Come riconoscere la frutta fresca. Al supermercato o dal fruttivendolo è impossibile resistere alla tentazione dei colori sgargianti e del profumo dolce della frutta. Spesso ci si trova a fare scorte di queste delizie. Il problema è che molte volte è difficile che la frutta duri a lungo, specialmente se la acquistiamo non proprio fresca e ci si ritrova a dover buttare via alcuni prodotti che marciscono prima del tempo. Scopriamo insieme alcuni consigli e segreti che permettono di riconoscere e mantenere la frutta fresca nel miglior modo. Come riconoscere la frutta fresca? Prima di tutto è fondamentale acquistare la frutta da negozianti di fiducia che siano in grado di garantire la freschezza del prodotto. Se possibile, optare per la filiera corta rivolgendosi direttamente ai produttori o ai mercati giornalieri.E’ importante controllare sempre il tono della frutta: al tatto e alla vista la polpa deve essere soda e non devono essere presenti ammaccature o zone scure. Osservate bene il colore della buccia, potrete così rendervi conto se il frutto è abbastanza maturo oppure troppo acerbo. E’ possibile capire se si tratta di frutta fresca anche guardando le foglie: nell’ananas, ad esempio, più sono verdi e più il frutto è fresco. Le foglie, quindi, se presenti, devono essere verdi e lucenti. Non lasciatevi condizionare dalle dimensioni del frutto: il gusto ed il sapore della polpa non cambiano con l’aumento delle dimensioni.
Tag: Ananas
Menù di Capodanno
Capodanno è ormai alle porte e per chi si sta preparando a festeggiare l’arrivo del 2019 a casa con amici e parenti, è già tempo di pensare a cosa portare in tavola. Per chi è a caccia di consigli, ecco allora qualche suggerimento per un menu tradizionale in grado di accontentare tutti. Immancabile cotechino e lenticchie Considerate fin dai tempi degli antichi Romani sinonimo di prosperità e fortuna soprattutto per la loro somiglianza con le monete, le lenticchie non possono mancare a tavola in occasione del Capodanno. La preparazione classica è quella delle lenticchie in umido: dopo averle tenute a bagno per un’intera nottata, basta cuocerle per una quarantina di minuti in una casseruola con un soffritto cipolla, sedano e una carota tritate, oltre ad un poco di concentrato o di passata di pomodoro, e poi servire ancora calde con l’aggiunta di sale, un filo d’olio e pepe. Le lenticchie in umido sono il contorno ideale per un altro grande classico di Capodanno: il cotechino. Oltre a questo insaccato di maiale, preparato con cotenna, carne di diversi tagli, pancetta, sale e spezie, sulle tavole degli italiani il primo giorno del nuovo anno ma anche e soprattutto durante la notte di San Silvestro è facile trovare il suo “cugino” originario di Modena, lo zampone. E l’abbinamento con le lenticchie rimane quasi d’obbligo. Cotechino e lenticchie, ad ogni modo, vanno bene sia come secondo piatto al pranzo del primo gennaio che come portata da servire durante il cenone allo scoccare della mezzanotte, accompagnato ovviamente da un bel po’ di bollicine. Ogni regione o località ha le sue tradizioni in cucina in occasione delle feste. Di certo, però, esistono diversi punti in comune nonostante le distanze. Ad esempio, a Capodanno è difficile immaginare un antipasto senza formaggi o senza verdure. Al Sud non mancano mai i latticini, dalle mozzarelle alla ricotta, mentre ad altre latitudini sono le patate, in diverse forme e cotture, ad essere sempre presenti. Per un menù tradizionale in vista del cenone del 31 dicembre, è bene comunque ricordarsi di preparare degli antipasti con formaggi misti e salumi, olive e bruschette: il classico antipasto all’italiana, insomma. Il primo non può invece prescindere dal profumo di salsedine, dunque spaghetti o risotto ai frutti di mare rappresentano la soluzione più diffusa, ma con le dovute eccezioni. Preparare cappelletti, agnolotti, anolini o tortellini in brodo significa infatti rimanere lo stesso tra i grandi classici di questa festività. Oltre alle lenticchie in umido col cotechino, secondi tradizionali del cenone di fine anno sono anche il polpo, il baccalà, l’arrosto e la salsiccia. Un po’ di frutta secca, di melagrana e di uva, cibi portafortuna proprio come le lenticchie, e poi non rimane che concludere i festeggiamenti coi dolci: da panettone e pandoro ai cantucci, dallo zuccotto alla torta con pere e cioccolato.
