Rest Test

Un gruppo di ricercatori, della Durham University, ha, reso noti i risultati del Rest Test, un recente studio, di rilevanza mondiale, sul riposo. Il “Test sul riposo” sarebbe stato eseguito tramite sondaggi online, il cui scopo sarebbe quello di indagare le abitudini delle persone, ponendo una particolare attenzione al modo in cui queste intervallano i momenti di attività a quelli di relax. Lo studio prende in considerazione tutti quegli episodi di momentanea distrazione, noti comunemente come “sogni ad occhi aperti,” i quali, il più delle volte, si manifestano spontaneamente come parte integrante del flusso di coscienza. Pensare alla prossima uscita con gli amici per una cena o semplicemente per un aperitivo, mentre si è impegnati a studiare, fantasticare su un futuro viaggio al mare su un isola o a visitare una città d’arte, ma anche progettare nella mente la propria giornata tipo: sono soltanto alcuni esempi di sogni ad occhi aperti. Grazie ad un sondaggio condotto con l’aiuto di una app per cellulare, su un campione di 2500 volontari, è stato appurato come il 47% degli intervistati trascorra il tempo vagando con la mente. Per l’appunto, nell’arco della giornata, la mente degli individui si ritroverebbe a fantasticare in almeno il 30% delle attività svolte.Questo passatempo apparentemente innocuo, però, è da sempre oggetto di critica anche da parte degli ambienti scientifici, che lo ritengono deleterio, in quanto influirebbe negativamente la lettura, la capacità di concentrazione e la memoria. Decisamente rischioso, inoltre, sognare ad occhi aperti mentre si è al volante. Secondo una ricerca, in effetti, circa il 52% degli incidenti stradali sarebbe causato da questi fenomeni di temporanea distrazione. Per quanto riguarda il piano emotivo, ancora, alcune teorie sosterrebbero la tesi secondo cui vagare troppo spesso con il pensiero ostacolerebbe la conquista della felicità. Avere la testa fra le nuvole. Recenti studi, rinnegando questa visione negativa, gettano, al contrario, una nuova luce sui “viaggi mentali” e ne evidenziano i benefici. Essi, ad esempio, incoraggiano la creatività e hanno un influsso favorevole nella capacità di risolvere i problemi e di pianificare il futuro. Smentita anche l’idea che vuole chi sogna ad occhi aperti sia meno felice: in realtà immaginare quattro eventi positivi che potrebbero verificarsi il giorno dopo aumenterebbe il grado di felicità dell’individuo. Infine, non soltanto perdersi con il pensiero è un utile antidoto contro la solitudine, ma rappresenta persino un valido svago, oltre ad essere estremamente rilassante. Nulla di male, dunque, nell’andare un po’ più in là con la fantasia, purché, però, si ritorni poi con i piedi per terra.

 

Riconoscere e vivere l’amore

L’amore può diventare dipendenza e farci impazzire. Il vero amore è diverso. Il vero amore significa impegnarsi, impegnarsi nell’atto di amare un’altra persona ed essere amati a nostra volta. Significa concedersi all’altro non da una posizione di bisogno, ma da una posizione in cui si desidera unicamente “farlo più di ogni altra cosa al mondo”. Significa impegnarsi totalmente per far si che la sua vita sia più felice quando voi ci siete. E come viene spesso affermato “quando sei innamorato lo sai, fidati di me. Il mondo si ferma. Se senti di essere una persona migliore, più completa quando stai con qualcuno, piuttosto che quando sei lontano da lei o lui, allora si tratta di dipendenza. Se quando stai con lei, ti senti più felice perché lo stare con lei ti dà più piacere di quello che ti dà lo stare lontano da lei…allora sei innamorato “Per cui datevi sempre da fare perché le cose migliorino. Dovete riuscire ad accettare le imperfezioni degli altri. Dovete riuscire ad accettare il fatto che la vostra relazione cambierà. Dovete riuscire a ricordare che avete il potere di far sì che migliori positivamente e dovete smetterla di lasciarvi infastidire da alcune cose che fa l’altra persona, perché se non facesse quelle piccole cose non sarebbe la stessa persona di cui siete innamorati. Quando ci si sposa lo si fa “nella buona e nella cattiva sorte” e mai nella perfezione. Se riuscite ad accettare che ci saranno momenti difficili e a decidere che, qualsiasi cosa accada, avrete sempre a mente quanto vi amate l’un l’altra…scoprirete che la felicità diventerà una parte duratura della vostra relazione. Il tempo che ci è dato di trascorrere su questa terra assieme alle persone che amiamo è limitato, quindi, quando viviamo questi momenti, è essenziale renderli indimenticabili e goderseli quanto più possibile. Tirando in ballo i momenti brutti, non si renderanno le cose migliori. È concentrandosi sullo stare bene quando state insieme e sul condividere una maggiore intimità, che farete migliorare la vostra relazione Preoccupandovi continuamente dello stato della vostra relazione non renderete certo le cose più facili.È solo accettando il fatto che le cose non andranno sempre perfettamente che le renderete più facili. Il mostrarvi bisognosi e dipendenti dagli altri non vi aiuterà a migliorare la vostra relazione.È essendo soddisfatti di voi ed essendo il genere di persona che desiderate essere, che aiuterete la vostra relazione. È tanto semplice…quanto sembra.

