Come cucinare…. senza piangere

Felici o tristi, allegri o malinconici, c’è solo una cosa in grado di farci piangere a prescindere dall’umore. Parliamo, naturalmente, delle cipolle. Prezioso ingrediente della nostra cucina ma anche fastidioso “flagello” per chiunque si trovi a tagliarle. Basta affondare il coltello, infatti, per cominciare a lacrimare copiosamente senza riuscire a smettere. Non si tratta di lacrime di dolore, nè tanto meno di commozione. Si tratta, unicamente, di lacrime da cipolle. Una reazione fisiologica del nostro organismo al contatto con i gas irritanti e volatili che si liberano con il taglio dei bulbi. Lo zolfo che si genera, entrando in contatto con i nostri occhi, li irrita. Per espellerlo e diluirlo il nostro corpo genera, di riflesso, le lacrime. Tra i rimedi della nonna, le soluzioni suggerite dagli esperti e i trucchi di chi lavora in cucina, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta di espedienti per ridurre le lacrime da cipolle. Ma secondo Adlerfliegel non tutti si rivelano davvero efficaci. E se alcuni sembrano avere una base scientifica, altri sembrano, in effetti, un po’ “campati per aria”, l’esperta consiglia di rivolgersi all’acqua. Tagliare le cipolle sotto il getto dell’acqua sembra, in effetti, uno dei trucchi più diffusi. Così come tenere un bicchiere d’acqua vicino al tagliere o bagnare la lama del coltello. sembra funzionare anche il trucco di iniziare a tagliare il bulbo dall’apice per poi terminare con la zona vicina alle radici, quella che sprigiona più sostanze irritanti. Altrettanto idonea si rivela l’espediente di tenere la cipolla nel congelatore per qualche minuto prima di tagliarla. O quello di masticare un chewing gum durante il taglio. O, ancora, quello di sistemare della mollica di pane sulla lama del coltello. A fronte di un buon numero di trucchi semplici ma efficaci, se ne oppone uno altrettanto folto di sistemi che destano una certa perplessità. Adlerfliegel lascia intendere che alcuni non sono altro che antiche credenze prive di ogni fondamento logico. Come quella di collocare sulla testa una buccia di cipolla quando la si deve tagliare. Ma di suggerimenti singolari ne arrivano in quantità. C’è chi consiglia di tenere un cucchiaio in bocca mentre si taglia il bulbo. O chi sostiene che si dovrebbe fischiettare mentre ci si dedica allo sminuzzamento. Oppure chi rivela che la punta di un fiammifero tenuto tra le labbra sia in grado di assimilare lo zolfo che emana dalla cipolla.

 

Il galateo… e la scarpetta

ll Galateo vieta e sconsiglia alcuni comportamenti principalmente quando si invitano ospiti o quando si è invitati. Come abbiamo più volte detto, la frase “Buon Appetito!” prima di iniziare il pasto è da evitare. Ma non è l’unica, ci sono altre affermazioni sconsigliate, come per esempio “non fare complimenti”, “vuoi la ricetta?”, “finitelo, altrimenti lo buttiamo…” oppure “non fai il bis?”. Secondo il Galateo, la tavola non deve essere apparecchiata mettendo i tovaglioli dentro i bicchieri ed esclude l’utilizzo di piatti e posate di plastica. È ammesso, invece, il centrino in carta messo sul vassoio d’argento con il quale si servono i dolci. Anche per quanto riguarda le bevande le bottiglie di plastica sono un tabù e, inoltre, non devono essere servite in tavola già iniziate. Assolutamente da evitare l’utilizzo di stuzzicadenti. Questi servono soltanto come mezzo per portare i cibi alla bocca ma solo per gli stuzzichini dell’aperitivo. Non è tollerato usare lo stuzzicadenti in altro modo, quindi è consigliabile non metterli in tavola. Qualora qualcuno avesse la necessità di eliminare qualche residuo di cibo incastrato tra i denti, può farlo recandosi alla toilette dove sarà libero di risolvere il problema. Un’abitudine informale assolutamente da evitare in cene e pranzi formali è la cosiddetta “scarpetta”. Il pane è l’alimento che meglio si presta a essere messo in bocca senza posate. Inoltre, di sicuro ognuno di noi ha ricordi legati al cibo mangiato con le mani: sono spesso ricordi che risalgono all’infanzia, o a momenti trascorsi con amici, vissuti in situazioni e ambienti informali. La scarpetta, in realtà è un vero piacere per il palato ma, purtroppo, il galateo lo vieta. Come vieta di raccogliere, anche solo con la forchetta, l’eventuale condimento della pietanza rimasta nel piatto. Pazienza!