Mangiare pesce accresce l’eros

In questi giorni d’estate passati in vacanza magari al mare ci siamo sicuramente sbizzarriti nel recarci in pescheria o sulle passerelle dei porti ad aspettare il rientro delle barche che ci rifornissero di meraviglioso pesce fresco. Ma i benefici del mangiare pesce due volte a settimana sono molteplici, per esempio,lo studio di Harvard fornisce la prova che una dieta ricca di pesce potrebbe effettivamente migliorare la vita sessuale. La ricerca ha coinvolto 500 coppie che cercavano di concepire. I ricercatori hanno chiesto di tenere conto del loro consumo di pesce, delle abitudini alimentari e della loro attività sessuale. Le coppie sono state seguite per un anno intero. Alcune di loro, invece, fino al momento del concepimento.Lo studio ha rilevato che mangiare pesce due volte la settimana ha favorito nelle coppie rapporti sessuali più frequenti del 22%. Nell’alimentazione erano inclusi anche frutti di mare e la fertilità come l’aumento dell’eros aumentava allo stesso modo in uomini e donne.Il 92% delle coppie rimaneva incinta, rispetto al 79% delle coppie che mangiavano pesce meno spesso. La domanda nasce spontanea: forse più sesso favorisce il concepimento? Gli autori dello studio confermano che la possibilità di rimanere incinta non dipende dalla frequenza dei rapporti.Via libera al pesce dunque. Non solo per concepire, ma anche per avere una vita sessuale soddisfacente. “I nostri risultati indicano che entrambi i partner dovrebbero dare spazio a un maggior consumo di prodotti ittici nelle proprie diete”. E non solo per massimizzare la fertilità, ma perché il pesce fa bene a tutto il nostro organismo

Il caffè rosa per instagrammabili

Si chiama pink latte ed è una delle nuove tendenze del cibo per il 2018 pronta a fare concorrenza al matcha latte. In pratica è un latte rosa millenario per fare cappuccini rosa a prova di su Instagram. Dietro il cappuccino ma anche in versione latte macchiato, eh rosa c’è un ingrediente davvero salutare che forse non ti aspetteresti proprio di consumare a colazione. Il colore rosa del rosa latte infatti si ottiene con niente meno che… La barbabietola, tant’è vero che spesso lo puoi trovare con il nome di latte alla barbabietola, appunto. State già storcendo il naso perché siete quelli  che “Io la barbabietola proprio non riesco a mangiarla”? Tranquilli, innanzitutto per creare il latte rosa non si usa la barbabietola che si mangia, ma la barbabietola in polvere che, grazie alle betalaine i pigmenti che conferiscono alla barbabietola il suo colore rosso, mixata con il latte crea il rosa millenario perfetto. Ma oltre ad essere esteticamente molto d’impatto, il latte rosa è anche salutare proprio grazie alla polvere di barbabietola che è naturalmente ricca di minerali, vitamine, potassio, magnesio, rame e ferro che la rendono un super alimento dalle proprietà antiossidanti. Non solo, la barbabietola è naturalmente dolce, quindi non hai bisogno di aggiungere lo zucchero alla colazione, ma se vuoi darti la carica perché senza caffeina non riesci nemmeno ad alzarti dal letto, sappi che la combinazione  latte rosa + caffé è assolutamente contemplata, così come le versioni vegan con il latte di soia, di riso, di mandorle e chi più ne ha più ne metta!

Convertirsi al raw food

State pensando di convertirvi al raw food, ma vi mancano i fondamentali? Dal blender ai germogli, ecco i primi cinque passi verso un mondo senza pentole Demi Moore, Cher, Uma Thurman, Mel Gibson, Robin Williams,: l’elenco dei convertiti illustri al crudismo in inglese raw food o living food  è in continuo aumento. E se leggendolo vi siete detti “se lo fanno loro posso farlo anch’io”, siete quasi pronti per mettervi alla prova. Ma prima di buttare la batteria di pentole di casa, leggete qui. Nessun animale selvatico sulla terra si alimenta di cibo cotto. Il calore cambia la struttura molecolare del cibo, rendendolo più povero di nutrienti e più complesso da digerire. In questo modo le scorie da smaltire aumentano, gravando su  reni, polmoni, pelle e sistema linfatico fino a provocare uno stato di intossicazione dell’organismo. Il crudista “puro” mangia solo cibi crudi, fermentati, germogliati o disidratati ad una temperatura non superiore ai 42° C. La sua dieta è costituita per il 70-80 per cento da frutta, più un 10-20 per cento di verdura e un 2-3 per cento di noci e semi. Diventare crudisti al 100 per cento, però, non è necessario: già un aumento della quota di frutta e verdura crude, e una limitazione dei cibi più nocivi come carne, dolci e latticini basterebbe per ottenere benefici importanti.

