La “fame nervosa” o “fame emotiva” si avverte quando una persona cerca di soddisfare i propri bisogni emotivi attraverso il cibo anziché rispondere a una effettiva sensazione di fame fisica. In questo caso, il desiderio di mangiare non è causato da uno stimolo biologico legato al fabbisogno energetico del corpo, ma piuttosto da fattori emotivi o psicologici. Le persone spesso ricorrono alla fame nervosa come risposta a emozioni negative come stress, ansia, tristezza o noia. Il cibo può diventare una forma di consolazione o una via di fuga momentanea dai problemi emotivi. Alcune caratteristiche della fame nervosa includono: Alimentazione impulsiva: Mangiare un piatto di pasta un piatto di carne un dolce uno snack una frutta così rapidamente e senza pensarci, da non rendersene conto e spesso senza prestare attenzione al senso di sazietà. Preferenza per cibi specifici: La fame nervosa può portare a una preferenza per cibi ricchi di zuccheri, grassi o carboidrati, spesso noti come “comfort food”. Senso di colpa: Dopo il consumo eccessivo di cibo, la persona può sperimentare sensi di colpa o rimpianto. Ciclo emotivo: L’ atteggiamento di mangiare emotivo può creare un ciclo in cui le emozioni negative portano al desiderio di cibo, ma il conseguente consumo di cibo può peggiorare i sentimenti di colpa o stress. Affrontare la fame nervosa può richiedere una cognizione delle proprie emozioni e l’adozione di strategie più salutari per gestire lo stress o le difficoltà emotive, come lo yoga, la meditazione, l’esercizio fisico o la terapia psicologica.
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Piccoli accorgimenti per fiori e piante
L’estate è per tutti sinonimo di mare lago montagna, relax e vacanza, è un momento meraviglioso in quanto permette di ritagliarsi una pausa e concedersi qualche giorno di svago e divertimento. A volte però allontanarsi da casa può mettere in crisi, soprattutto chi ha il pollice verde. Ebbene sì negli ultimi mesi, complice il lockdown, in molti si sono dedicati ad abbellire giardini e terrazzi nel tentativo di ricreare una piccola oasi verde tra le mura domestiche: le piante è risaputo, oltre ad abbellire e arredare ogni ambiente sono in grado di portare il buonumore. Assentandosi dunque, se non si ha una persona di fiducia a cui affidarsi, la paura è che tutto il lavoro fatto possa andare perduto. Non bisogna disperare e tanto meno rassegnarsi: esistono infatti dei piccoli escamotage che permettono di curare le piante, mantenerle sane e rigogliose e ritrovarle al proprio ritorno ancora belle e verdi. Onde evitare di combinare guai, è bene informarsi circa le differenti esigenze delle singole specie in maniera tale da poter assicurare loro una vita sana e duratura. Prima di partire è necessario trovare ai vasi la giusta collocazione. Meglio preferire la luce indiretta: la temperatura ideale è compresa tra i 15° e i 25°C circa. Altra questione cruciale l’irrigazione: è di fondamentale importanza fornire loro il giusto apporto di acqua. Niente diavolerie tecnologiche anzi, è arrivato il momento di rispolverare i cosiddetti rimedi della nonna ovvero dei trucchi casalinghi. La loro validità, ovviamente, dipende dalla durata della propria assenza. Per soggiorni non troppo lunghi ad esempio basta riempire una bottiglia di plastica e, dopo aver realizzato un piccolo foro sul tappo aiutandosi con un ago riscaldato, non bisogna fare altro che capovolgerla a posizionarla nella terra. Così facendo l’acqua filtrerà piano piano e la pianta non morirà di sete.

