Pic-nic

La parola picnic deriva dal francese “pique” (prendere, rubacchiare) e “nique” (oggetto di poco valore), cominciò a propagarsi verso la fine del ‘600. Il suo significato originario indicava quello di “pasto regolato”. In realtà nel Medioevo era già in auge presso l’aristocrazia Nel picnic rimangono tratti essenziali la convivialità ed il contatto con la natura. Gli impressionisti ne amavano ritrarre le scene nelle loro tele I cibi consumati in campestre compagnia erano per lo più vivande semplici come uova, salame, pane, formaggi, insalate, frutta, torte, il tutto accompagnato generalmente da vino e birra. Ben presto il picnic divenne anche tecnica di corteggiamento. Del resto l’atmosfera naturale si presta in modo ideale alle scampagnate amorose, la natura e l’ambiente suadente e romantico favoriscono un approccio intimo e riservato. Dal dopoguerra ai nostri giorni, a bordo di una Lambretta con un plaid ed un cestino, il picnic è sempre protagonista delle giornate di Pasquetta, Ferragosto e di ogni momento di sole che la stagione ci regala. La primavera è il periodo ad hoc per un pranzo, un brunch o una merenda da condividere insieme agli amici e ai familiari .valigia-mezza-luna-picnic-4-p

 

Ieri e oggi…

Quando andavo in estate ai campeggi estivi  ogni giorno i ragazzi a  rotazione si occupavano del pranzo di tutti gli altri. C’erano i più grandi che cucinavano, e  il servizio a tavola era un nostro compito. Un giorno servivi e l’altro eri servito. Cinque persone a turno: un capocameriere e altri quattro camerieri si sarebbero occupati di tutto il pranzo e avrebbero mangiato dopo gli altri. La prima cosa da fare era apparecchiare piatti, posate, bicchieri, la brocca con l’acqua, il cestino del pane e l’immancabile oliera. Le oliere erano tutte uguali raccolte dentro una cestina, con all’interno due bottigliette, una piena d’olio e l’altra con l’aceto bianco, la saliera era piena di chicchi di riso per eliminare l’umidità, mentre l’altro barattolino c’era il pepe. Quando andavo da mia zia l’oliera andava sempre riempita perché l’olio, quello buono del nonno, finiva in un attimo. Il sale c’era, ma il tappo si intasava sempre: qualche adulto si sbatteva il barattolino sul palmo della mano, ci soffiava sopra e alla fine, quando i buchini sembravano finalmente liberi per far uscire il sale, rigirando la saliera sul piatto il tappo si apriva all’improvviso. Addio insalata! Oggi ho trovato un’oliera, dentro ad una cestina tutto il set e l’ho riempita. È molto semplice, in vetro, ma davvero utile: con un solo gesto porto in tavola tutto. Lo stesso gesto che facevo da piccola, a casa di mia nonna e per tanto tempo a casa dei miei.oliera-4-posti-con-cestino-in-vimini-e-fiocco
 

Le fragole allontanano diabete e infarti

Le fragole prevengono problemi cardiaci e diabete, lo dimostra uno studio che dà questa bella, notizia per iniziare la stagione primaverile . E’ stata scoperta una relazione tra l’assunzione di fragole e l’abbassamento dei livelli di resistenza all’insulina, l’abbassamento del colesterolo e anche delle infiammazioni: tutti fattori che accrescono il rischio di diabete e problemi cardiaci. Questa notizia mi ha fatto venire voglia di comprarne un cestino e fare un tiramisù di fragole; una ricetta gustosa e primaverile. Uniamo la bontà delle fragole alla tradizione dolciaria italiana, per ottenere un tiramisù da leccarsi i baffi, che farà bene alla nostra salute…Buon appetito!!!Fragole