L’emozione si avverte dal momento in cui si decide di aderire all’iniziativa. Nulla va lasciato al caso. Vogliamo farti indovinare e parlarti di un alimento quasi riduttivo definirlo così a dir poco unico. I veri segreti della sua composizione li conosce solo il suo Creatore. L’uomo prova a clonarlo, ma con pessimi risultati. Non esistono i semi: per tale motivo, è irrealizzabile riprodurlo, o, comunque, chi vuole provarci deve fare un’enorme sacrificio per ricreare l’habitat. É un dono che qualcuno ha deciso di farti, ma banale consegnartelo; ti invita a scoprirlo avventurandoti in una ricerca emozionante. In questa caccia al tesoro nascosto non sarai solo. Non riusciresti a rintracciarlo. Indispensabile la collaborazione del amico dell’uomo per eccellenza che non resisterà e si inoltrerà alla ricerca di quel profumo che lo ha stregato. Sarà un giorno di ferie molto particolare che ti rimarrà nel cuore Stiamo parlando di andare alla ricerca dei tartufi Un esperienza indimenticabile A partire dall’abbigliamento con scarpe comode, pantaloni sportivi, un cesto un ombrello e un impermeabile. E chi ti fermerà più! Tra altissimi abeti e faggi secolari ti troverai coinvolto e frastornato dai profumi. Non ti isolare però! Il tartufaio professionista è disposto a rivelarti in anticipo come si evolverà la giornata, condividendo suggerimenti sull’utilizzo di questa pepita in cucina. La guida saprà narrarti di diversi alimenti comfort food come salumi, formaggi, creme e altri sfiziosi prodotti. Al termine potrai partecipare, se vorrai, ad una degustazione studiata per l’esaltazione del palato con piatti cucinati a base di tartufo un esperienza da fare
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Un insolita passeggiata…a caccia di tartufi
È tra i cibi più cari al mondo e anche tra quelli più affascinanti perché va trovato, scoperto, ripulito, annusato e, infine, cucinato. È il tartufo o “Tuber Micheli”, un fungo ipogeo ovvero che vive sotto terra a forma sempre diversa di tubero. Conoscerlo più da vicino è un’esperienza straordinaria perché si scopre la filosofia e la passione che risiede dietro al prodotto. Se volete vivere questa esperienza in prima persona basta andare a Savigno, un piccolo comune immerso in Valsamoggia nel bolognese, famoso proprio per il suo tartufo che è apprezzato in tutto il mondo.In queste terre, grazie a Bologna Welcome, il portale ufficiale della città dedicato al turismo, si può passare una giornata molto interessante e scoprire curiosità inerenti al tartufo, sperimentando anche la “caccia” e l’assaggio.Appennino Food: il primo approccio con il tartufo.Il primo step del pacchetto di Bologna Welcome inizia da Appennino Food, l’azienda con sede a Savigno, creatrice di prodotti al tartufo. Una piacevole scoperta perché Luigi Dattilo, è un vero imprenditore, che mette il cuore e la passione nel suo lavoro, tanto da dare agli ospiti sin da subito tantissime curiosità e aneddoti sul tartufo. Un vero conoscitore del tartufo che negli anni novanta da Casalecchio di Reno, un paese alle porte di Bologna, ha dato il via all’attività. Negli anni è diventata poi una realtà consolidata: l’ azienda oggi ha uffici in tutto il mondo ed è ancora in una fase di forte espansione.Oltre alla produzione di deliziosi prodotti al tartufo, l’azienda crea anche altre prelibatezze come i sughi al ragù, alle verdure e ai funghi. Una delle curiosità che ci racconta Luigi è che Appennino Food detiene il record per il tartufo più grande dal peso di 1,483.596 grammi.I percorsi ideati permettono a visitare l’azienda, ma anche di imparare tutto su dove cresce e come cercare il tartufo con il cane: Luigi, infatti, a 17 anni ha iniziato proprio così.Come dare la “caccia” al tartufo.La parte più divertente del tour è stata uscire a “caccia” di tartufi. Insieme a Maurizio, tartufaio, e la simpatica Macchia, una piccola cagnolina di razza Lagotto e grande scovatrice di tartufi, da Appennino Food ci siamo spostati ai boschi di Savigno.Maurizio è un ottimo insegnante che spiega le due regole fondamentali da sapere prima di intraprendere il giro: le cinque piante dove si sviluppa il tartufo che sono tiglio, quercia, pioppo bianco, carpino e nocciolo e la razza del cane che deve essere preferibilmente Lagotto.
