Conventi e ritiri che propongono seminario di silenzio sono sempre in prenotazione in eccesso. Un turismo spirituale che, secondo i dati di Slow Tourist, piace ai grandi, ma anche ai ragazzi. Perché nell’assenza di rumori si verifica un azzeramento dei sensi che accentua il sentire: senza ascoltare e parlare, le onde cerebrali rallentano disponendo la mente a incontrare immagini, odori, sapori. Nel silenzio carezze, profumi e tutto il materiale sensoriale viene assemblato in un ordine non logico, ma affettivo, sensibile a lavorare sulle similitudini, sulle affinità dei vari elementi. Una riedizione che dà sprint a quel che proviene dai sensi. Il frastuono, invece, altera i segnali uditivi e anche quelli visivi che, come segnalano le neuroscienze, lavorano in sintonia tanto che, a volte, l’orecchio sente quel che suggerito dalla vista. E viceversa.La distrazione provocata dal rumore di fondo che limita l’attività dell’amigdala, responsabile delle emozioni, altera le percezioni sensoriali, in particolare quelle olfattive. Così un profumo quasi neutro può essere avvertito come forte sgradevole, una sensazione di paura può continuare per parecchio tempo, sotto lo stimolo dell’adrenalina. E il risultato è quello di cercare il pericolo dove non c’è. Senza rumore di fondo, invece, si rigenerano l’ippocampo, sede della memoria e la corteccia temporale, archivio del materiale sensoriale e così si rafforzano le percezioni. In silenzio si comincia a intravedere il dettaglio creativo e stravagante degli oggetti, delle situazioni, delle parole, si mettono insieme i pezzi del puzzle e si raccolgono emozioni inesplorate. Perché silenzio non vuol dire semplicemente tacere o azzerare i suoni, ma chiudere i canali con il mondo esterno e aprire quelli con l’interno lasciando spazio alla consapevolezza.
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Ricaricarsi…insieme
Raduna le amiche, c’è un piccolo questionario di inizio estate da fare subito. La mattina fai una fatica mostruosa a svegliarti? Le relazioni con gli altri sono diventate faticose e le pause caffè si sono all’improvviso moltiplicate? Il pomeriggio ti sembra eterno e hai la sensazione di annaspare? Se hai risposto almeno due sì, ci siamo: è tempo di ricaricarsi. Cattive notizie: la forza interiore e la motivazione non sono disponibili in farmacia sotto forma di integratori. C’è solo una cosa da fare: attivarsi. Come? Buone notizie si tratta solo di un piccolo sforzo quotidiano, tutt’altro che sgradito. Dillo a tutte: ritagliarsi un po’ di sacro “io ora” sarà il nuovo mantra dell’estate. La ricetta segreta? Un po’ di cognizione per dare la centratura e il rituale giusto. L’idea è entrare in unione con se stesse. È da qui che parte il nostro speciale per scoprire la routine di gesti e pensieri più adatti a ognuna nel qui e ora. Prima di tutto vediamo cosa occorre: il luogo felice. Lo step cruciale per ritagliarsi il famoso “io ora” è allestire un angolo della casa con degli oggetti che abbiano un valore affettivo come le foto del cuore, le conchiglie del mare raccolte durante la scorsa estate tutto ciò che riporta a piacevoli pensieri e ricordi Ognuno di loro ha un significato speciale. È come un esercizio di meditazione, qualcosa che aiuta a mantenere il giusto distacco e a vedere la giornata da una prospettiva diversa. Una volta individuato il luogo felice, si accendono una candela o un incenso, si aggiungono dei bicchieri, dell’ acqua del vino e ci si concentra sui ricordi, sulle belle sensazioni, si parla, si programma si esprimere gratitudine, si inviano pensieri positivi a una persona che attraversa un momento difficile, ci si aiuta a prendere decisioni e a metabolizzare e accettare le delusioni, si trovano soluzioni condivise che ci aiuteranno ad affrontare meglio il giorno dopo
Come si formano i sogni?
Gli scienziati ci dicono che noi possiamo sognare, anche se in modo diverso, durante tutte le fasi del sonno. Durante la fase di sonno profondo si ritiene che il cervello svolga un’attività di riordino delle esperienze recenti, di quello che ci è successo il giorno prima. In questo modo, le cose di poco conto vengono tolte mentre le informazioni importanti entrano nella memoria a lungo termine e si fissano progressivamente attraverso richiami ripetuti. Durante queste prime fasi del sonno profondo, quando le onde lunghe e ampie abbracciano quasi la totale corteccia cerebrale, si creano nel cervello immagini semplici che velocemente vengono dimenticate. Sono i primi sogni della notte, fatti di scene povere e molto realistiche, basate sulle esperienze del giorno trascorso, quelle che il cervello riordina appena ci siamo addormentati. Nelle fasi di sonno REM i contenuti dei sogni diventano più ricchi e complessi, vediamo immagini in movimento, crediamo di correre, ci arrampichiamo, voliamo, ci vediamo seduti a tavola con amici, su un prato a fare un pic-nic, o in ufficio con i colleghi riconosciamo noi stessi. In pratica, dopo aver messo ordine, il cervello può dedicarsi ad elaborare le informazioni e a collegare i fatti recenti con quelli passati. In questo modo si modificano e consolidano i ricordi adattandoli alle situazioni nuove. Il sonno è quindi molto più di una semplice fase di riposo. Mentre il corpo riposa, il cervello si rigenera, si ampliano facoltà, si consolida il ricordo, si modifica la personalità.