Come allontanare le cimici

L’invasione delle cimici in casa e sui terrazzi è qualcosa con cui abbiamo sempre a che fare in questo periodo dell’anno, è facile ritrovarci in compagnia delle cimici animaletti verdi , che apprezzano tende, tovaglie e biancheria stesa ad asciugare al sole. Come liberarsi di questi fastidiosi insetti verdi? Esistono diversi rimedi naturali alla portata di tutti che promettono di essere efficaci e facili da mettere in pratica. Come per le formiche che odiano gli odori forti, anche le cimici sono disgustate dagli aromi particolarmente intensi e il sapone di marsiglia è un ottimo deterrente : possiamo certamente utilizzare il profumatissimo sapone per il bucato, ma anche spruzzarlo con un po’ di acqua sui balconi di casa o lungo il perimetro dei terrazzi. Se vi piacciono le erbe aromatiche, ricordatevi che la menta è molto potente contro le cimici per via del suo odore forte e inconfondibile possiamo utilizzare anche l’aglio e la cipolla.L’aglio è già di per sé un buonissimo anti-parassitario e basta piazzarlo agli angoli della casa magari schiacciandolo per ottenere risultati più rapidi per liberarsi delle cimici.Insieme alla cipolla, l’aglio diventa ancor più potente contro le cimici: la soluzione migliore nel caso siate invasi da questi animaletti puzzolenti è fare un decotto con bulbi di aglio e cipolla da lasciare in una pentola con acqua calda, far bollire per 15 minuti e poi aspettare che l’odore si sparga per casa: per gli insetti verdi sarà troppo pesante da sopportare e voleranno via in un batter d’occhio.

 

Un insolita passeggiata…a caccia di tartufi

È tra i cibi più cari al mondo e anche tra quelli più affascinanti perché va trovato, scoperto, ripulito, annusato e, infine, cucinato. È il tartufo o “Tuber Micheli”, un fungo ipogeo ovvero che vive sotto terra a forma sempre diversa di tubero. Conoscerlo più da vicino è un’esperienza straordinaria perché si scopre la filosofia e la passione che risiede dietro al prodotto. Se volete vivere questa esperienza in prima persona basta andare a Savigno, un piccolo comune immerso in Valsamoggia nel bolognese, famoso proprio per il suo tartufo che è apprezzato in tutto il mondo.In queste terre, grazie a Bologna Welcome, il portale ufficiale della città dedicato al turismo, si può passare una giornata molto interessante e scoprire curiosità inerenti al tartufo, sperimentando anche la “caccia” e l’assaggio.Appennino Food: il primo approccio con il tartufo.Il primo step del pacchetto di Bologna Welcome inizia da Appennino Food, l’azienda con sede a Savigno, creatrice di prodotti al tartufo. Una piacevole scoperta perché Luigi Dattilo,  è un vero imprenditore, che mette il cuore e la passione nel suo lavoro, tanto da dare agli ospiti sin da subito tantissime curiosità e aneddoti sul tartufo. Un vero conoscitore del tartufo che negli anni novanta da Casalecchio di Reno, un paese alle porte di Bologna, ha dato il via all’attività. Negli anni è diventata poi una realtà consolidata: l’ azienda oggi ha uffici in tutto il mondo ed è ancora in una fase di forte espansione.Oltre alla produzione di deliziosi prodotti al tartufo, l’azienda crea anche altre prelibatezze come i sughi al ragù, alle verdure e ai  funghi. Una delle curiosità che ci racconta Luigi è che Appennino Food detiene il record per il tartufo più grande dal peso di 1,483.596 grammi.I percorsi ideati permettono a visitare l’azienda, ma anche di imparare tutto su dove cresce e come cercare il tartufo con il cane: Luigi, infatti, a 17 anni ha iniziato proprio così.Come dare la “caccia” al tartufo.La parte più divertente del tour è stata uscire a “caccia” di tartufi. Insieme a Maurizio, tartufaio, e la simpatica Macchia, una piccola cagnolina di razza Lagotto e grande scovatrice di tartufi, da Appennino Food ci siamo spostati ai boschi di Savigno.Maurizio è un ottimo insegnante che spiega le due regole fondamentali da sapere prima di intraprendere il giro: le cinque piante dove si sviluppa il tartufo che sono tiglio, quercia, pioppo bianco, carpino e nocciolo e la razza del cane che deve essere preferibilmente Lagotto.

40 tipi di frutta in un solo albero

Lo statunitense Sam Van Aken professore d’arte con uno spiccato pollice verde, è il padre di una pianta con i super poteri: l’unico albero al mondo capace di produrre, da solo, 40 diverse varietà di frutti. Per gran parte dell’anno Tree of 40 Fruit, questo il nome del vegetale, sembra una pianta come tante. È a primavera che rivela la sua vera natura, con i rami che si caricano di fiori bianchi, rosa, rossi o viola a seconda del punto in cui si trovano. Nei mesi estivi inizia la raccolta, e qui c’è da sbizzarrirsi: su questa pianta maturano decine di varietà di prugne, pesche, pesche noci, albicocche, ciliegie, mandorle, ognuna secondo i suoi tempi, seguendo un’agenda perfettamente sincronizzata. Van Aken ha iniziato a lavorare al progetto nel 2008, in un antico frutteto urbano, che stava per chiudere. Qui erano conservate centinaia di varietà native di frutta con nocciolo, alcune delle quali con una storia Lavorando su 250 diverse specie di frutti con nocciolo, Van Aken ne ha selezionate qualche decina, creando un time line con i tempi di fioritura e maturazione di ciascuna. Quindi è iniziata la catena di innesti su un singolo albero da frutto, con tecniche complesse che hanno consentito di far germogliare su rami diversi gemme di differenti varietà.Dopo 5 anni e diversi tentativi, l’albero dei 40 frutti è divenuto realtà.  i 16 esemplari creati finora sono conservati presso vari musei, e istituzioni. Ma avrebbero probabilmente successo anche in ambito domestico: chi li coltiva racconta che producono l’esatta quantità di frutti con la giusta alternanza, e senza esagerare. Per variare spesso e contenere gli sprechi.