Se vi salta in testa l’idea della morte e siete in procinto di fare shopping, tenderete a preferire abiti retro, che non passano mai di moda, che sono “per sempre”. Ovvero il vintage. Questa singolare conclusione è stata ottenuta in un esperimento condotto dal dipartimento di marketing dell’Università Bocconi di Milano. Per la ricerca, un gruppo di studenti ha ascoltato due diversi racconti. A metà di loro è stato presentato uno scenario sconvolgente: mentre sono in visita a casa dei genitori, mentre sono seduti a tavola la casa va a fuoco, e tutti rischiano di morire. L’altra metà degli studenti ha sentito raccontare una vicenda assai più rilassante, una normale visita ai parenti senza nessun incidente. Dopo il racconto, agli studenti sono stati presentati capi di abbigliamento e accessori moderni oppure vintage. A quanto pare, chi aveva ascoltato il racconto angoscioso, ha preferito il vintage. L’altro gruppo, il contrario. Secondo i ricercatori, a spingere la preferenza per il vintage è l’idea della morte. La morte è per sempre, così come gli oggetti vintage sono, per definizione, senza tempo e sarebbe proprio il concetto di atemporalità a fare da singolare e almeno per i non esperti imprevisto trait d’union tra il tragico dell’esistenza e il futile quotidiano. Per gli esperti di marketing queste indicazioni non sono affatto futili. «Quando i consumatori vengono indotti a pensare alla morte, tendono a riflettere sul loro passato, presente e futuro. Di conseguenza, comprano i prodotti che hanno un passato e un presente particolarmente significativi e che fanno pensare alla durata e alla continuità. I prodotti vintage sono uno degli esempi più notevoli» ha spiegato Zehra, esperta di comportamento. Questo effetto potrebbe essere sfruttato da tutte le industrie che vendono prodotti senza tempo.Aulona altra autrice dello studio, suggerisce alcune possibilità per sfruttare queste idee: un negozio vintage con un nome che richiami il concetto di mortalità potrebbe essere un trucco che spinge le vendite. Come anche il luogo: la collocazione di un negozio nelle vicinanze di una residenza per anziani potrebbe far scattare il pensiero, e funzionare per invogliare all’acquisto di un abito eterno.Da non addetti ai lavori, verrebbe da pensare che l’idea della morte potrebbe anche produrre un effetto boomerang: se tanto dobbiamo lasciare questo mondo, chi ha voglia di mettersi a fare acquisti? Ma, come i geni del marketing ben sanno, è il nostro inconscio a condurre per noi molti di questi “pensieri”.
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La musica influenza l’umore
La musica influisce sull’umore che accompagna i vari momenti della nostra giornata. Può condizionarci e modificare il nostro stato d’animo. Può farci sorridere come piangere, generare malinconia come nostalgia. Se vogliamo, è la migliore espressione di noi stessi.L’impatto che un brano ha su di noi va oltre quello che si pensa, tanto che un tempo “veloce” può risollevare l’umore, mentre uno più “lento” può buttarlo giù Una canzone sbagliata, infatti, può rovinare un momento, quella giusta può renderlo semplicemente unico e indimenticabile. Bastano, infatti, poche note per stravolgere la giornata, questo perché la musica influenza gli stati d’animo.Ma quali sono le canzoni “giuste” al momento giusto? Le canzoni sono piene di attese e ciò che siamo portati ad attendere è soprattutto l’amore. Un uomo ancora innamorato non smette di pensare a chi l’ha tradito a seguito di un incontro forse casuale. “Mi ritorni in mente” fa riaffiorare il ricordo di quella donna che è in tutti i suoi sogni. La gioia è legata alla vita, alla nascita e alla rinascita. Anche qui nessun dubbio sulla scelta del brano: Bella. Jovanotti offre una sonorità molto piacevole dove il testo è sicuramente semplice, ma allo stesso tempo significativo. È una dedica d’amore alla sua donna in un insieme di metafore e pensieri che ne elevano la figura. Dunque una canzone allegra che esprime armonia, positività, ottimismo e amore. A prescindere dall’umore ci sono musiche che portiamo dentro da sempre, insite nel nostro cuore, ed altre ancora che, pur accompagnandoci solamente in alcuni momenti della vita, sono in grado di “fotografarne” i pezzi in maniera assoluta e indelebile, riportandoci indietro con il tempo ogni volta che le nostre orecchie percepiscono le prime note. Il nostro umore può dipendere da ciò che ascoltiamo e da quello che c’è dentro di noi nel preciso momento dedicato all’ascolto.