e in casa. Un rimedio perfetto anche quando cucinate minestre o cavolo.

 

Tutti fritti….

Davanti a un bel fritto gli occhi si illuminano, le papille gustative si agitano e lo stomaco a qualunque ora e condizione manda messaggi di ampia disponibilità. Non c’è dubbio: le fritture in tavola hanno una marcia in più, che le colloca ai vertici delle preferenze di bimbi e adulti. Ma non sempre sono leggere e digeribili, al punto che i nutrizionisti più severi le vorrebbero totalmente bandite dal menu. Con alcune attenzioni in cucina e un po’ di moderazione nel consumo non è però necessario essere tanto drastici. Il segreto è semplice ed è tutto nel fatto che, rispetto alla cottura in acqua, la frittura avviene a temperature molto più alte.Il calore elevato provoca due eventi importanti: avvia una serie di reazioni chimiche che producono sostanze particolarmente saporite, e determina la formazione di una crosticina superficiale sul cibo che trattiene all’interno tutte le componenti aromatiche, impedendone la fuoriuscita e la dispersione. Purtroppo il grasso usato per la cottura, che permettendo di cuocere ad alta temperatura determina il pregio gastronomico dei fritti, è anche alla base dei loro difetti. Per prima cosa i residui di olio assorbiti dal cibo ne aumentano l’apporto calorico: 1 grammo di olio fornisce ben 9 kcal. In secondo luogo i grassi subiscono delle profonde modificazioni con il riscaldamento: prima si formano composti poco digeribili che poi, raggiunta la temperatura a cui l’olio comincia a fumare, si separano nei loro costituenti fondamentali, sviluppando una sostanza acre e irritante  che si volatilizza lasciando a contatto col cibo degli acidi grassi liberi dei quali è accertata la potenziale nocività.La resistenza al calore varia da un grasso all’altro secondo la composizione chimica e la prima cosa da fare per ottenere un fritto leggero è orientarsi sui grassi che resistono di più. Contrariamente a quanto molti credono, la scelta migliore è l’olio extravergine d’oliva: non solo contiene grassi più resistenti, ma è anche ricco di sostanze antiossidanti che proteggono l’olio dagli effetti negativi del calore. Se il gusto dell’extravergine disturba il palato, si può ricorrere senza problemi al normale olio d’oliva, casomai miscelandolo con dell’olio di arachide. Tra tutti gli oli di semi quello di arachide è il più simile nella composizione all’olio d’oliva e il più resistente al calore.