Un piatto gustosissimo

Le zucchine alla scapece sono un secondo piatto o un contorno tipico della cucina napoletana, una preparazione dal sapore forte e particolare che ben si associa a tutti i piatti a cui può accompagnarsi, sia di carne che di pesce. Si tratta di un piatto molto saporito e facilissimo da preparare, anche se deve riposare un paio d’ore prima di essere portato in tavola. Le squisite zucchine alla scapece si cucinano tagliando a rondelle le zucchine per poi friggerle sistemandole infine in un’insalatiera, aromatizzandole con aglio, foglie di menta e aceto e lasciandole marinare tranquillamente per un paio d’orette. Scopriamo tutti i passaggi per preparare velocemente lezucchine alla scapece.Per prima cosa pulite le zucchine e tagliatele a rotelline non troppo sottili, quindi friggetele in abbondante olio caldo per alcuni minuti. Quando appariranno sufficientemente dorate, scolate le zucchine e versatele direttamente all’interno di una insalatiera piuttosto capiente. Aggiustate di sale e aggiungete anche alle zucchine nell’insalatiera qualche spicchio di aglio e qualche foglia di menta, realizzando diversi strati. Irrorate il tutto con l’aceto e lasciate riposare per circa 2 ore, una volta trascorso questo periodo di tempo mescolate il tutto e servite subito in tavola

Ecco come realizzare una buona frittura

Innanzitutto occhio alla quantità di olio, che deve sempre essere adeguata. Quando se ne usa poco e si cuoce tutto assieme, la temperatura scende anche fino a 150 gradi e gli alimenti tendono ad assorbire l’olio, senza completare la cottura.

Utilizzare se possibile una friggitrice elettrica. Il termostato regolabile, di cui sono forniti tali elettrodomestici, consente il controllo preciso della temperatura, che sarebbe impossibile con il fornello a metano. Inoltre le friggitrici sono progettate per non oltrepassare i 190 °C, quindi la frittura rimane al di sotto del punto di fumo della maggior parte degli oli. Alcuni modelli sono dotati di un apposito coperchio che lascia uscire il vapore d’acqua ma limita il contatto dell’olio bollente con l’aria, ritardando in questo modo sia l’idrolisi che l’ossidazione dei trigliceridi. Scartare l’olio quando si nota che il colore inizia ad imbrunire, o se il liquido prende fuoco accidentalmente. Evitare il “flaming wok”, la finta frittura infuocata tipica di alcuni ristoranti asiatici e anche di qualche cuoco occidentale. Il sistema aggiunge un retrogusto pungente ritenuto una prelibatezza da alcuni consumatori.  Questo sistema di frittura non ha nulla a che vedere con la tecnica flambé. Quanto al riutilizzo, in casa è sempre meglio evitarlo. Se proprio necessario, comunque, è meglio non rabboccarlo. Una volta finita la cottura, conviene gettare l’olio vecchio e metterne altro in padella. Ci sono alcune regole da rispettare, anche sulla scelta dell’olio però, un olio è più resistente se contiene una quota maggiore di acidi grassi monoinsaturi. È il caso, ad esempio, dell’olio di oliva, il cui contenuto di acido oleico è superiore a tutti gli altri. Ma anche l’olio di arachide ha un’alta resistenza che lo rende ideale per una buona frittura. L’extravergine di oliva, non essendo raffinato e quindi dotato di una scorta di acidi grassi liberi superiore, ha una quota di sostanze che lo rendono pregiato, ma che ad alte temperature vengono degradate, assieme all’aroma, che tende a svanire. Ecco perché, se non a basse temperature o in presenza di una bassa acidità, il suo utilizzo nelle fritture non è consigliato. Gli oli di semi di girasole, mais e soia tendono a deteriorarsi facilmente se esposti all’aria e ad alte temperature.