Nell’acquisto della frutta è importante tenere conto la stagionalità, preferendo i frutti di stagione. Piuttosto che acquistare frutta maturata in modo artificiale o trasportata per migliaia di km è preferibile surgelare la frutta fresca prodotta nel luogo per poi consumarla dopo. In questo modo si conservano inalterati i valori nutrizionali. Nel caso dei frutti di bosco, per eliminare la formazione di muffe e prolungare la conservazione, devono essere lavati in acqua calda. Le banane si conservano meglio nel frigorifero. Per farle maturare prima, basta lasciarle accanto ad un’altra banana matura o ad una mela. Conservate l’ ananas fresco più a lungo, tagliando la parte superiore e riponendolo poi a testa in giù. Questo aiuta a ridistribuire gli zuccheri in tutto il frutto e mantiene il gusto tropicale fresco più a lungo. Non lavate l’ uva fino a quando avete intenzione di mangiarla: l’umidità in eccesso incoraggerebbe la crescita di muffe. Allungate la vita di arance, mandarini, limoni e lime conservandoli in frigo. Questi durerebbero anche più di una settimana se conservati in un luogo fresco e buio, lontano dalla luce solare diretta. Oggi abbiamo suggerito come conservare alcuni frutti freschi ma ricordate che la priorità resta sempre la scelta del venditore che deve essere rigorosamente di fiducia.
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Primi piatti alternativi
Spaghetti alla carbonara vegetariani La ricetta classica prevede il guanciale, ma anche senza, è buonissima. Ingredienti 400 gr di spaghetti integrali, 1 uovo, 1 albume, 5 cucchiai di pecorino, 1 porro, 1 cipolla, 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva, 200 g di funghi porcini, 1 mazzetto di erba cipollina, 1 pizzico di peperoncino.Preparazione Lavate, pulite, affettate il porro e fatelo stufare con poco acqua e 1 cucchiaio di olio in una padella antiaderente. Intanto in un’altra padella rosolate con poco olio la cipolla e mischiare i funghi puliti e già affettati, il porro soffritto e fate cuocere per 15 minuti. Contemporaneamente sbattete l’uovo con l’albume, unite il pecorino, salate e, se volete, aggiungete un pizzico di peperoncino. Scaldate una zuppiera, versatevi il composto di uova e formaggio, scolate al dente gli spaghetti e versateli nella zuppiera. Unite i funghi, girate bene, cospargendo il tutto con erba cipollina e servite! Spaghetti alla Norma Light La ricetta tradizionale è squisita, ma con qualche piccola variazione potete tagliare calorie e grassi senza rinunciare al sapore. Ingredienti 400 g di spaghetti, 2 melanzane tonde, 400 gr di pomodoro, 2 cucchiai d’olio, 1 cipolla, primo sale vaccino. Preparazione Intanto cuocete gli spaghetti e quando anche i pomodori saranno cotti, versate in padella la pasta scolata. Mischiate, saltate e servite con una bella grattugiata di formaggio primo sale vaccino. Gli spaghetti si sposano bene con tutto e le alternative leggere ai sughi non mancano. Vista la vostra esperienza in cucina sicuramente ne avrete sperimentate tante. Perché allora non la condividete con noi ?
Il rito del tè
Il rituale del tè pomeridiano è una delle immagini più rappresentative della tradizione inglese: si tratta di un momento irrinunciabile che deve le proprie origini alla duchessa Anna di Bedford. Agli inizi del 1800 gli inglesi erano solito consumare soltanto due pasti al giorno: la prima colazione e la cena. Sembrerebbe che la duchessa, per placare la sensazione di fame e di spossatezza che la coglievano nel pomeriggio, decise di incaricare la servitù di apparecchiare nel suo salotto tè caldo e qualche dolcetto intorno alle cinque del pomeriggio. La novità fu accolta così bene dagli amici più stretti della duchessa che a poco a poco l’idea si diffuse e prese piede prima nelle classi più ricche, per poi essere seguita da tutti. L’appuntamento delle ore 17.00 è evoluto e nel tempo è diventato sempre più strutturato, arricchendo il buffet con dolci, pasticcini, torte e stuzzichini salati. Nel 1900 è diventato una vera e propria occasione mondana, irrinunciabile per le classi dell’alta società e della borghesia che utilizzavano questo piacevole momento della giornata per organizzare incontri sociali, di affari e di beneficienza. Da quel momento nacquero numerose le sale da tè e i negozi dedicati a questa piacevole bevanda. Gli hotel più importanti di Londra cominciarono a servire il tè ai loro clienti: oltre agli eventi più classici si diffuse la moda del tè danzante. Sempre nei primi del Novecento, nelle nuove sale da tè vi era possibile approfittare della presenza abituale di un cartomante o chiromante che offriva i suoi servizi divinatori ai clienti. Ancora oggi è per gli inglesi un piacere irrinunciabile che neppure la frenesia del lavoro d’ufficio nella cosmopolita Londra ha potuto soppiantare.
