Bubble tea

Se vedete in giro dei bicchieroni  pieni di liquido fluorescente e palline multicolore, non fatevi ingannare dalle apparenze: non c’è nessun raduno di Cosplayer nei paraggi, è solo il Bubble Tea.Si tratta di una bibita che sembra uscita da un cartone animato ed è per questo che risulta gettonatissima tra chi ama postare sui Social per ottenere parecchi like. Ma oltre ai like dei follower, anche le papille gustative approveranno, parola di chi l’ha provato Un sorso, ma anche un morso a ben vedere, dato che questo con palline non solo si beve ma si mastica anche. A definirlo “da masticare” è stata una testimonial d’eccezione, ossia Hillary Clinton.L’ex First Lady ha sperimentato durante un giro elettorale questo snack drink, in voga tra gli asiatici fin dalla fine degli anni Ottanta ed esploso nell’ultimo anno negli USA. Da noi sta arrivando soltanto adesso Gli ingredienti che stanno alla base di un Bubble Tea sono il tè, il latte oppure un mix di entrambi e uno sciroppo di frutta o alla crema, sul fondo si trovano delle palline gommose che definire zuccherose sarebbe riduttivo. Queste mini palline vengono chiamate “topping” e possono essere pezzetti di tapioca un tubero originario del Sudamerica dal colore nero, sfere di frutta, striscioline di gelatina aromatizzata Il galateo dei Millenials impone di succhiare con una cannuccia larga queste microsfere per poi schiacciarle con i denti o farle esplodere sulla lingua.Insomma, la crème de la crème della società 2.0 non si fa problemi a masticare e sorbire rumorosamente il Bubble Tea, quindi sbizzarritevi pure nel rumoreggiare

Il cappuccino dentro la moda

Un look ricercato non può dirsi completo senza un cappuccino. Parola di Ryan Glick, fondatore del blog di urban fashion Swgnt, ma soprattutto mente dell’account Instagram da oltre 300 mila follower @coffeenclothes. L’idea cavalca il fenomeno della latte art, i cappuccini decorati a fantasia che sui social hanno trafugato la scena ai soliti drink, e la unisce a idee di stile nelle forme più brillanti. Nella stessa foto campeggiano una it bag e un cappuccio extra large, un milkshake in primo piano e scarpe griffate sullo sfondo, oppure ancora caffè, latte e una spruzzata di cacao a riprodurre esattamente il logo di una casa di moda. Quelli dedicati a Gucci, Burberry, Yves Saint Laurent,  Chanel sono i designer latte che vanno per la maggiore, ma dà spazio anche a cremose riproduzioni delle scarpe da corsa di Nike, delle Converse All Star e degli accessori di Balenciaga. Perché una foto venga scelta da Ryan Glick e postata sull’account, nessun dettaglio deve essere lasciato al caso e non può mancare l’hashtag #coffeenclothes. L’engagement più significativo, fanno sapere gli  amministratori della pagina, arriva dagli Stati Uniti, da Toronto, Londra, Parigi e dall’Indonesia, ma è difficile scoprire dove si possono ordinare dei cappuccini “brandizzati”. La popolarità del profilo Instagram ha ovviamente regalato traffico al sito coffeenclothes.com, dove è stata inaugurata anche la sezione e-commerce.

L’anno del cane

Con scene di felicità e scodinzolii, celebriamo il 2018, l’anno del cane. Per lo zodiaco cinese saranno mesi ispirati all’empatia e all’onestà speciale di questo animale. E all’umanità è data l’opportunità di rendere omaggio a un’amicizia millenaria, a una fedeltà senza pari, a un amore incondizionato che somiglia sempre più a quello materno. la popolazione canina ha appena raggiunto quota un miliardo nel mondo, il nome da cane maschio più diffuso oggi non è più Paco, ma Mario. Sì, Mario. Se la prima notizia apre interrogativi sulla sostenibilità ambientale dell’industria del pet food la seconda è frutto di un’indagine del sito themillennial.it, che ha mandato gli stagisti in giro per i giardini cittadini a scoprire i nomi che i trentenni danno ai loro quattro zampe. In entrambi i casi, dalla scienza alla pseudoscienza, si moltiplicano i segnali  di un fenomeno che per gli amanti degli animali era già una certezza. Ovvero che i cani sono ormai diventati delle “persone”. Non umani, certo, ma persone. Il cane è stato creato dall’uomo. O meglio, come nel caso degli umani, c’è un anello mancante. Prima esistevano scimmioni e lupi. Poi l’evoluzione ci ha portato uomini e cani. Prima i lupi hanno cominciato a seguirci per mangiare gli avanzi di caccia, poi abbiamo iniziato a seguirli noi perché il loro naso portentoso ci portava dove c’erano prede gustose. Fatto sta che adesso il loro naso è portentoso perché porta milioni di follower a sfamare i nostri profili Instagram. In qualche accampamento, in qualche foresta, accanto a un fuoco, dei cuccioli di lupo sono stati adottati dall’uomo. Forse da una donna: erano fragili, magri, rifiutati dal branco Ma sono stati i loro occhi grandi a smuovere istinti di protezione. Il loro sguardo ha continuato a ipnotizzarci per secoli. La scienza lo spiega così: i cani sono “neotenici”, mantengono caratteristiche da neonati anche da adulti. Per esempio i loro occhi rimangono grandi. Essere sicuri che sia andata in questo modo è come chiedersi se davvero quando chiudiamo il frigo la luce si spegne. Nessuno lo sa veramente ma nessuno si chiude nel frigo. Ci fidiamo.

