La fame nervosa

La “fame nervosa” o “fame emotiva” si avverte  quando una persona cerca di soddisfare i propri bisogni emotivi attraverso il cibo anziché rispondere a una effettiva sensazione di fame fisica. In questo caso, il desiderio di mangiare non è causato da uno stimolo biologico legato al fabbisogno energetico del corpo, ma piuttosto da fattori emotivi o psicologici. Le persone spesso ricorrono alla fame nervosa come risposta a emozioni negative come stress, ansia, tristezza o noia. Il cibo può diventare una forma di consolazione o una via di fuga momentanea dai problemi emotivi. Alcune caratteristiche della fame nervosa includono: Alimentazione impulsiva: Mangiare un piatto di pasta un piatto di carne un dolce uno snack una frutta così rapidamente e senza pensarci, da non rendersene conto e spesso senza prestare attenzione al senso di sazietà. Preferenza per cibi specifici: La fame nervosa può portare a una preferenza per cibi ricchi di zuccheri, grassi o carboidrati, spesso noti come “comfort food”. Senso di colpa: Dopo il consumo eccessivo di cibo, la persona può sperimentare sensi di colpa o rimpianto. Ciclo emotivo: L’ atteggiamento di mangiare emotivo può creare un ciclo in cui le emozioni negative portano al desiderio di cibo, ma il conseguente consumo di cibo può peggiorare i sentimenti di colpa o stress. Affrontare la fame nervosa può richiedere una cognizione delle proprie emozioni e l’adozione di strategie più salutari per gestire lo stress o le difficoltà emotive, come lo yoga, la meditazione, l’esercizio fisico o la terapia psicologica.

La libertà ravviva l’amore

Siamo esseri umani che fanno parte di una società che non abbiamo scelto, una società in cui le canzoni raccontano dell’amore tra due persone, di quanto si ha bisogno l’uno dell’altra in un rapporto di coppia e dell’amore di stare insieme. Nei cartoni animati i principi salvano le principesse dai draghi perché diventino le loro regine, come se fosse doveroso che i due diventino una cosa sola. Ma dove si colloca la libertà, l’indipendenza, i progetti individuali? Si può possedere una casa, un telefono, un computer o anche un animale domestico, ma non una persona. L’essere umano appartiene a se stesso, all’universo e alle sue esperienze. Come sopravvivere alle relazioni “romantiche” Negli ultimi duecento anni, si è diffuso un concetto romantico dell’amore, quello di completarsi, di essere una cosa sola e di rendere unico ogni giorno dell’altra persona solo per il fatto di averla accanto. Conosciamo una persona e sembra tutto meraviglioso, i primi mesi è tutto nuovo, ogni gesto, ogni parola, ogni luogo. Non vogliamo separarci da questa persona per nessuna ragione al mondo, iniziamo a creare una dinamica a due, quando prima eravamo solo noi. È meraviglioso, ma il tempo passa e le dinamiche corrono il pericolo di diventare necessità, in modo tale che tutto ciò che facciamo senza il partner venga compreso come egoismo. Ed è qui che sta l’errore. Dobbiamo essere sufficientemente razionali nell’irrazionalità dell’amore per non perdere la nostra libertà, per essere consapevoli che le attività individuali, gli stessi amici e i momenti di solitudine non sono altro che l’aria che serve alla cometa dell’amore per volare più in alto possibile.