Quello stato di confusione, inebriamento e un pizzico di irrascibilità sono i sintomi classici di quando si è bevuto qualche bicchiere di vino in più ma anche, a pensarci bene, dell’amore. Lo conferma uno studio di Biobehavioral Reviews dimostrando proprio che alcol e ossitocina l’ormone dell’amore hanno sul cervello effetti molto simili, se non identici. Inoltre essere innamorati comporta alcuni cambiamenti fisici e psicologici. I neurotrasmettitori relativi al piacere e alla gioia sono in ‘subbuglio’. Lo stress si allevia, anche grazie al piacere provocato da baci, abbracci dal cuore che batte all’impazzata e naturalmente all’attività sessuale. Ecco altri sintomi Tra le prime conseguenze dell’essere innamorati, l’abbassamento della pressione sanguigna nelle persone che solitamente ce l’hanno molto alta. Ipertensione e pressione alta sono fattori di rischio che possono condurre a problemi cardiaci anche piuttosto seri. Alcuni studi provano come le persone che vivono una relazione d’amore appagante siano meno propense a soffrire di ipertensione rispetto ai single. Per alcune persone l’innamoramento e soprattutto l’inizio di una relazione può essere stressante. Questo avviene perché il corpo produce più cortisolo, ormone associato allo stress. È proprio da esso che potrebbero dipendere il battito del cuore accelerato, le ‘farfalle allo stomaco ovvero l’attivazione del nervo vago che dà una tipica sensazione a livello di pancia. Tuttavia, dopo alcuni mesi i livelli di questo ormone si abbassano ancora, e si mantengono bassi per lungo termine. Inoltre, col passare del tempo e con il rafforzamento della relazione si innalzano i livelli di ossitocina, un neurotrasmettitore associato a sensazione di calma, tranquillità, sicurezza. La sua produzione aumenta in particolare quando ci si bacia, ci si abbraccia, ci si coccola. Essere innamorati stimola il corpo a produrre più dopamina, che controlla le sensazioni di piacere e appagamento. Alcuni studi affermano che una delle conseguenze dell’amore è la minore percezione del dolore. Allo stesso tempo, sembra che quando ci si innamora si attivino alcuni recettori legati alle dipendenze: in questo caso, si sviluppa una ‘dipendenza’ dall’amore.
Tag: neurotrasmettitori
Perchè l’amore fa passare la fame
Quando ci innamoriamo il nostro cervello accresce la produzione di dopamina, noradrenalina e feniletilamina , neurotrasmettitori che inondano il corpo e scatenano reazione fisiologiche, quali il battito cardiaco accelerato, l’aumento di sudorazione, l’euforia, l’eccitazione, l’insonnia e anche… il minore appetito. È proprio la PEA, sostanza chimica con una struttura simile a quella delle anfetamine, che ci riempie di entusiasmo amoroso ma chiude lo stomaco. Non si sa esattamente come questo neurotrasmettitore agisca sull’inibizione della fame, ma la sua “esplosione” nel nostro organismo durante l’innamoramento ci regala moltissima energia ed eccitazione emotiva. A livello biologico, insomma, è tutta questione di chimica. Nella fase iniziale dell’infatuazione, quando si desidera focosamente l’altra persona, senza però che si sia ancora instaurata una relazione a due, l’organismo è inondato dagli ormoni dello stress. È il classico “sfarfallìo” del cuore, che chiunque ha sperimentato di fronte all’uomo o alla donna per cui ci si è presi una cotta, spesso seguito da vampate di calore, viso che arrossisce, mani che sudano. Reazioni repentine, irrefrenabili, spesso persino inaspettate, legate a momenti intensi vissuti insieme alla sospirata dolce metà. E se poi Cupido mette bene a segno le sue frecce, e colpisce dritto al cuore i tremiti lasciano il posto all’euforia: l’amore, ricambiato, è travolgente, folle, smodato. Energia allo stato puro che spazza via il sonno, la fatica e, appunto, la fame. Perché, in un certo senso, è come se ci nutrissimo solo d’amore. E anche Dante, pur non conoscendo la “chimica dell’amore”, è risaputo che soffrì di inappetenza, quando si innamorò di Beatrice.