Si dice che quando Archimede Pitagorico esclamò “Eureka!” fosse nella stanza da bagno dentro la vasca: l’idea ispiratrice del principio che avrebbe rivoluzionato la fisica dei fluidi gli venne infatti mentre si accingeva a lavarsi. Che le grandi intuizioni arrivino sempre nei momenti in cui non si è particolarmente concentrati su quel problema specifico è cosa nota. Ora uno studio statunitense suggerisce che non siano i momenti di pausa a favorire la creatività e l’ingegno, quanto i momenti in cui lasciamo che la nostra mente vaghi. All’ Università di Santa Barbara, hanno sottoposto a 150 studenti due esercizi che richiedevano di elencare in due minuti il numero maggiore possibile di utilizzi alternativi di oggetti d’uso comune come stuzzicadenti, appendiabiti e mattoncini. Allo scadere del tempo, ai partecipanti è stato concessa una pausa di 12 minuti, durante la quale alcuni hanno riposato, altri hanno intrapreso un’attività che richiedeva l’uso della memoria, altri sono stati coinvolti in un’attività poco impegnativa . Un ulteriore gruppetto di volontari non ha avuto alcun momento di pausa. Alla fine del break gli studenti hanno dovuto compiere nuovamente il compito iniziale: coloro che avevano indugiato nell’attività che permetteva alla mente di divagare, questa volta hanno ottenuto nel 41% in più dei casi performance migliori rispetto ai compagni, mentre negli altri soggetti non è stato riscontrato alcun miglioramento. Sta di fatto che troppa concentrazione fa perdere di vista se stessi