Prendersi cura di se

Non è sempre facile né scontato come potrebbe sembrare. A volte ci occupiamo del corpo, magari solo quando fa male, poi ce ne scordiamo. Altre volte ci dedichiamo al corpo più per una questione di forma, di apparenza, di estetica che non per reale interesse, rispetto e stima A volte ci prendiamo cura della nostra vita psico emotiva quando sentiamo male al cuore magari per una delusione d’amore . Più di rado ci dedichiamo ad essa quando già stiamo bene, per potere stare meglio o anche solo per il gusto di conoscere chi siamo Talvolta alberga in noi una sorta di senso di colpa nel dedicarci a noi stessi, come se fosse un atto di egoismo verso le persone  a cui vogliamo bene che ci stanno intorno. In realtà, se non affrontiamo i nostri disagi interiori, come possiamo occuparci al meglio degli altri, come possiamo offrire loro l’attenzione e l’affetto che meritano? Perché aspettare di non stare bene per dedicare del tempo a noi stessi quando potremmo stare meglio quando stiamo bene e potenziare le nostre risorse che ci torneranno utili nei momenti di difficoltà? Spesso Si giudica se stessi  con giudizi crudi, es. sono inadeguato, , incapace, brutto, stupido, non faccio mai nulla di giusto,ecc.. ogni giudizio è soggettivo, rappresenta una visione della realtà, come tale non può essere né giusto né sbagliato. Ognuno ha il suo.  Si resta confinati nella mente: quando si rimugina troppo, e il pensiero in genere è orientato al passato, o al futuro, si perde di vista il presente, e tutto quello che si sta vivendo in quel momento. Proiettarsi nel futuro o nel passato impedisce di essere consapevoli del presente e soprattutto di agire,  è l’unico momento in cui possiamo veramente cambiare le cose. Alla lunga questo atteggiamento può indurre ansia, tristezza, depressione, stress Si sviluppa inoltre una dipendenza: esistono dipendenze di diversi tipi, non solo da sostanze, ma anche e soprattutto emotive. Sono proprie queste ultime le più difficili da riconoscere e strappare. Quando si vive una condizione di abbandono, a causa del giudizio di sé, della mancata accettazione, accettazione, amore, quando si fugge dal presente, ci si rifugia nelle dipendenze per smorzare il dolore che sorge a causa di queste condizioni. Alcol, droghe, nicotina, smartphone, televisione, sesso, pornografia, shopping compulsivo, gioco d’azzardo, slot machine, soldi, si può diventare dipendenti praticamente da tutto e da tutti. Si sostituisce una forma di affetto di benessere con qualcosa che allevia per il momento la tensione, ma alla lunga rischia di creare maggiori danni e soprattutto non risolve i problemi Nessuno si può sostituire a noi. Nessuno può fare al nostro posto qualcosa che noi stessi non siamo disposti a fare per primi. Tutto questo, volendo, può essere imparato.

L’amore è come una droga

L’amore è come una droga, crea dipendenza. Si sta benissimo finché si può consumare questa sostanza eccitante, che dà energia, ci fa toccare le stelle con un dito e non ci fa sentire la stanchezza. I problemi arrivano quando svanisce: la crisi di astinenza è difficile da superare e il corpo ha un tracollo fisico ed emotivo. A spiegare il fenomeno è l’antropologa Helen Fisher: L’amore romantico è una delle sostanze che crea maggiore dipendenza sulla Terra. È perfetta quando va tutto bene, orrenda se va male. Le sue caratteristiche sono tolleranza, astinenza e infine ricaduta. L’amore romantico fa molto di più di una dose di cocaina: se non altro, l’effetto della cocaina passa; l’amore romantico diventa un’ossessione. Con questa dichiarazione, alquanto preoccupante, possiamo anche intuire come sia “normale” l’aumentare dei casi di stalking. Da un punto di vista biologico, quando siamo innamorati accresce la produzione della dopamina e dell’ossitocina, che sono i neurotrasmettitori della felicità. Funziona così: quando vediamo l’oggetto del nostro amore, queste sostanze accrescono… ovviamente in sua assenza, si manifesta il fenomeno inverso, causando depressione. Come si combatte l’astinenza d’amore? Dovremmo imparare a lasciarci. È solo imparando a riconoscere le proprie risorse e la capacità di avere una relazione autentica e libera che si supera la dipendenza. Talvolta non si riflette sul fatto che a tenere unite due persone è soprattutto la paura di perdersi e non dovrebbe essere così.