Frutta in vaschetta sapevate che…
Fresca, naturale e pronta da gustare: è la frutta in vaschetta, già pulita e confezionata per andare incontro alle esigenze del consumatore, che ha sempre meno tempo a disposizione, ma non vuole accettare compromessi quando si tratta di qualità. Se è vero infatti che negli ultimi anni gli italiani hanno riscoperto l’importanza di consumare costantemente prodotti vegetali, è allo stesso tempo vero che trasformare una mela in uno spuntino veloce da consumare rapidamente,in ufficio, tra un’e-mail e una riunione, non è affatto comodo. Ecco quindi la frutta confezionata, già sbucciata, tagliata e lavata, diventa un ottimo compromesso per chi va in cerca di uno snack spezza fame fresco e salutare, probabilmente viene da chiedersi di quali di questi prodotti possiamo veramente fidarci? Quali controlli vengono effettuati prima del confezionamento, e per quanto tempo la frutta in vaschetta mantiene intatte le sue proprietà? La frutta in vaschetta è un prodotto sempre più richiesto sul mercato: una ricerca condotta nei mesi scorsi da Food Insider rivela che oltre il 65% del campione intervistato acquista frutta confezionata almeno una volta a settimana e che ben il 90% sceglie questi prodotti perché veloci da consumare o pratici da impiegare in altre preparazioni. Il 35%, invece, li acquista perché non producono scarti, una gran comodità per chi vuole consumare la frutta anche fuori casa. La frutta confezionata è una scelta ripetuta per un numero sempre maggiore di consumatori che, come già detto, cercano prodotti freschi, sicuri, ma allo stesso tempo facili da consumare e poco impegnativi dal punti di vista degli scarti che si producono. E cosa c’è di più pratico di una confezione apri e chiudi, ideale da portare con sé per avere a disposizione uno snack sano e già pronto da gustare. Si può scegliere tra melone arancia, mix di meloni, ananas, ananas in stick, frutta mista, cocomero,ecc..
Uno strano frutto
Dell’estate rovente, molti di noi ricorderanno senza dubbio il sollievo nell’addentare una fetta gelata d’anguria dalla polpa rossa, dolce e succosa. Tuttavia, a molti di noi è capitato di sentirsi smarriti di fronte alla sorpresa di ritrovarsi con una fetta di anguria gialla, anziché rossa, comprata di corsa al supermercato per rinfrescare una pausa di lavoro. Infatti, a uno sguardo veloce, la buccia dell’anguria gialla è abbastanza simile, ma non uguale, a quella dell’anguria. La sorpresa, invece, arriva quando la si taglia: dopo il primo attimo di diffidenza e dopo aver pensato “sarà da buttare”, per istinto l’abbiamo annusata, poi assaggiata con circospezione e, solo dopo aver scoperto che, seppur gialla, la polpa è dolce, succosa e leggermente croccante, dal sapore un po’ diverso dall’anguria rossa che ad alcuni ricorda il fico d’india, ne abbiamo voluto sapere di più.Ecco perché provarla è conosciuta come cocomero-ananas o cocomero giapponese è un innesto botanico non OMG ottenuto dai giapponesi in modo naturale è prodotta in Italia principalmente in Basilicata, Sicilia, Lazio è ricca di vitamina A e betacarotene, come tutti i vegetali di colore giallo (incluso il peperone e le albicocche), mentre quella a polpa rossa è più ricca di licopene, come i pomodori. Come l’anguria rossa, quella a polpa gialla ha: la stessa quantità di acqua di quella a polpa rossa (circa il 95%) e per questo è perfetta in estate proprietà dissetanti, depurative e drenanti come l’anguria rossa.Come usarla?Esattamente come quella rossa, dalla colazione alla merenda, al dopo cena, ma anche per preparare insalate, ghiaccioli e succhi, proprio come l’anguria rossa.
