Una finestra sul mare

Avere una finestra sul mare è un privilegio. Che si tratti della residenza principale o di quella di vacanza, la casa che affaccia sul mare è una boccata d’aria fresca, una medicina per lo spirito. Ancor di più se si viene da un anno lavorativo in città, la fuga vista mare è l’obiettivo di un’estate intera, se possibile da sfruttare ogni fine settimana. Per gli amanti di arredamento, questo tipo di residenza è al contempo uno sfogo creativo e una sfida. Richiede infatti una costante manutenzione per esser tenuta in buono stato, vista l’invadenza degli agenti atmosferici, come ad esempio  l’umidità. Ci sono però alcuni accostamenti cromatici ed elementi decorativi a tema che richiamano immediatamente il sole, le onde del mare, la vegetazione, la spiaggia o le rocce che fanno da cartolina al panorama. Ecco qualche suggerimento…Fate del bianco, puro, luminoso e riflettente, la base di decorazione della vostra casa. Il contrasto con blu e sfumature di azzurro vi porterà con la mente agli edifici a strapiombo sul mare, tipici di alcune isole del Mediterraneo. Altro mix vincente, quello con il legno, chiaro o scuro. Una soluzione attenta all’ecologia e di tendenza è di arredare con materiali naturali, al posto di oggetti in plastica : contenitori in vimini, bambù, tappetini in yuta. Non lasciate mai la casa sguarnita di piantine o fiori secchi, così da contribuire all’atmosfera green degli spazi. I vasi da privilegiare sono in terracotta o in ceramica, a seconda dello stile dei vostri interni, essenziali o dal gusto ricco. Se al binomio bianco azzurro preferite azzardare un tocco di colore più inedito, l’ispirazione viene dalle tinte pastello estive: pesca, sabbia e nuances di verde dall’acqua al menta. Un consiglio per una casa sempre ben areata ma lontana da occhi indiscreti: scegliete lunghe tende bianche, da lasciar svolazzare davanti all’uscio.

Siete sopravvissuti al venerdì 17 ?

Per le persone suscettibili alle superstizioni, venerdì 17 è un giorno decisamente infausto, stabilito anche dalla Smorfia Napoletana Mentre è facile ipotizzare l’origine del venerdì come giorno infausto – Gesù spirò sul Golgota nel venerdì antecedente la Pesach – è il numero a destare la maggiore curiosità. Se già per il più internazionale “13” non mancano differenti interpretazioni dal numero di ospiti dell’ultima cena di Gesù al giorno dell’ordine di arresto dei Cavalieri Templari, passando attraverso la ciclicità degli anni con una fase lunare aggiuntiva e il numero di cicli mestruali annui di una donna, per l’origine delle disgrazie portate dal numero 17 si specula abbondantemente. Tuttavia, poiché secondo la tradizione biblica la famiglia dell’unico arzillo sopravvissuto fu l’unica a scampare al disastro, non si spiega perché il 17 dovrebbe essere un numero infausto: i loro discendenti se la cavarono benissimo, dando origine alla umanità. Tornando alle legioni romane, “17” trascritto in latino è XVII che, anagrammato, suona come il drammatico monito “VIXI”, “vissi”, dal punto di vista dell’etimologia, lo sappiamo, è un po’ come arrampicarsi sugli specchi. Specchi che, si sa, a romperli portano parecchia jella, e non mancano le teorie per cui anche questa tradizione sia di origine romana; stupisce un po’ come si possa rompere uno specchio di bronzo ai loro tempi, quelli in vetro erano merce rarissima, ma si sa che le credenze, come i gatti, sono dure a morire. D’altra parte i gatti, in particolare se neri, sono la peggior maledizione che possa cogliere l’uomo fin dal medioevo, figuriamoci se ci attraversano la strada !