Vivere più a lungo

Che cos’è che ti fa alzare ogni mattina dal letto? La sveglia gioca di certo un ruolo, ma non è poi così importante specie se appartieni alla categoria delle persone che sono in pensione e non devono più correre al lavoro. Per tutti, ma soprattutto per loro, la vera molla che ci fa scattare in piedi ed iniziare la giornata è l’ikigai, un concetto che appartiene alla cultura giapponese e che può allungarci la vita.
L’ikigai è quella certa cosa che rappresenta per ognuno di noi il motivo di esistere, la ragione per la quale ci alziamo tutti i giorni dal letto. Tutti noi abbiamo un ikigai ma non sempre lo conosciamoPuò essere il lavoro che ci appassiona, i nostri figli, il nostro hobby, l’amore della nostra vita. Insomma, qualcosa che rappresenti un obiettivo da raggiungere e che ci dà soddisfazione. Ma perché ci fa vivere più a lungo? Lo spiega  Ruini, professore associato di psicologia clinica presso l’università di Bologna molte ricerche  documentano come le persone che hanno degli obiettivi nella vita hanno anche profili biologici, ormonali e anti-infiammatori più sani. Insomma, c’è una correlazione documentata a livello internazionale tra aspetti esistenziali, migliori condizioni di salute e di conseguenza longevità. Secondo l’ikigai vale il consiglio di mantenersi attivi il più a lungo possibile perché lavorare a lungo ci allunga la vita Da un recente studio del dipartimento di neurologia dell’università Northwestern è emerso che chi ha uno scopo nella vita e ne è pienamente coinvolto dorme meglio rispetto a chi ne è privo. E una buona qualità del sonno ci aiuta a stare in buona salute e dunque a vivere più a lungo, non esagerare lavorando troppo ma neppure lasciarsi prendere dalla pigrizia. L’ideale è cercare il più possibile di rimanere coinvolti e impegnati sia mantenendo un lavoro, sia facendo volontariato, dedicandosi ad un hobby, sentendosi vivi e partecipi in tutte le fasi della propria vita la longevità si conquista con un perfetto equilibrio tra il troppo e il troppo poco.

Antiestetica muffa

Cosa c’è di più brutto, noioso e antigienico delle macchie di muffa su asciugamani, tappeti o, peggio, sulle pareti? Non desidereremmo mai averci a che fare ma è un problema che capita più spesso di quanto si possa pensare. Prima di tutto in questa stagione quando il tepore della casa calda non invoglia ad aprire le finestre per arieggiare le stanze. Ma è proprio il   calore associato all’umidità e al mancato ricambio dell’aria che favorisce lo sviluppo della muffa. Pertanto, senza volerlo, talvolta siamo proprio noi a produrre la comparsa. Ma è inutile piangere sul latte versato. Una volte che le antiestetiche macchie di muffa si sono formate bisogna intervenire per liberarsene.Il bucato che fatica ad asciugarsi, cassetti e armadi che hanno preso umidità, abiti e scarpe sudate che rimangono troppo a lungo nella borsa dopo lo sport. Tutto questo può provare la formazione di macchie di muffa su abiti e biancheria per la casa. Per intervenire su tessuti lavabili, però, non occorrono particolari accortezze. Generalmente con un normale lavaggio   si dovrebbe risolvere il problema, specie se si tratta di macchie fresche. Nel caso, invece, di aloni e macchie ostinate su tessuti bianchi, ad eccezione del nylon, si può intervenire con un ammollo in acqua a candeggina. Quando la muffa si sviluppa sulle pareti dietro ai mobili o ai divani si creano quelle fastidiose aree annerite che, oltre ad essere brutte a vedersi, talvolta emanano anche cattivo odore. Anche per queste la candeggina si rivelerà un ottimo alleato. Si potrà realizzare una soluzione con quattro parti di acqua e una di candeggina. Oppure si potrà ricorrere ad uno sgrassatore multiuso a base di candeggina. In entrambi i casi conviene sempre fare un piccolo test su un’area circoscritta e poco visibile per accertarsi che il prodotto non alteri il colore. Si dovrà, quindi, spazzolare, risciacquare con cura e lasciare asciugare. Tenere uno o più deumidificatori all’interno della casa aiuta notevolmente a ridurre il comparire della muffa