Il piatto della seduzione
Il piatto della seduzione? Il pinzimonio. Potrebbe suonare strano, eppure le verdure tagliate alla julienne e una ciotolina di olio extra vergine di oliva rappresentano tutto quello che ti serve per riscaldare una cena o sedurlo al primo incontro. Non solo preparare il pinzimonio è molto facile lo si trova anche all’aperitivo ed è anche un piatto sano, ma può anche svelarti due cose dell’uomo che hai di fronte e che ti saranno molto utili per capire che tipo è. Capisci che tipo è in base a come mangia il pinzimonio. «Se usa le mani, assapora le verdure e le intinge bene nell’olio significa che è un buongustaio e certamente non vedrà l’ora di passare alla portata successiva in camera da letto. Se invece fa lo schizzinoso, usa stuzzicadenti e fazzolettini a dismisura forse non sarà poi così goloso», svela la Dottoressa Natoli, psicologa e psicoterapeuta Il pinzimonio è come un preliminare. «Il primo ingrediente della seduzione è il bagnato: per definizione il secco non è sexy. L’olio è la parte bagnata, dove poi si intinge la crudités, ovviamente tagliata alla julienne», aggiunge l’esperta. «La forma è importante per essere presa con le dita e passarla poi direttamente al partner».Preferisci il dolce? Se vuoi aspettare il dolce per sedurre, allora sostituisci a verdure e olio della frutta con lo yogurt. Taglia a listarelle frutta mista,kiwi, fragole, ananas e mango e prepara a parte una ciotolina con dello yogurt bianco, o una fonduta di cioccolato Per dare un tocco più profumato, stempera anche dei semi di baccello di vaniglia. Il risultato sarà assicurato!
Pineberry
Una fragola dal sapore di ananas… Cosa ne pensate? Vi incuriosisce assaggiare questo frutto e arricchire del suo gusto le nostre macedonie, centrifugati e succhi naturali? Le pineberry sono arrivate anche in Italia nella varietà “White Dream” i cui semi sono in vendita su siti specializzati. Si tratta di fragole bianche con dei puntini rossi il cui sapore acidulo ricorda quello dell´ananas. Le sue foglioline sono simili a quelle delle fragole ma sono più piccole. Non si tratta di un frutto nuovo; le sue origini sono molto antiche. Risalgono al 1700 in Cile ad opera dell´agronomo Antoine Nicolas che , incrociando le due differenti specie di fragola americane, diede vita alla Pineberry. Qualche anno fa, a causa della richiesta insufficiente, la fragola-ananas ha rischiato di scomparire. Solo nel 2003, alcuni agricoltori olandesi hanno lottato per mantenere in vita questo frutto diventato molto esclusivo perché il costo e la difficoltà di trovarlo non lo rende accessibile a tutti. Le fragole-ananas si possono consumare al naturale o con l’aggiunta di succo di limone o di zucchero.100 grammi di pineberry contengono 107 chilo calorie, quindi sono ideali per uno spuntino sano e genuino oppure per dare un tocco particolare ai dessert o per decorare cocktail I frutti delle pineberry maturano tra fine aprile e giugno e si possono coltivare in vaso e sul balcone; hanno bisogno di un terreno fertile e ricco di humus, né troppo umido né troppo secco.