Stare da soli fa bene

Le relazioni sociali sono indispensabili. Ma a volte spendiamo così tante energie nel farle funzionare che dimentichiamo il valore della solitudine. Intesa non come condizione di vita, ma come spazio di relax, di utopia, di separazione dalle dinamiche sociali. Secondo uno studio di recente pubblicazione, condotto da un team di ricerca dell’Università di Rochester, stare soli fa bene. 15 minuti al giorno di solitudine sono sufficienti ad abbassare notevolmente i livelli di stress, ansia, nervosismo .Le emozioni negative si riducono quando ci si prende almeno un quarto d’ora per stare da soli quando ci si sdraia su un lettino a guardare il cielo in giardino, o ci lasciamo dondolare da una amaca, Sono i risultati degli esperimenti, come soggetti sono stati presi studenti ai quali, durante diverse fasi e tipologie di test, veniva chiesto di riportare diversi tipi di emozione provati durante i momenti di solitudine. Incrociando i dati, i ricercatori hanno notato i picchi emotivi, specialmente quelli negativi, scendevano. Meno paure, ansie, nervosismi.  Piuttosto, le emozioni riscontrate facevano parte di una sorta di ‘neutralità’. Sensazione di rilassamento, calma, ma anche noia. Durante alcuni test, ai partecipanti veniva chiesto di pensare a ciò che desideravano, mentre altre volte dovevano riflettere su temi stabiliti positivi, negativi e neutrali. Quando era permesso di pensare a ciò che si voleva le emozioni diventavano soprattutto di serenità e tranquillità. Tuttavia, se stare soli diventa una condizione che si ripete, tutti i giorni, per molto tempo, gli effetti benefici tendono a ridursi. Insomma stare soli, per brevi periodi, tutti i giorni, può fare bene a chi tende ad accumulare stress, rabbia, nervosismo. Ma i benefici sembrano dipendere da quanto la solitudine sia una scelta individuale.

Riprogramma il cervello alla felicità

I ricercatori di Princeton hanno inserito cavie da laboratorio in programmi di 6 settimane di esercizio aerobico comparando le cellule cerebrali con un gruppo rimasto inattivo; dopo sei settimane, i ricercatori hanno rilevato che gli animaletti sottoposti ad attività fisica avevano cellule cerebrali che mantenevano il corpo il uno stato di calma quando sottoposti a stress. Quelli che invece non erano stati inseriti nel programma di attività fisica continuavano a reagire con una forte reazione quando sottoposti a situazioni di stress. Questa importante scoperta ha portato i ricercatori ad affermare che attività fisica può realmente “modulare” l’attività cerebrale per renderlo più resistente all’ormone dello stress e mitigare gli effetti negativi indotti dai suoi alti livelli. Corri che ti passa In caso di forte stress, le nonne consigliavano di fare un respiro profondo oppure un bagno caldo e tutto passava. “Dal momento che la risposta allo stress è soprattutto fisica, ovvero il cervello stimola il rilascio di certi ormoni che influenzano l’aumento della pressione e del battito cardiaca, non è sempre possibile gestire lo stress semplicemente facendo un respiro profondo” sottolinea Monika Fleshner,. Una recente ricerca della Scuola di Medicina di Yale, ha rivelato che lo stress può essere responsabile anche dello sviluppo di comportamenti di dipendenza e adesione a cattive abitudini perché danneggia quell’area del cervello che è deputata all’auto controllo e al processo decisionale. Per di più, come ha rivelato la ricerca dell’Università di Princeton, stimolare il corpo facendo esercizio fisico può essere il più efficace antidoto allo stress. Pertanto, rispolverare le scarpe da ginnastica, uscire a fare una lunga passeggiata ogni giorno sembra essere più efficace di qualsiasi altro rimedio.