Il sale è ciò che rende più gustosi e speciali i cibi che mangiamo: senza sale, alcuni di essi possono risultare addirittura disgustosi. Il sale però va consumato con moderazione, questo è saputo: la quantità ammessa al giorno è di 5 grammi, circa 2 cucchiaini. Questa quantità viene spesso superata, perchè il sale è contenuto in diversi alimenti pre-confezionati che mangiamo abitualmente. Ma quali sono i rischi effettivi di un consumo eccessivo di sale? Purtroppo esistono e sono numerosi: troppo sale aumenta l’insorgenza di malattie cardiache, vascolari e cerebrali perché può portare ad una crescita del livello di pressione arteriosa. L’aggiunta senza criterio di sale alla nostra dieta può portare danni anche ai reni, causare osteoporosi e predisporre ad alcuni tumori. In questo panorama poco rassicurante però c’è un fatto che spesso viene trascurato: il sale è comunque necessario al nostro organismo e se è iodato, diventa un fattore di prevenzione, soprattutto in gravidanza. E’ importante che i bambini e le donne in gravidanza e allattamento assumano abbastanza iodio nelle loro diete: questo deve provenire da almeno due pasti a base di pesce a settimana, ma può essere aiutato anche dal consumo di sale iodato, che comunque non deve mai superare le quantità prescritte. Assumere la giusta quantità di iodio in gravidanza aiuta a far nascere bimbi sani e a mantenerli in salute anche durante la crescita: una futura mamma quindi, se non ha patologie pregresse o può tranquillamente mangiare saporito, facendo attenzione però che il sale che acquista sia effettivamente iodato, perché non tutti i tipi di sale lo sono.
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Il sale fa male, ormai lo sanno anche i bambini…
Purtroppo, anche se si fa attenzione a ridurne le quantità in cucina, molto spesso il sale si nasconde in alimenti considerati insospettabili l’eccessivo consumo di sale provoca l’aumento della pressione e favorisce malattie cardiovascolari, infarti e ictus, ma è associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, come i tumori dell’apparato digerente, l’osteoporosi e la malattia renale cronica. Limitare l’utilizzo del sale è utile ma non basta se si considera che gran parte del sale che consumiamo ogni giorno proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato, dal pane ai formaggi. Cioccolata calda Ebbene sì. Pensando a una bella tazza bollente, la prima cosa che ci viene in mente è lo zucchero. Ma la cioccolata contiene anche tanto sale, il cui sapore è ovviamente nascosto dallo zucchero. Cereali per la colazione. Una porzione di cornflakes contiente 0,34 grammi di sale, la stessa quantità trovata nei cereali più dolci, come quelli al caramello ad esempio. Insalate preconfezionate. Inutile dire che farsele da soli è decisamente la soluzione. Ciò vale ancora di più se si considera che alcune insalate contengono tantissimo sale. Maionese. Anche la maionese contiene troppo sale. Forse non è proprio tra gli insospettati ma magari ad essa è solitamente associata una grande quantità di grassi, il nostro consiglio è di preparla in casa. Hummus e creme di formaggio. Il formaggio è sicuramente un alimento saporito ma le creme lo sono ancora di più. Anche l’hummus acquistato nella grande distribuzione contiene troppo sale. Meglio prepararlo in casa abbondando di spezie e aromi. Cosa si può fare inoltre per ridurre il consumo di sale? Scegliamo gli alimenti che ne contengono meno, meglio se a basso contenuto di sale, inferiore a 0.3 grammi per 100 g. Diminuiamo il sale a tavola favorendo il sale iodato, le spezie, le erbe aromatiche. Limitiamo gli alimenti trasformati ricchi di sale snack salati, patatine, alcuni salumi formaggi stagionati, e cibi in scatola