Colazione a domicilio
Il servizio in Italia è amato ed adoperato in modo particolare per esplorare le colazioni non tradizionali, oltre il classico cornetto.La colazione a domicilio è un trend in avanzamento anche in Italia. Vediamo i risultati nel dettaglio.A livello generale il Paese che più di ogni altro ama farsi consegnare a casa la colazione è il Regno Unito. Seguono la Francia, Hong Kong, Australia, Singapore e Italia, che utilizza in particolare questa tipologia di servizio per sperimentare le colazioni non tradizionali, verosimilmente anche in linea con una maggiore opportunità di scelta in tal senso.A Milano e a Firenze, dove il servizio dedicato alle colazioni è attivo, si registra infatti un forte interesse verso specialità tipiche made in Usa e verso le tendenze più di moda. Se nel capoluogo lombardo spopolano ad esempio i pancake guarniti con sciroppo d’acero, in quello toscano riscuotono successo french toast, secondo la ricetta originale, le fette di pan brioche si immergono in un composto di uova e latte, fritte e, infine, servite con frutta, marmellata miele o, addirittura, nutella. Parlando di nuovi trend, inoltre, cresce la richiesta di croissant vegani e di latte nelle versioni mandorla, riso e soia. Una conferma di come giovani e siano aperti alla degustazione del nuovo, a patto che glielo si offra con un quid di servizio a valore aggiunto. A Dubai e a Madrid il trend è quello della contemporaneità con le acai bowl, le coppe super-nutrienti a base di bacche di acai, frutti esotici, latte di mandorla e muesli con varianti che possono prevedere fragole e frutti rossi, ma anche mango, ananas, kiwi, banane e burro d’arachidi. Da molti considerati un vero e proprio superfood per l’elevato apporto di nutrienti e di energia, queste ciotole stanno riscuotendo sempre più successo.Ad Hong Kong sono i bagel i best seller per la prima colazione, soprattutto quelli a base di uova e pancetta, mentre in Australia molto invece apprezzati gli hash brown, piatto tipico anglosassone a base di patate, burro e sale.
Esiste una dieta per sgonfiare la pancia?
Possiamo davvero ignorare che le nostre abitudini alimentari influiscono così tanto sul nostro gonfiore addominale? No, non possiamo. Quindi la lista della spesa è da rivedere introducendo i cibi che sgonfiano la pancia… la nuova food-routine è da abbinare a rimedi naturali e a sanissime abitudini di vita da seguire. Se, si vuole seguire una dieta, si potrebbero ridurre o eliminare gli alimenti che “irritano” l’intestino. In particolare gli zuccheri aggiunti. Preferire, invece, i cibi pancia piatta più efficaci tra i quali troviamo: mandorle, noci, quinoa, fiocchi d’avena, spiega la biologa nutrizionista Macorsini Subito desiderosi di mettere la mani sulla lista completa dei super food anti gonfiore? C’è altro da sapere. Ovviamente non va dimenticata la frutta! Senza esagerare per la presenza di zucchero che, anche se naturale, non va assunto in grandi quantità .E quindi largo a I benefici dei finocchi: ricchi di fibre, aiutano a eliminare liquidi in eccesso e tossine e facilitano la digestione. Gli asparagi: favoriscono la diuresi svolgendo, quindi, un’azione drenante. Colazione con yogurt: ricco di fermenti lattici vivi, migliora la flora batterica intestinale. Cucinare con le spezie : diminuiscono la fermentazione e aiutano a bruciare più calorie. Il superfood la menta: è nota per le sue proprietà digestive e contrasta la fermentazione dei cibi.Bere tè verde prima di dormire: inibisce l’assorbimento dei grassi e combatte la ritenzione idrica.Il potere della papaya è quello di drenante, inoltre favorisce la digestione delle proteine.La dieta dell’ananas e del pompelmo: sono drenanti e contengono enzimi che eliminano i gonfiori.Assumere mirtilli ogni giorno: sono ricchi di fibre, riducono le infiammazioni e stimolano la diuresi.Quante mele al giorno? Una va benissimo se mangiata con la buccia, diminuisce il gonfiore perché agisce sulla ritenzione idrica. L’alimentazione da sola non basta a sgonfiare la pancia. Praticare attività fisica mirata e ridurre lo stress aiutano e parecchio: L’organismo produce cortisolo per aiutare il corpo a combattere ansia e nervosismo, ma questa produzione promuove anche la generazione di grassi, specialmente nella regione addominale del corpo. Condurre una vita molto stressata può portare a una maggiore secrezione di questo ormone. Per questo motivo, bisogna chiedersi se si sta dormendo abbastanza. La qualità del sonno è la cosa più importante per ridurre lo stress. Fare meditazione, yoga, pilates o altri esercizi rilassanti una volta al giorno
È l’anno delle banane.