Mangiare cibi piccanti

Saporiti, deliziosi e “incandescenti” i cibi piccanti conquistano e dividono. C’è chi li ama e li mangerebbe ogni giorno. E c’è chi, invece, comincia a lacrimare anche soltanto sentendone l’odore. Peperoncino, pepe, wasabi, donano tutti un tocco speciale ad ogni piatto. Ma non tutti riescono a sopportare la sensazione di bruciore che si prova ad ogni boccone, la capacità di apprezzare i cibi piccanti dipenderebbe dalla personalità di chi li mangia. Alcuni lati del carattere sembrerebbero influenzare la tendenza a gradire la sensazione di piccantezza. Ne ha parlato il sito Livestrong che ha riportato e  fornito alcuni interessanti consigli di degustazione. I cibi piccanti piacciono a chi ama le emozioni E’ proprio questa la conclusione a cui sono giunti i ricercatori. Si tratta , in particolare, di fattori di natura sociale e culturale o legati all’abitudine di consumare o meno tali alimenti oppure, infine, proprio al carattere della persona. Si è rilevato che, generalmente, chi ama le emozioni forti ed è alla ricerca di sensazioni complesse ha più probabilità di gradire il piccante. Questo probabilmente perchè la sostanza che indica la percezione della piccantezza da parte dell’organismo, provoca una sensazione di bruciore e di lieve dolore che attrae chi ha questo tipo di personalità. In ogni caso è stato provato che una frequente e costante esposizione alla capsaicina determinerà una maggiore tolleranza al bruciore. Per chi si chiede perché ci si dovrebbe sottoporre al consumo di cibi piccanti per imparare ad apprezzarli, la risposta è semplice. I cibi piccanti fanno bene alla salute. E’ stato dimostrato, infatti, che le spezie sono ricche proprietà antiossidanti e contrastano il cronicizzarsi di disturbi e malattie. Secondo un recente studio, ridurrebbero persino il rischio di cancro. Per questo sarebbe importane inserirle nella propria dieta  inserendo gradualmente le sostanze piccanti ai propri piatti. Si potrà cominciare con prodotti dal sapore più delicato, Il wasabi, il rafano, e i peperoncini jalapenos, ad esempio, sono perfetti per lo scopo.Per chi, invece, con il piccante non ha problemi, ci sono l’habanero, il ghost pepper, il peperoncino di Cayenna e quello thailandese. Ma ce n’è uno che sembra batterli tutti. Si tratta del Carolina Reaper che, non a caso. Si tratta di un ibrido nato in South Carolina. Si distingue per la codina simile a quella di uno scorpione oltre che, naturalmente, per il gusto super piccante. Ci sono, quindi, peperoncini per tutti i gusti, basta trovare quello più adatto al proprio palato e iniziare a mangiarlo.

Congelare i formaggi…si può

Congelare i formaggi non è una pratica molto divulgata. Rispetto ad altri alimenti, come la carne, il pesce e le verdure, alcune persone credono non sia possibile. In realtà questa convinzione è sbagliata poiché anche i formaggi possono essere congelati. O meglio, alcuni tipi e con le dovute astuzie. Per evitare sprechi alimentari, dunque, basta conoscere il giusto metodo di conservazione dei cibi.Molti formaggi hanno un rapido processo di deterioramento se conservati in frigorifero. Certi non resistono più di una settimana, altri si induriscono o producono muffe. Per evitare che ciò accada e che vadano buttati, è possibile congelare i formaggi. Non dimentichiamo, poi, che il formaggio è un alimento fin troppo grasso e calorico. E’ bene quindi mangiarlo con parsimonia e non tutti i giorni. Proprio per questo è strategico poterli conservare più a lungo del normale ciclo vita del prodotto. Ma vediamo come e quali formaggi possono essere congelati senza subire danni.In linea generale i formaggi freschi e molli non possono essere congelati. Ricotta, stracchino, burrata, fiocchi di latte, crescenza, non vanno in freezer. Muterebbero infatti la loro struttura molecolare con probabile deterioramento. Sconsigliato anche congelare la mozzarella, a meno che non venga poi impiegata per cucinare, una volta scongelata.In generale i formaggi semi duri o a pasta filata possono essere tranquillamente congelati. Provola, caciottina, primo sale, fontina, sono tutti formaggi che tengono bene il congelamento e conservano quasi inalterate le proprie caratteristiche. Vi consigliamo in qualunque modo di congelarli in piccole porzioni e scongelarli in frigorifero. E’ bene inoltre non tenerli in freezer più di tre mesi. Per quanto riguarda, infine, i formaggi molto stagionati, l’ideale è congelarli già grattugiati. Questi formaggi, infatti, come parmigiano o pecorino, tendono a frantumarsi e sbriciolarsi dopo il congelamento. Per questo è meglio metterli in freezer già pronti per essere adoperati come condimento per la pasta e varie ricette.