La festa della Candelora viene celebrata sia dalla Chiesa Cattolica e anche dalla Chiesa Ortodossa e alcune Chiese protestanti. La Candelora è il nome popolare della festa della Presentazione al Tempio di Gesù che si celebra proprio il 2 febbraio di ogni anno. In questo giorno si benedicono le candele, simbolo ci Cristo che è luce che illumina le genti. Prima la festa veniva celebrata il 14 febbraio, 40 giorni dopo l’Epifania. Il nome Candelora deriva dall’antica festività romana pagata dei Lupercali, che si celebrava a metà febbraio. Anche loro usavano candele per parlare di purificazione. Si passò al 2 febbraio grazie a Giustiniano, che preferì anticipare questa celebrazione religiosa. n Italia esistono molti proverbi e credenze sulla Candelora e sulla possibilità di capire come andrà il resto dell’inverno in base alle condizioni meteo del 2 febbraio. Trattandosi di un giorno a metà tra inverno e primavera, si pensa che se in questa giornata il tempo sarà bello allora siamo ormai fuori dall’inverno. Se il tempo, invece, sarà brutto, magari con pioggia e vento, vuol dire che l’inverno continua ancora a lungo. In realtà esiste anche un detto, in alcune regioni, che dice esattamente l’opposto: se c’è il sole alla Candelora siamo ancora in pieno inverno, se il tempo è brutto e nevica stiamo uscendo dalla stagione più fredda. Le credenze comunque variano in base alle diverse zone dell’Italia
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Essere “al verde”.
L’ espressione essere al verde deriverebbe dall’antica consuetudine di dipingere di verde il fondo dei ceri o delle candele: quindi una candela arrivata al verde era una candela ormai interamente consumata. Inoltre a Firenze era diffusa l’usanza, al principio delle aste pubbliche, di accendere una candela tinta di verde all’estremità inferiore e di usarla come segnatempo. Una volta che la fiamma raggiungeva il termine della candela, cioè il verde, non si potevano fare più offerte di denaro e l’asta veniva chiusa da qui essere al verde… di offerte di denaro.|
“Tre aprilante quaranta dì durante”
Recita così un popolare proverbio toscano, che serviva principalmente agli agricoltori per capire qual era il tempo più idoneo per la semina e i raccolti. Se piove il tre aprile, piove per ancora quaranta giorni. E per il tempo stabile se ne parla solo a metà maggio. Magari con un passaggio repentino dai vestiti invernali a quelli estivi. Come è successo ad esempio l’anno scorso, quando a Firenze il 3 aprile piovve tutta la giornata. Oggi invece il tempo dovrebbe reggere tra il sereno e poco nuvoloso in tutta la regione Toscana. Dovrebbe essere così anche domani specie nella mattinata, con cielo tendente a coprirsi nel pomeriggio. C’era sempre una postilla del proverbio, certamente aggiunta dai meteorologi del tempo: “Terzo aprilante quaranta dì durante, ma se il quarto ’un acconsente il terzo ’un conta niente”. Aspettiamo quindi qualche giorno prima di sperare in un aprile degno del suo nome e del primo sole di primavera.