Il cibo di moda su instagram

Non si sa di preciso grazie a quale combinazione astrale, ma tra tutti i cibi alla moda, questo è il momento dell’avocado. Fino a ieri semplice frutto tropicale dal sapore delicato, oggi l’avocado è celebrato ovunque, con tanto di locali dedicati, all’estero e in Italia, una serie infinita di ricette e addirittura tutorial per pelare il morbido frutto senza finire al Pronto Soccorso con un coltello infilzato nella mano.E oggi, l’ultima perla, ecco a voi l’Avolatte, di cui parla nientemeno che il settimanale americano Newsweek. Avete letto bene, avolatte, brillante combinazione delle parole avocado più latte, nonché  bevanda lanciata a Melbourne, in Australia, ora di gran moda.Tutto nasce da un video su Instagram, in cui il Truman Cafè, un bar della città, impiega una buccia di avocado svuotata per accogliere del caffè latte, coniando l’originalissimo nome di  Avolatte. Il video era  solamente uno scherzo a uso e consumo dei follower, ma la cosa singolare è che dal giorno seguente la sua pubblicazione, qualcuno ha iniziato veramente a richiedere l’Avolatte nei bar di Melborune. In pratica del caffelatte servito in una scorza di avocado destinata alla spazzatura, sembra ridicolo. Ma intanto i clienti continuavano a chiedere l’Avolatte. E a  quel punto il barista lo ha messo in vendita,  allo stesso prezzo di un caffè.Ma dopo aver fiutato il trend, in omaggio al concetto che il cibo deve anche essere divertente, lo stesso barista ha provveduto ad aumentarne prontamente il prezzo. Del resto, nelle principali città australiane continua a spopolare il toast di avocado, spesso venduto a 19 dollari. Ci sono giovani che ordinano purè di avocado con feta sbriciolata su pane tostato ai cinque cereali disposti a pagare fino 22 dollari, e ora, pronti   anche l’Avolatte.

Uova …. a nuvola

La nuova tendenza in cucina in fatto di uova? Le uova-nuvola, o l’ “uovo in una nuvola”. Su Instagram è davvero il piatto del momento! Scopriamo allora com’è nato questo trend e la ricetta per cucinare le uova in questa maniera. La prima a mettere online una foto delle uova-nuvola è stata Kate Morgan Jackson del sito Framed Cooks: “Ho recuperato una classico che custodivo nei miei ricordi di bambina è sempre interessante scoprire come puoi adoperare di nuovo un vecchio vestito”. La foto ha fatto davvero impazzire i suoi follower che si sono precipitati a chiederle la ricetta. E poi via, tutti a sperimentare e a postare foto del piatto. Ma come si preparano le uova-nuvola? Rompete le uova una per ogni uovo nella nuvola che volete fare e dividete gli albumi dai tuorli, quindi montate i bianchi e collocateli su un foglio di carta forno cercando di creare delle piccole nuvole. Cuocete per tre minuti a 230° gradi, quindi posizionate sopra al centro alla nuvola un tuorlo e cuocete di nuovo per tre minuti. Non servono olio, né burro, dunque il piatto rimane leggero, ma si possono associare altri ingredienti per personalizzare la ricetta come parmigiano, erbette varie, prosciutto, avocado o una fetta di pane tostato come accompagnamento.