Potremmo definire la tristezza come una reazione emotiva di passività e ritiro associata a un vissuto di perdita un oggetto, una persona cara, la salute, scopi o valori esistenziali ecc.. Vivere un lutto, una mancanza, una privazione di qualche tipo è dunque direttamente connesso all’emozione della tristezza.Si tratta per altro di un’emozione primaria, dunque innata e adeguata agli aspetti più basilari della nostra sopravvivenza. Tuttavia, poiché le vicende della nostra vita di homo sapiens sono molto più complesse e sofisticate di quelle dei nostri antenati delle caverne, la tristezza può associarsi ad altri stati emotivi dando luogo a emozioni più ampie come il tradimento ad esempio quando si unisce alla rabbia o l’ansia quando si unisce alla paura.Può anche essere il primo gradino di un più complesso processo di lutto che porta la tristezza iniziale e sfumare in altre emozioni e in sentimenti e stati d’animo via via più vari. Rimpiazzare una perdita con qualcos’altro senza darci tempo di fare esperienza del vuoto e dell’assenza ci impedisce di risanare quella perdita condannandola a rimanere paradossalmente davvero incolmabile. Passare attraverso emozioni come la tristezza e il dolore psichico a esse associato ci rende invece più forti, ci aiuta a far tesoro delle piccole e grandi perdite o delusioni della vita e ci insegna che è anche grazie ad esse che possiamo andare avanti. In Giappone è l’arte del Kintsugi: “Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro. Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita e ha una storia, diventa più bella.”
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Giornata violenza sulle donne
Oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un fenomeno ancora atrocemente alto, la cui denuncia è ancora troppo silenziosa, La violenza sulle donne purtroppo non conosce confini geografici, distinzioni di classe o di età: è iscritta in tante singoli ritratti. In ogni forma, fino all’omicidio, non è mai un fatto privato né solo conseguenza di circostanze e fattori specifici, ma si inserisce in una storia universale e radicata di prevaricazione sulla donna. Ogni ferita fisica e psicologica inferta a una bambina, ragazza o donna, ogni ingiustificata svalutazione delle capacità femminili sono forme di schiavitù antica che rendono le donne meno libere, meno uguali, subalterne, infine vittime, le misure sul ‘Codice rosso’ contro la violenza alle donne, per dare una corsia preferenziale a denunce e segnalazioni saranno dell’ordine del giorno nel quadro politico. ““Il mondo sarebbe un posto di merda senza le donne. La donna è poesia. La donna è amore. La donna è vita!” Charles bukowski
Le persone fedeli…si vedono in faccia….
Cornuti d’Italia permetteteci la confidenza!, tirate un sospiro di sollievo. D’ora in poi potreste avere un’arma in più per tenervi alla larga da traditori seriali e divoratrici di uomini. Al primo appuntamento portatevi gli occhiali da vista buoni e controllate bene le proporzioni del viso della persona che vi sta davanti: se la faccia è squadrata, più larga che lunga, fate molta attenzione. Potreste avere a che fare con un soggetto dall’attività sessuale decisamente vivace e impulsiva, che prende un po’ sotto gamba il concetto di fedeltà.Se pensate che stiamo recuperando una vecchia teoria di Lombroso in salsa rosa e piccante, vi sbagliate di grosso. A correlare l’anatomia del volto con l’infedeltà non è un controverso antropologo nostalgico, ma una seria ricerca dell’Università del Canada Lo studio è solo l’ultimo di una serie che collega certe peculiarità psicologiche e comportamentali con il rapporto tra larghezza e lunghezza del volto. Diverse ricerche, ad esempio, hanno dimostrato che gli uomini che hanno un viso squadrato tendono ad essere percepiti come più aggressivi, dominanti, disonesti e perfino più attraenti come partner occasionali.Gli esperti attribuiscono queste differenze nelle proporzioni del viso a variazioni dei livelli di testosterone durante particolari momenti dello sviluppo, ad esempio durante la pubertà: del resto, questo ormone gioca un ruolo cruciale nel stabilire i desideri e le attitudini sessuali dell’individuo adulto.In questo nuovo studio, i ricercatori canadesi hanno condotto due analisi separate. La prima ha coinvolto 145 giovani emotivamente impegnati: il loro comportamento interpersonale e sessuale è stato valutato attraverso un questionario e poi messo a confronto con le proporzioni del viso. La seconda analisi è stata estesa a 314 giovani, interrogati circa l’orientamento sessuale, il rapporto con l’infedeltà e il concetto di sesso senza amore.I risultati indicano che il rapporto fra larghezza e lunghezza del volto è un parametro efficace per valutare la sessualità, sia negli uomini che nelle donne: più la faccia è squadrata, più la persona è sensibile al richiamo del sesso. Negli uomini, in particolare, questa caratteristica si associa anche ad una maggiore tendenza all’infedeltà e ai rapporti occasionali.