Si può nascondere tutto dentro una scatola, un cassetto, un armadio, una stanza. Anche l’amore lo si può rinchiudere, ma la memoria aprirà tutte le porte i cassetti, le scatole e la nostalgia, quella arriverà sempre dritta al cuore
Tag: anni 90
Quando i ricordi riaffiorano
Uno dei momenti più tristi della nostra vita é quando la porta della casa dei genitori si chiude per sempre. Una volta chiusa quella porta non ci saranno più i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, i nonni i fratelli e sorelle. E’ successo anche a voi? Non era necessario andare al ristorante la domenica. Si andava a casa dalla mamma. A Natale la mamma trivellava l’ozono con le sue fritture mentre il babbo si dedicava all’arrosto girato facendo arrivare il profumo fino al cielo. La tavola era lunghissima e veniva apparecchiata nella stanza più grande. Ora la casa è chiusa non è rimasto più nessuno. Un cartello vendesi appeso alla porta. Nessuno la vuole quella casa. È vecchia. Va ristrutturata. Costa troppo. Nessuno sa quanto vale quella casa . La casa dei genitori non ha un valore. E così passano gli anni. Non ci sono più regali di compleanno di Pasqua di Natale da scartare tutti insieme. Pappardelle da mangiare. Ceste di verdure da pulire. Quando la casa dei genitori si chiude ci ritroviamo adulti senza capire quando abbiamo smesso di essere bambini. Certo per loro rimarremo saremo sempre piccoli e indifesi. Sempre. La mamma avevano sempre il caffè pronto. La pasta. Il babbo il vino in cantina. Le caramelle. Poi un triste giorno finisce tutto. Non ci sono più le canzoni. Non si fa più la pizza nel forno a legna La mamma non friggerà più le patatine. Con loro era rimasto ancora da fare la salsa di pomodoro ancora una volta. Il vin santo. I cenci. In giardino da a accatastare la legna, che solo insieme stava in piedi alta anche due metri. Grazie per gli insegnamenti sulla vita. E sulla campagna. E sul giardinaggio. Capita di parcheggiare ancora oggi davanti a quella casa e la tentazione sarebbe di correre a suonare il campanello. E di sentire la mamma gridare che porco miseria non sono modi quelli. Non suonerò più il campanello. Al massimo quando mi capiterà di pensarvi di nuovo, come ora, canterò una canzone. La nostra quella preferita…… Un amore così grande……
Costumi di carnevale
Fra 14 giorni inizia il Carnevale del 2020 Precisamente Domenica 09 Febbraio. Il Carnevale termina quaranta giorni prima della Domenica di Pasqua con il martedì Grasso . Il giorno successivo, conosciuto come il Mercoledì delle Ceneri segna l’inizio della Quaresima, un periodo in cui i fedeli dopo le scorpacciate di dolci tra cui cenci frittelle e piatti di carni di ogni genere,si astengono dal mangiare carne nei giorni feriali. Coriandoli, lustrini, costumi scintillanti… sono la formula vincente per dare quel tocco magico al periodo di Carnevale Le tradizioni di mettersi in maschera è da sempre molto sentita nel periodo che precede la Quaresima e le abitudini di divertirsi, ballare e scherzare sono da tempo radicate nelle moltitudini di persone che approfittano di cucirsi o acquistare costumi di Carnevale, tanto che la cosiddetta quinta stagione viene vissuta a pieno ritmo giorno e notte

L’era dei telefonini
Chi era Francisco Tárrega? Eppure, il suo Gran Vals è il brano musicale più ascoltato nella storia della musica. Tutti lo abbiamo sentito corrisponde infatti alla suoneria per cellulari più famosa del mondo. La Nokia ne acquistò i diritti d’uso e da allora non passa giorno in cui non ci capiti di ascoltare le note del chitarrista spagnolo L’ingegnoso oggetto nato per consentirci di telefonare senza filo è ormai un fattore critico dell’evoluzione della specie Ha modificato il nostro stile di vita. Vuoi mettere la soddisfazione di gestire uno smartphone di ultima generazione come se fosse una plancia di comando degli “infiniti mondi”?. È stato stimato che i margini di sviluppo del traffico mobile siano enormi. La dipendenza da telefonino, è destinata a diventare una forma di schiavitù. Si prevede che nel 2020 ci saranno nel mondo 50 miliardi di dispositivi connessi alla rete. Nel 2011, le quattro sorelle della telefonia mobile Vodafone, Tim, Win e 3 Italia hanno fatturato oltre 25 miliardi di euro. Quando non sappiamo cosa dirci ce lo diciamo al cellulare. Iniziamo con la domanda rituale “cosa stai facendo?” o “dove sei?”. È ininfluente sapere se il nostro interlocutore sta bene. Tanto, è di noi che intendiamo parlare. Ascoltare? Sì, ogni tanto ma distrattamente… Sentirci reperibili senza soluzione di continuità, a disposizione 24 ore su 24, tant’è che moltissime persone non spengono mai il cellulare e se lo portano anche in bagno per il timore di perdersi una chiamata, alla lunga comporta l’accumulo di stress. Il cellulare, trasformatosi da strumento a must, da supporto comunicazionale a idolo, è al centro delle nostre attenzioni anche in vacanza. Il telefonino rende più dipendenti dagli altri, più emotivi e più ansiosi. Abusarne per inviare sms non ha indebolito solo le relazioni sociali, sempre più frettolose e superficiali, ma anche la padronanza del linguaggio. Ci stiamo involvendo, è chiaro, però le nostra dita sono diventate talmente veloci che in una sfida vinceremmo contro qualunque pistolero del Far-West. Quanto tempo perdiamo nell’arco di un giornata per controllare se la batteria è carica e quante tacche ci sono, se vibra, se abbiamo ricevuto messaggi e chiamate, se è ancora nelle nostre borse o l’abbiamo smarrito? La verità è che il cellulare non è più uno strumento per comunicare ma un palliativo al vuoto esistenziale, un cordone ombelicale affettivo, un amico vincolante. È come la coperta di Linus. Peccato che anziché infondere sicurezza promuova comportamenti compulsivi

