Quando si tratta di cibo, i “falsi miti”, ovvero le affermazioni di cui praticamente tutti siamo convinti ma che non sono, sono davvero tanti. Qualche esempio? La buccia di mele e pere è ricca di vitamine. Falso, ce ne sono di più nella polpa. Il glutammato provoca il mal di testa. Non è vero. Lo zucchero di canna è migliore di quello bianco. Non è scientificamente provato. La fettina di vitello è il tipo di carne più nutriente. Tranquillizzatevi, non è così. L’anemia si cura mangiando spinaci. Ma anche no…La nostra lista di smentite “controcorrente” potrebbe continuare a lungo. Sorpresi? Probabilmente si?. Il mito diventa credibile quando si innesta su qualcosa di cui sono tutti sicuri: per esempio il fatto che l’intervento dell’uomo peggiori il prodotto, mentre di solito nell’industria alimentare vale esattamente il contrario spiega Ghiselli, medico. Bio o non bio? La moda del cibo biologico e la fissazione per tutto ciò che è “naturale” a volte può far perdere il senso della realtà e far temere la chimica presente nei prodotti alimentari industriali. Ma anche in natura esistono, in piccole quantità molecole addirittura cancerogene, come nel succo d’arancia e nel basilico. Niente paura, quindi a usare lo zucchero raffinato: la sua molecola è identica a quella dello zucchero grezzo e non va demonizzato, ma solo consumato con misura. E ancora, il glutammato, tanto temuto e colpevolizzato, è un sale presente in molti alimenti pomodori, parmigiano, pesce e non è cancerogeno o allergenico, e giusto per sfatare un altro falso mito smontando un’ultima “certezza”: Non è vero che le ostriche hanno poteri afrodisiaci. Per diventare infaticabili amanti, meglio la polenta!