E’ arrivata l’estate cresce la voglia di freschezza.

Sai quando sei al mare in spiaggia, e fa così caldo che non vorresti altro che una cosa ghiacciata? Oppure quando sei ancora in città, dove l’afa è anche peggio, e vorresti qualcosa di fresco e veloce, ma magari anche un po’ alcolico? O quando sei in giardino a bordo piscina con gli amici….Finalmente c’è la risposta, e senza ombra di dubbio è l’invenzione dell’estate: il ghiacciolo al prosecco!Per l’estate 2018 una piccola società inglese che si chiama POPS ha deciso di rinfrescarci con il ghiacciolo ai gusti Prosecco, Bellini e Moscow Mule.La forma è quella del calippo, ma i gusti sono assolutamente per adulti: Champagne, Rosé & Raspberry e Watermelon Martini. Ne esistono persino due versioni non alcoliche: Apple & Elderflower, and Chilly Mango. E non sono neanche gli unici. Già dallo scorso anno un altro brand, Pops, aveva fatto impazzire tutti col ghiacciolo allo champagne, o al Bellini, o persino la limited edition al Moscow Mule. E adesso che c’è in giro il prosecco blu, chissà se non puoi provare a casa a fare dei magnifici ghiaccioli azzurri. Deliziosi e fai da te.Per il momento non ci sono rivenditori in Italia, ma si possono acquistare online!

 

Arriva Wood*ing bar

In un quartiere di Milano arriva Wood*ing bar, e porta ingredienti antichi e mai sentiti Siamo un popolo di poeti, santi e allevatori, ma in una cultura culinaria che sta danneggiando irrimediabilmente il pianeta forse è il caso di tornare a bere e mangiare a impatto zero. In pratica, sarà meglio tornare a fare i raccoglitori. È la filosofia di un nuovo bar aperto da poco a Milano, dove il “nuovo” ha un valore radicale. Wood*ing bar, mette in pratica la disciplina del foraging, quella di andare solamente a caccia di piante selvatiche commestibili per l’uomo. Un passo in più rispetto ai vegetariani, perché il foraging tende a escludere gli alimenti coltivati che comunque richiedono spreco di energie e risorse. Lo chiamano bar endemico, il primo al mondo nel suo genere, proprio perché si affida alla sola natura selvaggia per esistere, e farci bere. La nuova disciplina si unisce infatti alla Wild Mixology, un modo diverso di intendere i cocktail e la miscelazione. La Bibbia di questo sapere è il libro scritto dalla chef Valeria Mosca, che ha fondato un laboratorio di ricerca nel 2010 e adesso questo bar. Che non è un cocktail bar, visto che non c’è traccia del bancone. Appena si entra, c’è un ambiente rustico con pareti scrostate e piante selvatiche incorniciate. Sembra una villa di campagna restaurata con gusto semplice. Entri e ti siedi su tavoli sociali, pianali lunghi e comunitari Poi arriva la lista dei cocktail, e il menù selvatico. Per bere, si può scegliere il #2, niente nomi di fantasia e niente fronzoli, nella filosofia del cocktail endemico, fatto con gin, succo di mirtillo, kombucha, miso di pere e miele fermentato. Una miscela corposa e opaca, morbida al palato e intensa nel retrogusto. Oppure puoi ordinare il #10, un cocktail secco e vivace con bourbon, bitter fatti in casa e amazake. Dalla lista dei cocktail c’è perfino da imparare: l’amazake è un composto dolce giapponese ottenuto dalla bollitura del riso, ricco di vitamine del gruppo B, enzimi e fibre. I cocktail selvatici del Wood*ing nascono per farsi bere, ma vogliono far del bene come un infuso di erbe.