Le vacanze estive una prova per le coppie

Le vacanze estive sono una prova per qualsiasi coppia, visto che si passa dal condividere poche ore al giorno e i fine settimana a stare 24 ore insieme. Richiedono un adattamento, il quale sarà un trionfo o un disastro, in base alle caratteristiche della relazione di coppia e della flessibilità psicologica dei partner. L’estate e le vacanze portano dei cambiamenti piuttosto importanti nella nostra quotidianità. Durante la maggior parte dell’anno stiamo attenti agli orari, alle abitudini, ai doveri figli, lavoro e la coppia resta in secondo piano. Per questo motivo, si è più abituati a lavorare più come una squadra che come coppia a livello romantico. Con l’arrivo delle vacanze, la coppia passa in primo piano. Passando al primo posto e dedicando più attenzione e tempo, sorgono una serie di problemi che, se non gestiti correttamente, finiscono per provocare conflitti o problemi. È come se la mia dolce metà mi desse fastidio Questo problema sorge quando, abituati a stare per conto nostro o piuttosto attenti ai nostri bisogni e doveri, ci vediamo “obbligati” a impiegare parte del nostro tempo e spazio con il nostro partner. Ogni persona, anche se si sta insieme da tanto tempo e si va d’accordo tutto l’anno, ha interessi e abitudini diverse. Nel corso dell’anno possiamo appagare le nostre necessità individuali, ma durante le vacanze estive, è necessario prestare più attenzione anche agli interessi e alle necessità del partner. Questa condizione può essere vissuta con un certo disagio, ma bisogna saperla gestire correttamente per non arrivare alla conclusione che la nostra metà è fonte di fastidio, perché non ci lascia fare quello che siamo abituati a fare. È normale vedere nel nostro partner comportamenti e atteggiamenti che ci piacciono e altri meno. Quanto più tempo trascorriamo con una persona, tanto più normale è che ci diano fastidio i difetti che notiamo. Quando passiamo più tempo con il partner, abbiamo la sensazione che quello che ci dà fastidio ci infastidisca ancora di più. Invece di sviluppare una tolleranza, ad aumentare è la nostra vulnerabilità. Per esempio, se ci dà fastidio che la nostra metà è lenta quando si alza al mattino, durante le vacanze potremo provare alti livelli di disagio. Questo perché quest’abitudine può portarvi a non concludere niente durante la mattinata, arrivare tardi magari sul mare. Nasce così il conflitto quando si notano di più le caratteristiche del partner che non ci piacciono rispetto a quelle che ci piacciono. Inoltre, le persone, in generale, diventano più esigenti con gli altri durante le vacanze perché le aspettano  tutto l’anno e investono tempo e denaro, poi ci sono quelli che sono così bravi o così innamorati da sopportare tutto, nell’attesa di tornare a casa e riprendere la quotidianità, o di mandare al diavolo la loro relazione

Quando la coppia è in vacanza

«Ferie estive? Ormai le temo come il blackout dei computer il lunedì, », si sfoga Paola, 33 anni, imprenditrice. «Non c’è stato anno con Giulio, che non si sia scoppiati in liti furibonde nel clou della vacanza, e a rimuginare per il resto del tempo. Una volta perché si è persa una coincidenza aerea, un’altra perché il mare non si poteva raggiungere a piedi in dieci minuti, un’altra ancora perché c’era poco campo e ogni giorno si girovagava col cellulare. Confesso, arrivo al giorno del rientro con sollievo: finalmente a casa, fine delle discussioni». Quasi un malefico paradosso, la vacanza tanto sospirata, l’oasi  sognata nella traversata annuale del mare agitato da lavoro, figli, parenti, scadenze, si trasforma in una battaglia per la sopravvivenza non solo dell’agognato relax, ma della coppia in breve. Lo scenario di Paola è diventato un tale ritornello nei racconti post-ferie dell’ultima generazione turistica che il gruppo internazionale Club Med ha lanciato di recente una ricerca dal titolo significativo, “Guai in paradiso”, dove il serpente perfido, più che a peccare, è la tentazione a litigare. Sotto esame, infatti, non sono tanto le abitudini o i gusti delle coppie in vacanza, quanto i loro scontri – dove, come, quando e perché si scopriranno divisi e in lotta, anziché uniti e beati. Dato che, questo è il principio da cui si parte, in quei giorni, prima o poi, volenti o nolenti, litigheranno di sicuro. Piuttosto, però, quel che colpisce, leggendo i risultati, è quanto siano a prima vista insipidi i pomi della discordia: il ristorante della sera o il menù, la gita del giorno, la lettura della cartina sulla guida, il tempo per cambiarsi d’abito. Come se, più che di reali motivi, si trattasse di pretesti.«Sempre più spesso ascolto coppie che si lamentano di essere state in vacanza e aver litigato tutto il tempo», commenta Daniela Rossi, psicologa Ma non è certo la vacanza la causa di cui la lite è il sintomo. La questione sono le aspettative che, dopo un anno di stress sul lavoro, sui budget familiari, sui tempi e la gestione di casa e figli se ci sono, si riversano su questa pausa. Non si vede l’ora di fuggire ma, quando il momento arriva, si parte troppo stanchi, già tesi e con un carico di emozioni compresse eccessivo da smaltire.