Ok, non è vero, ufficialmente non è scritto da nessuna parte, ma basta aggirarsi un attimo per il reparto “food news” di qualsiasi meandro di Internet per ritrovarsi travolti da un’onda gialla di notizie a tema. Se siete soliti associare questo simpatico frutto ai Minions, oppure alle battutine goliardiche fra compagni delle medie, è arrivato il momento di ricredersi. Tra la seconda ondata di Peste Nera dei banani, l’universo delle banane è in continuo tumulto, pronto a stravolgere anche una delle poche certezze che tutti noi abbiamo nelle nostre vite: la buccia delle banane non si mangia. Un’azienda nella prefettura di Okayama in Giappone, ha recentemente prodotto delle banane dalla buccia commestibile soprannominate Mongee, ottenute attraverso un processo di coltivazione decisamente peculiare. Grazie a un metodo soprannominato “freeze thaw awakening” “congela, scongela, risveglia”, la D&T tiene le piante congelate a -60° per poi ripiantarle in ambienti a 27°C che di solito sono quelli ottimali per la crescita di quasi tutte le coltivazioni di banana del mondo.Lo sbalzo così rilevante di temperatura porta le banane a crescere in un lasso di tempo davvero breve circa 4 mesi, regalando poi a chi le raccoglie e le mangia una buccia molto più sottile e morbida, nonché un retrogusto infinitamente più dolce le Mongee infatti contengono la bellezza di 24,8 grammi di zucchero anziché i 18 grammi di media delle altre varietà. Inoltre viene garantita l’assenza di pesticidi durante la coltivazione. Ma non è tutto Per rendere la cosa ancora più esclusiva, la D&T consegna solamente 10 banane alla settimana a un grande magazzino di Okayama, alla modica cifra di 4,80 € l’una Ecco, se per caso vi trovate nei dintorni della prefettura e amate particolarmente gli esperimenti gastronomici giapponesi, sappiate che, stando a quanto dice le Mongee sanno di ananas e, più in generale, “hanno un vigoroso sapore tropicale.” Quindi, riepilogando, il 2018 è iniziato da pochi giorni e abbiamo già delle banane che sanno di ananas. Niente male…..
Pollo in agrodolce all’ananas
Prova questa ricetta gustosa che unisce la delicatezza del pollo all’agrodolce dell’ananas Il pollo all’ananas è un piatto tipico della cucina cinese davvero semplice da realizzare. Una ricetta dal gusto agrodolce davvero buona che vi permetterà di variare e dare un sapore diverso al solito petto di pollo. Se accompagnato dal riso può anche diventare un sostanzioso piatto unico. Procedimento: Per prima cosa bisogna tagliare a pezzetti il petto di pollo e infarinarlo per bene, per far sì che rimanga morbido in cottura. Fate scaldare l’olio in un largo tegame e poi aggiungete il pollo che dovrà rosolare per almeno 10 minuti. Mescolate ogni tanto per raggiungere una rosolatura omogenea. Aggiungete poi il sale, lo sciroppo di ananas e 2 cucchiai d’aceto. Mescolate e aggiungete il vino bianco e il dado sbriciolato. Dopo aver fatto amalgamare il tutto lasciate cuocere per circa 20 minuti a fuoco basso mescolando di tanto in tanto. Attenzione il sugo deve addensarsi ma non deve asciugarsi troppo. La salsa all’ananas: Tagliate a pezzetti di circa 2 cm le fette di ananas ben sgocciolate. Mettetele in un pentolino con lo zucchero e un cucchiaio di aceto a fuoco medio e fatele caramellare per 5 minuti, mescolate bene così da far attaccare lo zucchero all’ananas in maniera uniforme. Dopodiché unite la salsa al pollo e tenete sul fuoco ancora 10 minuti per far insaporire la carne. Una volta che il pollo sarà ben condito, potete decorare il piatto con l’ananas a pezzetti e servire in tavola.