Il burro va in frigo
Sapete qual è uno dei dibattiti più accesi in tema cucina a livello internazionale? A creare correnti, tifoserie e polemiche non è solo la corretta cottura della pasta, ma anche il miglior modo di conservare il burro. Proprio così. Il mondo si divide tra chi preferisce conservarlo in frigo e chi, invece, trova sia meglio tenerlo fuori. Sì, perché alcuni odiano usarlo mezzo sciolto, altri credono non ci sia niente di peggio del burro freddo e duro appena tirato fuori dal frigorifero, soprattutto in caso di preparazioni particolari. Insomma, chi ha davvero ragione? Esiste una risposta precisa che ci tolga il dubbio una volta per sempre? Burro in frigorifero, oppure no: chi ha ragione? La risposta breve al quesito tanto per accontentare i più agitati esiste: non c’è alcun problema a lasciare il burro fuori dal frigo, purché vengano rispettate alcune condizioni igieniche basilari. Ricordiamoci che stiamo parlando di un delizioso prodotto caseario composto per lo più da grasso, quindi molto meno vulnerabile ai batteri rispetto ad altri alimenti. Ancora meglio se parliamo di burro salato: il sodio contenuto lo protegge e ne facilita la conservazione. Ma veniamo anche alla risposta lunga: il burro non salato è più al sicuro in frigorifero, soprattutto se la temperatura in cucina si aggira intorno ai 21°C, ma potete comunque fare esperimenti facendo super attenzione a eventuali variazioni di colore/sapore del burro lasciato fuori. Burro fuori dal frigo: sì, ma a queste condizioni Avete deciso di provare a lasciare il burro fuori dal frigorifero per averlo sempre morbido e pronto all’utilizzo? Allora è necessario conservarlo dentro un contenitore ermetico: che sia un semplice contenitori appositi in plastica o in coccio, l’importante è che si chiuda per evitare che l’aria deteriori il burro più rapidamente. È imperativo tenere il contenitore sempre ben pulito: laviamolo accuratamente ogni volta che finiamo il contenuto.Il burro va conservato in frigo? Quanto dura il burro fuori dal frigo? Dipende: quello salato può durare anche più di due settimane soprattutto se in un contenitore di coccio, mentre quello normale dovrebbe avere una vita fuori dal frigo al massimo di una settimana. Occhi aperti: prima di utilizzarlo date sempre un’occhiata a come si presenta per non incorrere in brutte sorprese.
Un formaggio D.O.P.
Antico prodotto dell’altopiano di Asiago da latte vaccino. Porta il sinonimo di Pressato per il fatto caratteristico di essere sminuzzato, dopo l’estrazione della pasta, e pressato. Formaggio da tavola molto piacevole e apprezzato.L’Asiago D.O.P. si produce fin dall’anno 1000 sull’altopiano di Asiago. Veniva chiamato dagli abitanti della zona “Pegorin” perché, in passato, si utilizzava solamente latte di pecora. Nel 1500 i casari locali hanno colto l’importanza di utilizzare latte di vacca e dal 1700, grazie al graduale miglioramento delle tecniche casearie, la produzione si è allargata ad altre zone limitrofe all’altopiano. ll latte crudo o pastorizzato per coagulazione, presamica, viene coagulato, grazie all’ innesto di fermenti lattici autoctoni, con caglio di vitello. Il taglio della cagliata avviene in granuli delle dimensioni di una nocciola. Segue una semicotta Dopo l’estrazione e una prima pressatura su banco, si prosegue con la salatura e la formatura in fascere tipiche. Il formaggio di media-grossa pezzatura ha crosta liscia, elastica, di colore avorio o giallo paglierino scarico. La pasta è bianca o paglierino untuosa e presenta fitte occhiature di media dimensione, distribuite in modo regolare.Consigliato con miele di tarassaco, marmellata di bacche di rosa canina, mostarda di fragoline. Ottimo con verdure fresche. Va accompagnato con vino bianco a bassa gradazione. Esportato in tutto il mondo, ha grande successo come formaggio da tavola. L’altopiano di Asiago è il più grande comprensorio di pascoli in attività in Europa.