La crisi è una brutta bestia: può tirare fuori il meglio e il peggio.

Stiamo imparando a risparmiare. Facendo una breve indagine con amici e amiche abbienti e insospettabili, ho scoperto che tutti, dico tutti, hanno fatto recentemente una visita approfondita ai propri armadi e cassettiere con altri occhi, concludendo che tutto sommato hanno vestiti e scarpe abbastanza per i prossimi 5 anni. Senza esagerare troppo e a parte casi limite che confermano la regola, stiamo diventando più sobri, più saggi e tutto sommato consapevoli che fin qui abbiamo forse accumulato qualcosina di troppo che ora può venire utile in vista di tempi di magra. In questi comportamenti previdenti e risparmiosi siamo del tutto uguali a infinite specie animali che la saggezza e il non spreco ce l’hanno nel DNA. La vera notizia è che non hanno solo questo. Un recente studio condotto a quattro mani dall’etologo Marc Bekoff e dalla filosofa Jessica Pierce. La vita morale degli animali, dimostra che molti dei comportamenti migliori che caratterizzano una società evoluta, sono messi in pratica in maniera automatica da tante specie diverse di animali.Questo accade, sottolinea lo studio di Berkoff e Pierce, quando in una specie animale sono presenti tre caratteristiche: comportamenti empatici,la capacità di sentire la sofferenza dell’altro, cooperativi quando c’è altruismo, reciprocità, fiducia e concernenti la giustizia quando si sa valutare la correttezza dei comportamenti altrui, e si hanno aspettative nei confronti di ciò che si merita.A questo punto viene seriamente da chiedersi l’uomo a quale specie animale appartiene. È probabile che appartenga a tutte. Alla luce di quanto sopra infatti non è vero che discendiamo tutti dalle scimmie….

 

 

 

I periodi neri

Ci sono nella vita dei momenti nei quali tutto va storto: una simultaneità di contesti avversi, difficoltà e colpi di sfortuna che nell’insieme danno a chi li vive la sensazione di essere dentro a un tunnel da cui non si vede l’uscita. Sono i cosiddetti periodi neri. Quel che è certo è che, per legge di natura, prima o poi terminano. Fortuna e sfortuna si alternano sempre Innanzi tutto bisogna resistere alla tentazione del “pensiero magico”, cioè non dobbiamo attribuire la concatenazione degli eventi sfavorevoli. I periodi neri finiscono sempre Al contrario trovare dei momenti di raccoglimento interiore e chiarire a noi stessi se il periodo nero è figlio di una pura coincidenza di situazioni negative, cosa del tutto possibile, ognuna delle quali esiste in se stessa e non è collegata all’altra se non nella nostra mente; oppure se siamo di fronte a una sorta di “venuta al pettine” di alcuni nodi esistenziali, o all’esito di una serie di atteggiamenti e di relazioni sbagliate che è giunto il momento di cambiare. Bisogna far sì, insomma che il periodo nero non sia solo “pura resistenza”, ma anche un “banco di lavoro” su cui forgiare la nostra personalità. I lamenti? Mai a voce alta. Ogni evento fa storia a sé; Dobbiamo quindi evitare di lamentarci e le frasi pessimistiche tipiche di questi periodi ad esempio: “Non c’è niente che mi vada nel verso giusto”. A volte è difficile non pensarle, ma non dirle è già molto. Spesso per interrompere la sensazione di fatica, può essere utile compiere un’azione dall’elevato valore simbolico. Può essere di tutto: un viaggio in una località di mare, il cambio di un’abitudine, un acquisto speciale, una visita insolita, etc. L’importante è che per noi abbia valore di staccare, di interrompere, di voltare pagina. Pensiamo che spesso i periodi neri, ben sfruttati, anticipano belle rinascite.