I social network fanno male o no?

La questione è di quelle ambigue. Tanto che a porsela è perfino Facebook nella sua Internet nella sua newsroom, , in un post di due ricercatori di Menlo Park, David Ginsberg e la psicologa sociale Moira Burke.”Passare tempo sui social midia ci fa male?” si domandano, cercando di capire se le persone che trascorrono molte ore on line li utilizzino in modo importante e positivo oppure se consumino semplicemente status e aggiornamenti banali, togliendo in questo modo tempo prezioso ad amici e familiari. Queste sono domande cruciali per la Silicon Valley e anche per noi, la quale ha studiato l’impatto di Internet sulla vita delle persone per oltre un decennio Citando alcuni studi,  secondo cui i cellulari ridefiniscono le relazioni moderne, rendendoci “soli insieme” e notando un aumento della depressione adolescenziale in funzione dell’uso della tecnologia Ginsberg e Burke cercano di scoprire dove sia la verità sul tema.Per farlo, oltre al bicchiere mezzo vuoto, indicano anche quello mezzo pieno di cui fanno parte le tesi del sociologo Claude Fischer, secondo il quale le affermazioni per cui la tecnologia allontani le persone sono supportate da aneddoti ma ignorano i benefici della tecnologia stessa.Oppure, del mezzo pieno fa parte anche lo studio di Hampton sugli spazi pubblici che suggerisce come le persone trascorrono più tempo in mezzo agli altri ora e che gli smartphone sono usati spesso da persone che passano il tempo da sole. Perché, “non è solo un problema di Facebook ma un problema di Internet”.E per avere le risposte, bisogna farsi le domande. Eccoci, quindi, alla questione centrale: i social media sono buoni o cattivi? Secondo esperti e ricercatori, si tratta ancora una volta di “come” si utilizza la tecnologia.Ad esempio, si legge, “sui social puoi scorrere passivamente post, come a volte si guarda la TV, oppure interagire attivamente con amici e commentare pagine altrui. Proprio come di persona: interagire con qualcuno a cui si tiene può essere utile, mentre osservare gli altri da bordo campo può farti sentire peggio”. Insomma, si tratta di come si utilizzano i social media ad essere il fattore determinante in tema di benessere personale.

Unicorno mania

La stampa unicorn è il fenomeno social che ha contagiato anche la moda. Sarà per il suo manto bianco o per le crine nei colori dell’arcobaleno a renderlo così speciale, perché il leocorno è volato ovunque, su scarpe, borse, gioielli e maglie Il buon Harry Potter, all’ inizio della sua carriera da mago, ci insegnava che «acchiappare un unicorno non è mica facile. Sono creature con grandi poteri magici». Se Harry fosse vissuto nel 2017, anche la sua vita sarebbe stata più semplice. Perché mai come oggi gli unicorni sono ovunque, e facilissimi da trovare. Prima cliché dell’oggettistica casalinga, poi cult tra le nuove sfumature di capelli e tra le bevande più condivise dai food Instagrammer, come l’unicorn latte e l’ultimo frappuccino di Starbucks, e adesso anche decoro cool amato dai fashion addicted. A dare il via, come sempre per i nuovi trend, Instagram e Pinterest. Parliamo della mania per gli unicorni che folleggia ormai ovunque, Starbucks compreso; il colosso del caffè ha infatti dedicato a questi mitologici e attraenti animali l’Unicorn Frappuccino, un’edizione limitata di cui, però, ignoriamo il gusto.Colori rosa, viola, azzurro, zuccherosi mescolati ad arte a formare la figura fiabesca del mitico animale o un bell’arcobaleno per decorare magliette e scarpe e dare nuove tonalità sfumature di capelli e a smalti per le unghie: quest’ultima ideata dalla guru del settore The Nail Hub perché, a detta sua, un drink così carino come quello di Starbucks ha bisogno anche di una manicure abbinata.