Un tè caldo contro l’afa
Ci si può rinfrescare bevendo un tè caldo? Molti lo sostengono, facendo l’esempio delle popolazioni che vivono nel deserto, come i Tuareg e i Berberi, che consumano infusi bollenti anche nelle ore più calde della giornata. Ma le esperienze riportate da chi ci prova nelle nostre infuocate realtà sono assai più contrastanti. Uno studio scientifico può forse aiutare a mettere fine alla controversia. La risposta dei ricercatori è sì, una bevanda calda è in grado di farci provare un po’ di sollievo, ma solo in certe circostanze, quando cioè il sudore in più causato dalla bevanda bollente può svanire. In parole povere, è stato verificato che quando si manda giù un tè caldo, il risultato è una minore quantità di calore accumulata dal corpo. La spiegazione è semplice: la funzione del sudore è proprio quella di far scendere la temperatura del corpo, e se questo avviene il risultato netto è di sentirsi più freschi. Ma per avere la sensazione di “fresco” il sudore deve essere in grado di evaporare dalla pelle. Se questo non avviene, se la giornata è molto calda ma anche umida, se uno è troppo vestito, allora il sudore non evapora, e la bevanda calda non fa altro che aggiungere calore a calore. In altri termini, se un tè bollente nel deserto può essere una buona idea, probabilmente non lo è in questi giorni a Milano, a Firenze o a Roma.
Cosa mangiare a colazione
Anche quest’anno, puntualissimo, è arrivato il caldo, grande protagonista di queste lunghe giornate estive. C’è chi decide di scappare al mare per un tuffo in acqua, chi in montagna a rinfrescarsi o chi si rinchiude in casa al fresco, ma a prescindere dal posto c’è una cosa molto importante da fare, tutti i giorni, tutte le mattine: una colazione ricca e nutriente, sana e fresca. Può capitare che con le alte temperature l’appetito possa calare, ma è sbagliato pensare di non mangiare perché l’apporto energetico è essenziale per il nostro corpo, specialmente quello della prima colazione, che va fatta generalmente più o meno entro un’ora dal risveglio. Rispetto a tutti i pasti quotidiani come il pranzo e la cena, fare la colazione al mattino è da privilegiare perché è il pasto più ricco e importante della giornata, quello che fornisce all’organismo più energia per vivere al meglio e stare bene, aiutandosi poi, durante tutto l’arco del giorno, con verdure di stagione, frutta fresca e yogurt e, soprattutto, bevendo molta acqua. La prima colazione è doverosa anche perché, al momento del risveglio, trascorrono diverse ore dall’ultimo pasto che viene consumato il giorno prima, la cena, dunque l’organismo richiede altra energia. Cosa mangiare a colazione per combattere il caldo dell’estate? Non ci sono limiti alla frutta fresca della stagione: il melone, le pesche, le prugne, le albicocche, l’ananas, le banane, che si possono unire a uno yogurt magro miscelato con mandorle, noci, nocciole, a seconda del piacere. A scelta, si può bere un tè o un caffè senza abusarne nel corso della giornata, è utile anche sapere che il tè contiene circa la metà di caffeina che contiene invece una tazza di caffè. Se non si vogliono consumare le bevande calde, si può sempre bere il caffè lungo rinfrescato col ghiaccio oppure un frullato fresco o una spremuta. Si tratta di alimenti che riescono a mantenere l’organismo leggero e allo stesso tempo nutrirlo al modo giusto, che evitano il bisogno di consumare altro cibo per un senso di fame che può condurre al consumo di merendine, paste o focacce, magari a metà mattina, ricche di grassi e poco sane. Quello della prima colazione, sana e nutriente, oltre che un dovere è anche un piacere, perciò mai saltarlo.
