Ogni giorno sono 12 milioni gli italiani che mangiano il pranzo fuori casa: il 33 per cento va in mensa, il 14 per cento va al ristorante, il 14 per cento al bar e il 35 per cento si porta il pasto da casa. Tutti vorrebbero mangiare meglio, in modo più sano. La pausa pranzo è indispensabile sia per il benessere fisico che per il rendimento sul posto di lavoro. Scegliere alimenti sbagliati, pesanti e difficili da digerire, può comportare un aumento di peso e un appesantimento che influisce sul lavoro quotidiano. Al contrario, saltare il pasto è un gravissimo errore, qualunque dieta si segua, e favorisce la distrazione. Distaccarsi totalmente dal lavoro fa bene e serve per mantenere alto il livello di produttività nelle ore successive. Prima di tutto evitare di mangiare alla scrivania davanti al pc e prendere anche solo un quarto d’ora per fare una passeggiata o parlare con i familiari. Questo permette di ricaricarsi per il pomeriggio. Inoltre, se si decide di pranzare con i colleghi è bene evitare di parlare di lavoro, cercando piuttosto di conoscere di più i compagni di scrivania e scambiando idee e opinioni. Un detto dice “colazione da re, pranzo da principe e cena da povero”. Ma cosa bisogna mangiare esattamente a pranzo? Se la dieta è alle porte, è meglio evitate le insalatone: tonno, uova sode e mozzarella cambiano questo piatto in apparenza light in un pranzo ipercalorico. L’ideale è un secondo piatto con verdure. È fondamentale non saltare la pausa pranzo. La pausa pranzo è un momento ideale per fare attività fisica è sufficiente una passeggiata di qualche minuto per dedicarsi a se stessi e staccare la spina dalle attività lavorative. Inoltre, questo è il momento ideale per combattere la sedentarietà se si sta seduti tutto il giorno. Il corpo e la mente ne trarranno beneficio. Per i tipi meno ginnici, invece, la pausa pranzo è perfetta per fare quelle commissioni che ci si trascina dietro da giorni, come andare in posta, o fare la spesa
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Pizze pazze!!
La pizza è uno dei cibi più semplici ed economici da gustare in compagnia in un ostello o da mangiare mentre si è in giro tra le vie della città. La fantasia dei produttori (stranieri) di pizza si sbizzarrisce in una miriade di ricette curiose o assurde. Prendi per esempio la pizza Happy Meal di McDonald: è fatta con snack di pollo, patatine, hamburger e, naturalmente, formaggio. In Italia però non si trova (per fortuna).Ed anche in Islanda sicuramente famosa per geyser, vulcani e ghiacciai, scatena sul web una polemica alimentare che sembrerebbe più adatta ad altre latitudini: come l’Italia, o forse le Hawaii. Visitando una scuola il presidente Gudni Johannesson chiede agli alunni quale sia il loro cibo prediletto, e quando gli rispondono “pizza all’ananas” il capo dello Stato esplode, proclamando che, fosse per lui, la vieterebbe. Naturalmente la legge islandese non glielo consente; e si tratta soltanto di una battuta. Ma è presto rimbalzata su Twitter e di lì è dilagata sul web, raggiungendo la Bbc a Londra e facendo il giro del mondo. «L’ananas sulla pizza ci sta benissimo», replicano in tanti. «Sulla pizza ci si mette quel che si vuole», commenta qualcuno. Dunque anche la pizza “hawaiana”, come viene chiamata sui menù delle non poche pizzerie che la servono appunto con l’ananas.La polemica non è nuova. A ogni nuovo ingrediente aggiunto a mozzarella, pomodoro e basilico, saltano fuori puristi che lo contestano e innovatori che lo difendono come un segno di inevitabile progresso. In realtà la notizia, in questo caso, è “dentro” la notizia: consiste nella scoperta che la pizza, con ananas o meno poco importa, è il piatto preferito anche per gli scolari di un’isola ai confini d’Europa, anticamente colonizzata dai vichinghi Dimostrazione di più, se era necessario, che il piatto inventato (o reinventato) a Napoli ha ormai assunto una dimensione universale
La storia della Pizza
Lo sapevate che oggi la pizza non sarebbe la stessa se non ci fossero stati gli Egizi e se Cristoforo Colombo non avesse scoperto l’America? Se oggi possiamo gustare questo piatto, simbolo del made in italy e della dieta mediterranea è proprio grazie a un trascorso glorioso che ha permesso la diffusione della pizza in tutto il mondo. Agli antichi Egizi si deve la scoperta del lievito, in grado di rendere gli impasti morbidi dopo la cottura. Grazie alla scoperta dell’America, sulla pizza è arrivato il pomodoro importato dal lontano Peru nel Regno delle Due Sicilie. Nel 1889, in occasione della visita a Napoli di Re Umberto I e sua moglie Margherita. Raffaele Esposito, considerato il miglior pizzaiolo dell’epoca, servì la pizza ai sovrani. La Regina Margherita, apprezzò così tanto il gusto di quel piatto che ringraziò Esposito per iscritto. Il pizzaiolo napoletano per ricambiare i ringraziamenti della sovrana chiamò la pizza con pomodoro e mozzarella con il nome della regina. Fu allora che nacque la Pizza Margherita.