Quando cucinare diventa un crimine

Per la prima volta una sentenza della Corte di Cassazione condanna la molestia olfattiva. Il reato si era compiuto in un condominio in cui una famiglia sembra amasse friggere in maniera troppo pesante. L’odore di fritto resta attaccato agli abiti e ai capelli e chi viene investito dall’ alone della friggitoria domestica poi diventa un portatore sano di puzza e sicuramente potrebbe averne compromessi i rapporti sociali. Non si può escludere che la sentenza possa essere estesa alla bollitura del cavolfiore, al soffritto con aglio e cipolla, all’ eccesso di curry. Anche l’odorino di arrosto domenicale, fuori contesto e non richiesto potrebbe alterare l’ umore di chi magari è a dieta o è vegetariano. Peggio ancora per chi è vegano che per ogni odore di salciccia sulla griglia  potrebbe avere l’angoscia della conferma un delitto consumato. E’ un paradosso, ma nell’epoca della caduta di ogni muro di privatezza sui social network, ci stiamo compattando per difendere la privacy delle nostre narici.