Si chiamano Moss Walls e vengono da un tempo lontano: mille anni fa, i monaci zen dei templi buddisti del Giappone, deliziati dalla fresca tranquillità del muschio che cresceva nei loro giardini, hanno iniziato a coltivarli su pietre e pareti, per creare una sensazione di espansività, libertà dal disordine e distrazione quotidiana; per loro il muschio era un simbolo di armonia, un elemento essenziale che facilitava la meditazione, per creare una sensazione di tranquillità ed espansività. La tendenza sta prendendo piede le pareti di muschio, un’oasi verde all’interno della vostra casa, che può anche aiutare a isolare le pareti. Un po’ di verde in casa che non richiede manutenzione. Sempre più persone stanno rendendo più ecologiche le loro case, e questa è sicuramente una buona cosa: che si tratti di energia rinnovabile o pareti verdi, non solo può farti risparmiare un sacco di soldi e ridurre la tua impronta di carbonio, ma anche aumentare il fascino della tua casa e renderla più accogliente. Per molti di loro, il muschio era un elemento importante che facilitava una comunione con la natura, una rottura dalla realtà quotidiana e facilitava la meditazione. Oggi può avere lo stesso effetto: aiutarti a liberarti dallo stress della vita di tutti i giorni e semplicemente rilassati. Due biophillic designer principali sostenitori di questa tendenza, hanno scoperto che il muschio è una soluzione ideale per le persone che vogliono avere un grande spazio verde all’interno della loro casa, ma non vogliono avere il pensiero di dover annaffiare ogni volta. Hanno così pensato di incorporare sempre più muschio ai loro disegni per interni, aggiungendo anche elementi sostenibili, come il legno. Non è necessario annaffiarlo, può semplicemente aspirare l’umidità dall’aria. Alcune persone optano per la copertura completa del muro, mentre altre preferiscono una piccola area, ma il risultato è simile: un verde bello e calmante che non richiede quasi nessuna manutenzione. Questa soluzione si può rivelare molto vantaggiosa per chi vive nelle affollate e inquinate città. Il muschio può in piccola parte purificare l’aria, proprio come qualsiasi altra pianta verde può fare. Se le condizioni peggiorano, il muschio non appassisce, ma rimane semplicemente inattivo fino a quando le condizioni non vengono ripristinate e possono prosperare di nuovo.
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Washoku
Per molti un nome ignoto, per altri un mondo da scoprire. Per tutti, comunque, un valore aggiunto alla lista dei Patrimoni dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco. Si tratta, infatti, della cucina giapponese, equivalente di longevità, benessere e salute. La parola “Washoku” letteralmente significa “cibo giapponese’”. Ma non si limita a questo. Di fatto, racchiude in sé l’armonia di oltre quattrocento anni di tradizione culinaria basata sulla bontà degli ingredienti, sulla valenza estetica della pietanza e sulla ritualità del pasto. Dove il rispetto della natura e l’alternanza delle stagioni è basilare, cosi come i prodotti che vengono intagliati e accostati come fossero opere d’arte. Gli ingredienti, siano essi vegetali, frutti o pesci, sono raccolti o pescati nel loro miglior momento stagionale per infondere al piatto il massimo del sapore e della fragranza. Nel Washoku, che racchiude con il kaiseki ricette, abilità e tecniche culinarie, si distinguono due rami: il “kaiseki-ryori” e il “cha-kaiseki”. Il primo termine si riferisce al pasto offerto dai samurai ai propri ospiti. Il secondo al banchetto precedente alla cerimonia del tè. In entrambi i casi la struttura del banchetto era composta da una zuppa, una portata principale, due contorni e una ciotola di riso. Oggi si è sviluppata molto ed è possibile gustare, nei ristoranti di lusso e nei ryokan sparsi in tutto il Giappone, numerose portate preparate secondo questa tradizione.Per capire più a fondo l’essenza del Washoku basta guardare alla dieta dei monaci buddisti, il shojin ryori, celebrazione della costante ricerca della perfezione, dell’armonia e della buona salute attraverso ricette basate unicamente sul tofu, riso e verdure, per purificare corpo ed anima. Secondo i criteri del Washoku, in ogni pasto è basilare il dashi, una sorta di consommè di pesce usato come ingrediente base per ogni zuppa e come elemento liquido di tantissime portate. Si serve in una grande pentola dove viene tenuto in caldo con una piastra elettrica: i commensali vi intingono diversi ingredienti per poi accompagnarli con tofu e verdure fresche. Il tutto mentre si chiacchiera con gli amici e con la famiglia in armonia. Ecco come convivialità ed ingredienti di stagione sono gli elementi fulcro della gastronomia giapponese, che la rendono unica in tutto il mondo
La giornata della gentilezza
Flash mob, eventi caritatevoli, o semplicemente un atto gentile nei confronti di un collega, familiare, amico. Oggi è la Giornata mondiale della gentilezza, un’occasione per riflettere sulle buone maniere, per dedicare a qualcuno cura e attenzione. Basta un piccolo gesto. La Giornata della gentilezza nasce dall’iniziativa di diversi gruppi umanitari e dalla loro `Dichiarazione della gentilezza´, risalente al 13 novembre 1997. Da allora, la data è stata scelta per festeggiare a livello internazionale una giornata che incoraggi chiunque a fare il proprio, personale atto di gentilezza: regalando libri, cibo o vestiti agli altri membri della comunità. La ricorrenza viene celebrata negli Stati Uniti, in Italia, Emirati Arabi, India, Singapore, Nigeria, Giappone, Australia e Canada. In ogni luogo, però, ad essere al centro dell’attenzione, sono sempre i piccoli gesti, come aprire la porta a uno sconosciuto, aiutare un vicino, lasciare al partner il controllo del telecomando per una sera o pagare il caffè a un amico o offrire una colazione. Agli aeroporti di Ciampino e Fiumicino sono spuntati i «desk della gentilezza», con gli addetti che prestano spontaneamente assistenza ai passeggeri, attraverso indicazioni e informazioni, distribuendo ai viaggiatori un omaggio floreale e dei pasticcini. Circa l’1% della popolazione del Myanmar è formata da monaci buddisti. La loro sopravvivenza dipende in gran parte dalle donazioni, siano queste in forma di cibo o denaro. I monaci spartiscono poi il cibo ricevuto con i poveri, offrendo ciotole di riso al curry ai più bisognosi. Questo circolo del dare e ricevere è valso al Myanmar il titolo di `Nazione più caritatevole del mondo ed è la dimostrazione che, nonostante l’elevato tasso di povertà che contraddistingue il paese, la generosità non ha a che fare solo con la ricchezza: è tutta una questione di buon cuore.